Quella linea sottile di Teresa Lezzi Fiorentino. Due blogger per un libro.
Sabato 8 Gennaio alle 18.30 Teresa presenterà per la prima volta il suo nuovo libro ” Quella linea sottile” coadiuvata dalle colleghe blogger, la presentazione sarà sulla pagina facebook ” il mondo incantato dei libri”. Vi aspettiamo!
Ma prima vogliamo raccontarvi di cosa parleremo , e vogliamo farlo con la voce e con le parole scritte di Rita Scarpelli e Anna Calì.
Nel frattempo acquistate il libro Qui
La scrittura è l’ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.
(Marguerite Duras)
E’ trascorso qualche giorno da quando Maria Teresa Lezzi Fiorentino ha consegnato ai lettori la sua nuova opera dal titolo alquanto enigmatico, “Quella linea sottile…”.
Come sempre, quando ho fra le mani un libro appena pubblicato, lo sfoglio lentamente, respirando il profumo della carta appena stampata, di cui ogni nuovo testo è impregnato.
La copertina, un tripudio di cielo e mare, mi è sembrata già dal primo sguardo evocativa di un cammino complesso e misterioso, come complessa e misteriosa è la Natura.
Cinque racconti si offrono alle lettrici e ai lettori, in una sequenza apparentemente casuale: cinque storie di donne e uomini dinnanzi alla difficoltà di essere al mondo e di credere che la vita abbia un senso, esseri umani che raccontano la loro verità, il loro viaggio emozionale alla ricerca di se stessi, come meteore fluttuanti nel medesimo sistema solare.
Ma in realtà c’è un legame molto forte che unisce Sergio, Emi, Genny, Clotilde, Sara, Sandro, Matilde e Paride: i loro demoni.
La frenesia di scrivere di Sergio, il funerale delle emozioni di Emi, il bisogno di svelarsi per poi dimenticare definitivamente di Genny, il desiderio di verità di Clotilde e Sandro e la paura di lasciar andare di Sara, la sensazione di solitudine di Matilde e la schiavitù della dipendenza di Paride danzano tenendosi per mano attorno all’autrice che emana il suo alito creativo, infondendolo in ciascun personaggio.
Ognuno procede per la sua strada ma tutti sono idealmente “agganciati” a quella linea sottile che contrappone l’inconscio al subconscio, la sfera materiale e razionale alla coscienza etica e morale e, soprattutto, la vita alla felicità.
Ancora poche parole sulla scelta narrativa delle Lezzi Fiorentino, molto particolare ed peraltro ricorrente anche nelle sue precedenti opere: la raccolta di racconti, ovvero più storie distinte per veicolare messaggi e contenuti.
Come sappiamo, esiste una gran differenzia fra una raccolta di racconti e un romanzo: la prima è una sequenza di storie singole e l’ordine scelto per leggerle non è importante per capire il messaggio che l’autore vuole trasmettere, mentre il romanzo è costruito con un’unica lunga narrazione che non può essere spezzata, perché verrebbe meno il ritmo e tradito il plot narrativo.
Sarà proprio l’autrice, attraverso l’artifizio della citazione di Italo Calvino, a svelarci il perché di tale predilezione:
“Invece mi prende continuamente il bisogno di prenderlo dal di fuori, questo mondo ipotetico, come uno dei tanti mondi possibili, un’isola in un arcipelago, un corpo celeste in una galassia. Italo Calvino”
Alla fine di ogni racconto della Lezzi credo che avvertirete la mia stessa sensazione di abbandono, perché ciascuno di essi sfuma nel nulla, impalpabile come vapore.
Ed è forse proprio questo il fascino “occulto” di “Quella linea sottile…”: portarci a rileggere più e più volte i racconti che compongono l’opera e sperare che i personaggi delle storie narrate ritornino dinnanzi ai nostri occhi per altre vie.
Rita Scarpelli
Ora la voce di una blogger molto giovane, il sentire che arriva da un libro con percezioni diverse.
“Quella linea sottile” di Maria Teresa Lezzi Fiorentino è una raccolta di racconti. L’argomento principale di questi racconti, oltre la quotidianità, sono anche le emozioni che parlano attraverso le scelte, i sogni e, l’essere in disaccordo con il mondo degli adulti.
Perché si sa che noi giovani il più delle volte veniamo accarezzati dal brivido di provare cose nuove, anche se, queste possano risultare sbagliate. In primis, ho apprezzato la menzione che viene fatta a Marcel Proust. Lui è uno degli autori francesi che amo particolarmente poiché con la sua opera “alla ricerca del tempo perduto” ci fa cogliere il vero significato della parola tempo. Un tempo che si è perduto, quindi legato al passato, ma, allo stesso momento un tempo che si dirige verso il futuro.
Il tema predominante è anche il tempo, che, a volte scorre inesorabilmente. Tra i cinque racconti, quello che più mi è piaciuto è stato quello con il nome di Emi. Una ragazza affetta da un malessere innominabile e invisibile, che si presenta con una calma apparente, come l’onda increspata di male.
Questo racconto riesce a entrare dentro l’anima delle persone e, ci scava fino in fondo. Solo chi soffre di ansia e attacchi di panico può rispecchiarsi nella protagonista e, non sentirsi sola. Quante volte abbiamo avuto la sensazione di sentirci morire? E quante volte abbiamo sentito dirci: “è solo nella tua mente.” È vero che il mostro è presente e vive nella nostra mente, però esiste e non bisogna mai sottovalutare il problema.
Anna Calì
A questo punto abbiamo visto che un libro letto da due persone di età diverse lascia percezioni completamente diverse. E’ proprio questa la magia della lettura. Ogni lettore trova in un libro ciò che cerca.
Concludo questo inconsueto articolo di recensione invitando tutti voi a seguirci domani sulla nostra pagina facebook, ascoltare la voce dell’autrice e perchè no, magari vi incurosiamo e vi viene voglia di leggere il libro.
Io aspetto i vostri commenti in merito.
Elisa