Sorelle molto speciali
Introduzione
“Le grandi menti hanno sempre incontrato violenta opposizione da parte delle menti mediocri. Questi ultimi non riescono a capire chi non si sottomette senza pensare a pregiudizi secolari e con onestà e coraggio usa la sua intelligenza.” (Albert Einstein)Certe problematiche, come la diversità ed i pregiudizi, rappresentano ancora oggi tematiche tristemente attuali e qualunque autore ne parla impugna uno strumento di civiltà.
Recensione
Quello che accade a Elene e Johanna due gemelle appartenenti a una facoltosa famiglia tedesca, nate agli inizi del ‘900, è davvero un succedersi di eventi: la morte della madre, la scoperta della passione per lo studio, la scelta di abbandonare la Germania per l’Italia, le vicende rocambolesche che sono costrette a vivere durante la guerra.Ma il fulcro del romanzo non è la storia, sono i valori: Elene e Johanna procedono ascoltando la loro testa, piuttosto che seguire la mentalità del tempo, nonostante siano donne e vivano durante un periodo di forti tendenze reazionarie.
E quando a Elene, che ha fatto del matrimonio con Herbert il centro della sua vita, arrivano due bambine, ancora una volta la donna dimostra di avere “cervello e coraggio”.
Infatti Sara, una delle due piccole, è affetta dalla sindrome di down, che all’epoca della sua nascita non si chiamava neppure così.
Sara è “mongoloide”, parola bruttissima rimasta peraltro nel gergo moderno per definire una persona scema, ma la mamma e il padre compiono una scelta davvero oltre ogni immaginazione, per quei tempi: oltre a trattarla come una persona diversamente abile, le fanno studiare musica, trasformando via via la loro scelta in un movimento per il riconoscimento della dignità delle diversità.
Tutto questo…mentre i concittadini tedeschi uccidevano gli ebrei nei campi di sterminio.
Anche le scelte di Johanna sono rivoluzionarie, nel lavoro come in amore, perché anche per lei pensare e agire liberamente sono assiomi ai quali non è possibile non attenersi.
Sicuramente non si tratta di un capolavoro, ma “Sorelle molto speciali” è un romanzo che scalda il cuore e che apre la mente: al di là della nazionalità e delle etnie, le teste pensanti sono quelle che hanno portato avanti le grandi battaglie e quelle che possono e potranno fare sempre la differenza. Gradevole è anche lo stile narrativo, che ricorda a mio avviso in alcuni punti le descrizioni garbate di Luouse May Alcott , nelle famosa saga “Piccole donne”.
Conclusioni
Rischiando di diventare impopolare, confesso che sono arrivata alla fine di “Sorelle molto speciali” di Paolo Arigotti con una sensazione di gratificazione maggiore rispetto a quella che ho provato dopo aver conosciuto fino all’epilogo le ciniche vicende delle “amiche” della Ferrante.Due sono le possibilità: o io non capisco molto di letteratura e di scrittori, ed è oggettivamente possibile, o Paolo Arigotti ha confezionato un prodotto letterario capace di arrivare al cuore e alla mente di chi sente la necessità, mai come in questo periodo storico, di coltivare la speranza e di credere negli esseri umani.
Voto
Citazioni
“Un’ultima cosa nonnina, quando avrò una figlia la potrò chiamare Elene?” Madre e nonna sorrisero e diedero un bacio alla bambina. Assieme al nome, aveva ereditato la gioia di vivere ed il grande cuore di Sara. I suoi bellissimi occhi azzurri, gli stessi della madre e della nonna, ricordavano molto quelli di Sara.