Recensione di Anna Gelardi
Rachele e il silenzio del ragno di Vita Iaia, edito Augh Edizioni.
Il libro “Rachele e il silenzio del ragno” della scrittrice salentina Vita Iaia descrive in modo esemplare il mondo contadino della Puglia dei primi anni cinquanta del novecento.
“Non ci insegnavano a scrivere e tanto meno a leggere; non era necessario comprendere le cose, dovevamo solo subirle, perché tanto qualcun altro le avrebbe capite per noi. Allora ci educavano a chinare la schiena e ci percuotevano ogni volta che provavamo ad alzare lo sguardo”
Allora i braccianti erano poverissimi, quasi tutti analfabeti e pur di sbarcare il lunario accettavano lavori umilianti e faticosissimi. A volte, poi, erano trattati quasi alla stregua di schiavi sotto la sorveglianza strettissima dei padroni che, in caso di ribellione, usavano anche le maniere forti. La scrittrice ci fa rivivere atmosfere e situazioni che sembrano appartenere ad un lontano passato, ma che, in realtà, esistono ancora oggi, se pensiamo al triste fenomeno del caporalato e alle condizioni di lavoro nei campi dei braccianti , spesso immigrati, in alcune zone del sud Italia.
Attraverso la storia della vedova Mercede e delle sue tre figlie, la scrittrice ci introduce nella realtà rurale dell’epoca, fatta di tanto lavoro e poche occasioni di svago, di case minuscole in cui vivevano interi nuclei familiari, di giacigli di paglia, di credenze e superstizioni, di miserie e pettegolezzi.
Riusciamo addirittura a percepire gli odori e il sapore dei frutti della terra di Puglia, tanto è vivida la descrizione di questa realtà .
La vita delle protagoniste scorre via molto monotona,tra il lavoro faticosissimo nei campi e i silenzi ricchi di sottintesi delle donne. Ma si avverte in ogni pagina l’inquietudine e la frenesia che covano le tre ragazze e la voglia di ribellione ad una vita ricca solo di sacrifici, ma senza amore . Per le tre giovani sembra che l’unica via di uscita sia la fuga. Inizia Isabella che, innamorata del fascinoso Nino, rimane incinta e sarà scacciata di casa dalla madre che non vorrà vederla nemmeno dopo il frettoloso matrimonio riparatore.
Poi sarà la volta di Michela che , afflitta da un misterioso male, spesso fugge di casa per vagare senza meta nelle campagne. Solo la “masciara” Betta, levatrice, cerusico e guaritrice di corpi e di anime, riuscirà a venire a capo del malessere che consuma la ragazza.
E poi c’è la piccola Rachele che già a dieci anni lavora tutto il giorno nei campi sotto l’occhio vigile di un perfido padrone che non esita ad usare il bastone sulla sua piccola schiena quando la ragazzina, sfinita dal lavoro, cerca un po’ di riposo.
L’incontro con una donna ricca che la ricopre di caramelle e di gentilezze, le fa capire che esiste un altro mondo fatto di bellezza, di profumi, di dolcezza e quindi tenterà più volte la fuga per raggiungere quella che lei chiama la “Signora”.
Colpisce la figura della madre Mercede, troppo presto vedova dell’amatissimo marito, indurita dal lavoro e dalla responsabilità di far crescere tre ragazze senza la presenza del padre, granitica nelle sue severissime decisioni, pensando erroneamente di fare il bene delle figlie.
La scrittrice descrive così il pensiero della piccola Rachele: “Una madre distratta che non aveva capito l’incanto che la sua Signora riusciva a regalarle ogni volta che i loro sguardi si sfioravano, ogni volta che quelle mani si aprivano, offrendole una piccola illusione di felicità. Non era soltanto lo zucchero delle caramelle avvolte nella carta colorata, non era il sapore del miele dolce e a volte nauseante, ma il profumo di una promessa”
Mercede, evidentemente, ha dimenticato cosa voglia dire amare e non capisce le esigenze delle figlie, con le quali non c’è dialogo, e impone castighi durissimi che saranno anche la causa dell’allontanamento delle ragazze, soprattutto della piccola Rachele.
Anna Gelardi
Titolo : Rachele e il silenzio del ragno
Autore : Vita Iaia
Editore : Augh Edizioni
Collana : Frecce
Prezzo : € 13
Vita Iaia è nata nel 1985 e vive a San Vito dei Normanni. Si è laureata in Lettere Moderne, specializzandosi in linguistica italiana, all’Università del Salento. Gestisce un blog, “Le parole d’organza”. Dal 2015 scrive per un mensile cittadino, “Il Punto”, che si occupa di cronaca, cultura e politica. Ha pubblicato il romanzo Nel profumo dei gigli (Lupo Editore, 2015).
La descrizione del libro
Anni Cinquanta. Rachele è una bambina che vive in un paese del Sud e lavora nei campi. Intorno a lei le sorelle, Michela e Isabella, e il loro difficile rapporto con l’amore, “parola difficile da masticare, dalla grafia sconosciuta”. La prima sceglierà un marito da una foto in bianco e nero, l’altra si ritroverà a fronteggiare il difficile compito della genitorialità e il dramma dell’emigrazione. Poi Mercede, madre silenziosa e distaccata, capace di mascherare i pensieri così come i sentimenti, e Vincenzo, simpatico barbiere e musicista, con un segreto appuntato sul cuore. Rachele, mite e taciturna, si aggira in questo universo lento, scandito dal bollire dei cibi sul fuoco e dal caldo alito della terra, fino a quando non giungerà nella sua vita una novità: la Signora. Sarà questo il punto di rottura, la variabile esistenziale che capovolgerà gli equilibri di una vita semplice e senza sogni.