
Segnale assente – Un’indagine per i Cinque di Monteverde, François Morlupi. Salani editore
Partire è un po’ morire rispetto a ciò che si ama perché lasciamo un po’ di noi stessi in ogni luogo e in ogni istante. È un dolore sottile e definitivo come l’ultimo verso di un poema. Si parte come per gioco prima del viaggio estremo e, in ogni addio, seminiamo un po della nostra anima.”
Fausto Brizzi
È domenica sera quando il tram numero otto arriva alla fermata Gianicolense/San Camillo. Nessuno dei presenti, però, si accorge che un ragazzo incappucciato con la testa poggiata al vetro del finestrino, è morto.
Il vice ispettore Loy avvisa il commissario Ansaldi che, intanto, era andato al cinema e dormiva beato. Sotto una pioggia battente, i due si avviano sul luogo del ritrovamento del corpo senza vita del giovane.
“Un’ora fa un autista ha ritrovato il corpo senza vita di Valerio Mazzotta, un adolescente, sul tram numero otto. La causa del decesso non è nota, il dottor Righi si sta recando sul posto. Pare avesse con sé circa un chilo e mezzo di pasticche. Il questore è stato avvertito e anche lui sta andando. È da un po’ che la sta cercando. Non le nego che è furioso.”
A prima vista, il ragazzo di quindici anni, non presenta segni di violenza o colluttazione.
“Valerio Mazzotta era morto tra le otto e le dieci e la polizia era stata avvisata almeno quattro ore dopo. Un ragazzo di quindici anni sale su un tram in una sera qualunque. Un ragazzo di quindici anni sale su uno dei mezzi più frequentati della capitale… e muore. Duecentoquaranta minuti di silenzio. Duecentoquaranta minuti in cui nessuno se ne accorge o in cui tutti fanno finta di non vedere.”
Il medico legale si mette subito al lavoro e dopo poco tempo arrivano i primi risultati autoptici.
“Ha bevuto sicuramente molti cocktail e l’alcol può essere letale se mischiato con la droga. Ma non è stata questa la causa del decesso. L’autopsia, unita all’esame chimico della pastiglia, non lascia spazio a dubbi (…). L’ecstasy rinvenuta ha attaccato il sistema centrale, paralizzandolo e provocandone un’agonia spaventosa. Il ragazzo ha capito che stava morendo, non potendo però più muoversi né parlare. Deve essere stato terribile (…). L’MDMA è quasi sempre tagliata con altre sostanze, che si dividono in due categorie. Le inerti che vengono utilizzate per aumentare il peso e le psicoattive che hanno come obiettivo quello di rinforzarne l’effetto. Nel nostro caso hanno usato la seconda tipologia per creare una bomba nucleare concentrata in una superficie di pochi millimetri quadrati (…). Dov’è il problema, mi chiederai? Nel fatto che queste pastiglie sono state tagliate con degli anestetici locali, uno su tutti il fenilacetone. Le conseguenze sono devastanti, fortissima probabilità di reazioni allergiche, di paralisi del sistema nervoso centrale, arresto del battito cardiaco… qui ne abbiamo una quantità esagerata; ogni pasticca contiene duecento milligrammi di MDMA, una dose che ucciderebbe anche un cavallo (…). Un chilo e mezzo di pastiglie, dal peso di trecento milligrammi, significavano cinquecento dosi letali. Cinquecento morti potenziali.”
E infatti le morti non si arrestano…
“Alle quattro di stamattina è stato ritrovato, a via Acqui, nel quartiere di San Giovanni, il cadavere di Marco Leotto, sedici anni, residente in via Fonteiana, nel nostro quartiere. Il ragazzo era seduto nella sua minicar senza patente, in una via tranquilla, poco trafficata e semi appartata. Sotto al sedile del passeggero, uno zaino contenente delle pastiglie. La notizia colpì i Cinque di Monteverde, non poteva essere una coincidenza. Dopo Valerio Mazzotta anche l’amico, Marco Leotto, era morto.”
Le indagini diventano sempre più serrate. Dai racconti delle famiglie delle vittime emerge l’impossibilità di comunicare con i loro ragazzi, un vero e proprio distacco, fisico ed emotivo. È dovuto solo al periodo adolescenziale o c’è altro? Di fatto, non c’era più dialogo: il segnale è diventato assente…
Un amico degli sfortunati ragazzi vuota il sacco, gettando nuova luce su un caso intricato e doloroso.
“Qualche giorno fa, Valerio è venuto da noi tre per annunciarci una scoperta che poteva renderci ricchi. Aveva trovato nel dark web l’annuncio di qualcuno che vendeva a un prezzo ridicolo tre chili di MDMA in città. Era la prima volta che capitava su un’inserzione del genere, perché di norma è quasi impossibile comprarne così tanta, soprattutto su internet (…). Valerio ha risposto all’annuncio e in mezzo pomeriggio di sabato ha chiuso l’affare. Abbiamo pagato in Bitcoin, la prima metà subito e il resto alla consegna tramite cellulare. Per un totale di millecinquecento euro io e Diego, cinquecento Valerio e Andrea. Domenica sera ci siamo visti tutti e quattro, lontani da occhi indiscreti e dalle piazze di spaccio più frequentate.”
Non c’è più alcun dubbio: le inchieste sulle morti per droga si intrecciano inesorabilmente alla mafia. E tutto si complica ulteriormente…
Spunta l’indicazione di un pusher e la squadra si organizza: alle sette di un’anonima mattina, undici uomini, undici poliziotti, vanno incontro ad un massacro. Consapevolmente…
Come sempre, Morlupi, con la sua penna coinvolgente, ammalia ogni lettore. Il suo stile, autentico e inconfondibile, non concede pause: le pagine scorrono una dopo l’altra, veloci e intense, creando curiosità, suspense e tensione. La storia, come sempre avvincente, pone sotto i riflettori una questione atavica: il tipico conflitto generazionale, particolarmente marcato durante la fase adolescenziale. Ma è sempre così o esiste un modo per arginare le distanze e le eventuali conseguenze che da esse posso sorgere?
Dal sottobosco di vite precedenti, c’è un passato che riaffiora nel presente, cercando di corromperlo di nuovo. Si può sfuggire a questi meccanismi mentali, trovando il vero senso della felicità?
Una lettura forte, viva, profonda, che evidenzia magistralmente gli stati d’animo, le sfumature caratteriali e le innumerevoli debolezze con cui ogni individuo si trova, quotidianamente, a rapportarsi.
Un racconto che sconcerta e fa riflettere, perché tanto vicino alla realtà dei nostri giorni.
Un romanzo realistico e maledettamente umano, spruzzato qua e là dall’immancabile ironia morlupiana, che stimola il pensiero e solleva interrogativi sulla parte più oscura naturalmente insita in ogni essere umano.
Un libro di cui consiglio vivamente la lettura!
il buio inizia dove finiscono le parole
È notte fonda, piove come se il cielo avesse deciso di sommergere Roma. Quando il tram numero 8 arriva al capolinea, un passeggero seduto cade a terra. È un adolescente, ha il cappuccio della felpa calato sulla testa, le cuffiette nelle orecchie, e non dà segni di vita. Accorso sul posto, il commissario Ansaldi rimane sconvolto da ciò che viene a sapere. Il ragazzo è morto da ore, mentre decine di persone salivano e scendevano dal tram, e lo zaino che portava con sé contiene un chilo di sostanze stupefacenti. Com’è possibile che una cosa del genere avvenga a Monteverde, uno dei quartieri più rispettabili della città? Davvero la gente è diventata così indifferente da non accorgersi che una tragedia sta avvenendo
sotto i suoi occhi? E perché un quindicenne se ne va in giro con tutta quella droga? In passato il commissario e la sua squadra hanno avuto a che fare con serial killer e organizzazioni criminali, sono stati più volte faccia a faccia con gli abissi dell’animo umano. Ma il caso che li aspetta è destinato a sconvolgerli ancora più a fondo, perché il Male fa più paura quando ha il volto di un figlio, di un amico, di un vicino di casa. Con questo romanzo Morlupi, ormai punto di riferimento nel panorama giallo italiano, chiude un cerchio nella sua indagine dei lati più oscuri della nostra società. Lo fa affacciandosi – con sguardo sensibile e ironico – sulle tenebre più spaventose, quelle che aleggiano a pochi passi da noi e sembrano poterci inghiottire da un momento all’altro.
François Morlupi (1983), italo-francese, lavora in ambito informatico in una scuola francese di Roma. Con Come delfini tra pescecani (2021) ha inaugurato la serie dei Cinque di Monteverde, proseguita con Nel nero degli abissi, Formule mortali e Il gioco degli opposti, tutti pubblicati da Salani. Con i primi due ha vinto il Premio Scerbanenco assegnato dai lettori. Della serie sono stati venduti i diritti per la realizzazione di una graphic novel e di una serie tv. È tradotto in Spagna.
Autore: François Morlupi
Editore: Salani
Collana: Le stanze
Anno edizione: 2025
In commercio dal: 27 maggio 2025
Pagine: 368 p., Brossura
EAN: 9788831024877
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