Sortilegi di Bianca Pitzorno

Sortilegi di Bianca Pitzorno

Bianca Pitzorno racconta tre storie con un denominatore comune : la forza dei protagonisti.

E come tutte le storie a cui l’autrice ci ha abituati anche Sortilegio è ai confini tra la magia e la realtà, ci mostra le nostre miserie di essere umani fallibili, i nostri sentimenti negativi ben nascosti nelle pieghe dell’anima.

Nella prima storia, che prende gran parte del libro, la miseria dell’animo è grande protagonista; il dare la responsabilità dei propri problemi e miserie a chi appare più debole e sconosciuto. Siamo ai tempi delle streghe, in quel Medio Evo in cui la chiesa cattolica ha ucciso innocenti, pur di mostrare la propria potenza e assoggettare gli incolti e poveri vissuti a quei tempi, alla paura , alla delazione, alla distruzione di chi non si uniforma alla massa. E la caccia alle streghe è proprio questo; un raccolto distrutto dalla grandine, una siccità, una mortalità in famiglia : si deve assolutamente trovare un responsabile. L’ignoranza, la paura , l’incapacità totale di assumersi le proprie responsabilità, le superstizioni , e ecco che una ragazza rimasta sola dopo lo sterminio della famiglia dalla pestilenza del 600, si proprio quella che racconta Manzoni nei Promessi Sposi, diventa il giusto capro espiatorio.

Una madre che abbandona la propria figlia per salvarla dalla pestilenza e la manda lontano , la affida a Gostanza, ma purtroppo anche la donna che avrebbe dovuto accogliere la bambina è stata colpita dalla terribile pestilenza. Caterina rimasta sola torna al podere della famiglia , ormai disabitato e vive completamente da sola, senza mai lasciare il suo luogo sicuro.

In un linguaggio calato perfettamente nell’epoca d’ambientazione del racconto, l’autrice racconta come una ragazza innocente, con la sventura di crescere completamente isolata, possa essere tacciata come strega e portata all’Inquisizione. Caterina è una donna forte che riesce a bastare a se stessa. Sarà questo il suo grande peccato da espiare con la peggiore delle morti?

in questa storia partendo da un personaggio storico realmente esistito, quella Gostanza da Libbiano, la strega di san Miniato che faceva la levatrice e curava con le erbe. Ma la donna davanti alle torture più terribili, ammette di avere rapporti con il demonio, tanto da non essere creduta e assolta.

Come dice la stessa Pitzorno : ” Caterina da piccola è parente di Cappuccetto Rosso e di tutti i bambini smarriti nel bosco. Non come li raccontavano Perrault o i Grimm, ma come l’avrebbe interpretata forse Bruno Bettelheim nel suo ‘ Il mondo incantato’ “.

In ” Maledizione, l’autrice ci parla ancora di difetti umani, la malevolenza, l’invidia, la voglia di sopraffazione. In una storia intrisa di magia, racconta la storia di Vittoria, umile cameriera alla Domo Mama, dove la signora è intristita dalla solitudine sentimentale, e anche in questo caso il capro espiatorio diventa la povera orfana, tanto povera quanto bella e con buone qualità caratteriali, la ragazza fa innamorare il bel forestiero ambito dalla padrona. Questo racconto prende spunto da un oggetto prezioso conservato al Museo ” Giovanni Antonio Sanna” di Sassari; si tratta di una tovaglietta finemente ricamata, bordata da una lunga scritta incomprensibile, che la Pitzorno trasforma in un sortilegio malefico.

Protagonisti della terza storia sono dei biscotti, ” I biscotti del vento”, sono la specialità di un paese della Barbagia e si narra che solo una famiglia ne conosce il segreto per la preparazione. Prendendo spunto da questi biscotti, l’autrice ci parla di un profumo che ammalia chi ne viene a contatto.

Bianca Pitzorno come sempre ci regala il potere delle parole, che a volte sono salvifiche, a volte catartiche, ma sempre riescono a raccontare l’animo umano, attraverso metafore e similitudini, ci parla di noi, delle nostre paure, dei nostri luoghi segreti dell’anima, Un profumo che riporta a ricordi lontani. Passando da piccole storie, da un oggetto, un profumo, ha la capacità di avvilupparci in quel suo mondo magico realistico, speciale, la sua scrittura non lascia mai indifferenti. i suoi sortilegi colpiscono sempre il segno.

Lo consiglio a tutti, grandi, piccini, a tutti quelli che credono nel potere catartico delle parole.

Elisa Santucci

Sinossi

Mentre infuria la peste del Seicento, una bambina cresce in totale solitudine nel cuore di un bosco e a sedici anni è così bella e selvatica da sembrare una strega e far divampare il fuoco della superstizione. Un uomo si innamora delle orme lasciate sulla sabbia da piedi leggeri e una donna delusa scaglia una terribile maledizione. Il profumo di biscotti impalpabili come il vento fa imbizzarrire i cavalli argentini nelle notti di luna. Bianca Pitzorno attinge alla realtà storica per scrivere tre racconti che sono percorsi dal filo di un sortilegio. Ci porta lontano nel tempo e nello spazio, ci restituisce il sapore di parole e pratiche remote – l’italiano secentesco, le procedure di affidamento di un orfano nella Sardegna aragonese, una ricetta segreta – e come nelle fiabe antiche osa dirci la verità: l’incantesimo più potente e meraviglioso, nel bene e nel male, è quello prodotto dalla mente umana. I personaggi di Bianca Pitzorno sono da sempre creature che rifiutano di adeguarsi al proprio tempo, che rivendicano il diritto a non essere rinchiuse nella gabbia di una categoria, di un comportamento “adeguato”, e che sono pronte a vivere fino in fondo le conseguenze della propria unicità. Così le protagoniste e i protagonisti di queste pagine ci fanno sognare e ci parlano di noi, delle nostre paure, delle nostre meschinità, del potere misterioso e fantastico delle parole, che possono uccidere o salvare.

Bianca Pitzorno (Sassari 1942) ha pubblicato dal 1970 a oggi circa cinquanta opere tra saggi e romanzi, per bambini e adulti, che in Italia hanno superato i due milioni di copie vendute e sono stati tradotti in moltissimi Paesi. Ha tradotto a sua volta Tolkien, Sylvia Plath, David Grossman, Enrique Perez Diaz, Töve Jansson, Soledad Cruz Guerra e Mariela Castro Espín. Tra i suoi titoli più noti: Extraterrestre alla pari, 1979; Vita di Eleonora d’Arborea, 1984 e 2010; Ascolta il mio cuore, 1991; Le bambine dell’Avana non hanno paura di niente, 2006;  Giuni Russo, da Un’estate al mare al Carmelo, 2009; La vita sessuale dei nostri antenati (spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi), 2015 e Il sogno della macchina da cucire, 2018.

Editore: Bompiani
Collana: Narratori italiani
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 10 marzo 2021
Pagine: 144 p., Brossura
EAN: 9788830105485

https://www.bompiani.it/catalogo/sortilegi-9788830105485

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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