Oggi voglio presentare due piccoli libri, hanno entrambi 57 pagine, di Silvia Ripà ufficio stampa di edizioni Brè, ci leggiamo quasi quotidianamente, e con una mossa amichevole e simpatica il direttore editoriali me li ha segnalati. Silvia si rifiutava di promuovere se stessa. Un’ultima chicca e poi passo alla presentazione dei due libri, ” Fammi entrare” è stata la primissima pubblicazione della Brè edizione, piccola casa editrice virtuosa.
Titolo: Fammi entrare – Una storia di gabbie e Apologia di Narciso
Autore: Silvia Ripà
Editore: Brè Edizioni
Pagine: 57 per Una storia di gabbie (la prima pubblicazione di Brè!)
Pagine: 57 per Apologia di Narciso
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In carta a 7€ nelle principali librerie online e fisiche
Genere: narrativa – filosofia – relazioni familiari
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In vendita dal 1° agosto 2018 e dal 16 agosto 2019
Biografia
Silvia Ripà nasce a Roma nel 1988 e attualmente lavora come ricercatrice a Ferrara, occupandosi di archeologia e storia antica.
Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e divulgative di ambito storico-archeologico, nel 2018 debutta nella narrativa con il racconto Fammi entrare, Brè Edizioni. Nella foto, Silvia Ripà è tra le colline del Prosecco a Valdobbiadene, ora Patrimonio mondiale dell’Unesco, il giorno della nascita di Brè Edizioni.
Sinossi di Fammi entrare
Questo breve, intenso, emozionante racconto è da considerarsi una perla inestimabile per il valore educativo, per le emozioni che è in grado di suscitare con una serie di metafore di sublime eleganza stilistica. Raramente una scrittrice debutta a cotanto livello. Silvia Ripà ci trascina in un Luna Park fatato, perfetta raffigurazione della vita di ognuno di noi, poche pagine in grado di scavare nell’animo umano, di mettere a nudo la nostra anima, di aiutarci a capire, a crescere, a migliorare. Dopo, nulla sarà come prima.
Sinossi Apologia di Narciso
È opinione comune che la sindrome narcisistica della personalità rappresenti una degenerazione della psyché, così come sembrerebbe suggerire lo stesso mito di Narciso che si innamora del proprio
riflesso e perde la vita proprio nel drammatico tentativo di raggiungersi. Ma un narcisista è davvero solo questo e non merita l’attenzione di chi, al contrario, è in grado di amare gli altri?
L’“Apologia di Narciso” è una difesa dell’autoreferenzialità e vuole mostrare l’arcobaleno di emozioni con i quali una presunta narcisista è costretta a convivere. In bilico tra psicologia e mitologia, la protagonista ripercorre il dramma dei suoi amori frammentati, tutti importanti perché ciascuno è una parte di sé. La narrazione è ridotta al minimo e l’intera trama si dispiega nello spazio di un serrato dialogo, a dimostrazione di come la maieutica socratica, divenuta celebra grazie ai dialoghi platonici, possa rappresentare un espediente narrativo più che attuale e affatto obsoleto, efficace per sfogliare l’animo umano come un libro, tanto oggi quanto ieri.