Sua Santità: Le carte segrete di Benedetto XVI, Gianluigi Nuzzi

“Il Vaticano è la più grande forza reazionaria esistente in Italia: forza tanto più temibile in quanto è insidiosa e inafferrabile.”

Antonio Gramsci

Città del Vaticano, Santa Sede e i papi che si susseguono negli anni…tante regole, tante imposizioni, tanti buoni propositi. Eppure, ormai è noto ai più, che tra quelle mura, in quelle stanze, esistono segreti, misteri e intrighi inimmaginabili. Tutto è blindato, protetto, custodito in modo quasi esasperante: i milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo non devono conoscere le verità imbarazzanti, gli avvenimenti sconvolgenti e i fatti, talvolta odiosi e sconcertanti, che potrebbero minare irrimediabilmente un’istituzione millenaria. Tante voci, tanti chiacchiericci e tanti sospetti orbitano attorno ai sacri palazzi, ma non ci sono certezze, non ci sono prove concrete in grado di dissipare dubbi. Fino a che un uomo, uno dei più fidati collaboratori di cardinali importanti, decide coraggiosamente di rendere pubblici segreti, piccoli o grandi, che non superano quel portone di bronzo. Un uomo che comincia questa missione quasi per caso, partendo dai funerali di Giovanni Paolo II nell’aprile 2005. Comincia a raccogliere circolari, lettere, contabili bancarie, per poi studiarle di notte, nel suo studio privato. Non tutto torna, non tutto è come appare… Ed è per questo che contatta il giornalista Gianluigi Nuzzi, a cui affiderà documenti importanti che potrebbero far tremare il colonnato del Bernini.

“Dopo la morte di Karol Wojtyla, ho iniziato a mettere da parte copie dei documenti di cui venivo in possesso per la mia attività professionale. Nei primi anni l’ho fatto sporadicamente. Quando vedevo che la verità che emergeva sui giornali e nei discorsi ufficiali non corrispondeva alla verità verificata sulle carte, mettevo da parte tutto in una cartella per poi cercare di approfondire e capire. A un certo punto mi sono fermato e prima di uno dei miei tanti traslochi ho deciso di buttare via quasi tutto. Negli ultimi anni, però, la situazione è peggiorata, l’ipocrisia in Vaticano regna incontrastata. Gli scandali si moltiplicano. E non penso solo a quello della pedofilia che ci affligge tanto da portare il pontefice a dire che “la più grande persecuzione non viene dai nemici fuori ma nasce dal peccato nella Chiesa”. Penso alla nuova inchiesta per riciclaggio allo Ior, la banca vaticana, allo scandalo dei Legionari di Cristo taciuto per anni, alla vicenda delle case di Propaganda Fide, alle strategie a tenaglia di Comunione e liberazione, al suicidio di Mario Cal, che guidava con don Verzé l’ospedale San Raffaele di Milano. Senza dimenticare le guerre intestine, con vittime illustri come il giornalista Dino Boffo, direttore di “Avvenire”, quotidiano della Conferenza episcopale italiana. E poi ancora le vicende insolute, come la strage delle guardie svizzere, il caso Emanuela Orlandi fino all’Ambrosiano, con l’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus e la maxitangente Enimont riciclata nella banca dei papi. Finché non si fa piena chiarezza, certe vicende rimarranno sospese per sempre (…). Penso che, se queste carte diverranno pubbliche, l’azione di riforma avviata da Ratzinger avrà una sua inevitabile accelerazione. La conoscenza determina il cambiamento. E sarà di ristoro per chi subisce in sofferenza e solitudine quanto accade nella curia romana, senza poter intervenire come vorrebbe. L’impotenza è il sentimento più diffuso. Non possiamo fare niente perché non ne abbiamo il potere. Non possiamo fare niente perché certe realtà fanno parte del Vaticano e tutti temono forse che cambiare sarebbe un’implicita ammissione di errore.”

Gli incontri tra Nuzzi e l’uomo ormai stanco di tacere, si susseguono nel tempo, con la massima riservatezza. Entrambi hanno un fine comune: svelare la verità o, almeno, parte di essa. Si comincia con il direttore di “Avvenire”, Dino Boffo.

“Boffo è stato fatto a pezzi da una campagna mediatica basata in gran parte su dati falsi, ha raccolto elementi di assoluta gravità sui più stretti collaboratori del papa e ha deciso di renderli noti al segretario particolare del pontefice. Se Boffo ha detto la verità, ci sarebbero stati provvedimenti contro il cardinale Bertone e Vian, se invece Boffo ha scritto cose non vere, non merita certo ruoli di responsabilità, anzi va messo ai margini del sistema essendosi permesso di gettare ombre sui collaboratori più stretti del papa. Tra l’altro non è nemmeno un ecclesiastico, ma un laico, non gode quindi di quel minimo di tutela in più che in Vaticano viene riservata a chi indossa la tonaca. Invece Boffo viene valorizzato; Vian, il presunto “postino dei veleni”, rimane al suo posto, alla strategica direzione del quotidiano della Santa Sede, come pure il cardinale Bertone, numero due del Vaticano.”

La lista è lunga. Si pensi anche a Carlo Maria Viganò, che viene inviato negli USA come nunzio apostolico. Qui si ritrova a gestire i conti della Chiesa negli Stati Uniti, terribilmente compromessi dagli esborsi per i processi ai sacerdoti pedofili e per i risarcimenti dati alle vittime, onde evitare i tribunali e tutte le conseguenze che ciò avrebbe comportato. Si parla di decine e decine di milioni di dollari…

“Il nuovo nunzio analizza i conti e si accorge che mancano i fondi. Il fenomeno dei risarcimenti rischia di mettere in ginocchio la Chiesa cattolica negli Stati Uniti. Così Viganò gira il problema direttamente alla Santa Sede. Fa predisporre un messaggio cifrato, utilizzando codici criptati che ricordano quelli della Seconda guerra mondiale. Messaggio da mandare subito a Roma per far capire che la situazione potrebbe precipitare. Viganò batte cassa (…). La vicenda della pedofilia ha inciso sulle finanze, con i risarcimenti alle vittime, ma sta anche generando un danno indiretto. Lo scandalo compromette l’immagine della Chiesa, andando di conseguenza a incidere sulle offerte. Di certo l’andamento delle finanze è una delle maggiori preoccupazioni in Vaticano. La gioiosa macchina delle offerte non macina più le entrate di una volta, quando durante tutto l’anno si poteva scommettere sulla generosità dei fedeli. E senza denaro non si può che rinunciare alla propria influenza (…). Intorno al papa si anima la variegata umanità delle offerte che vede proprio nel pontefice il riferimento principale, la figura catalizzante (…). Oltre a essere pastore del diciassette per cento della popolazione mondiale, è alla guida di un regno senza confini che vede nella Santa Sede il suo cuore pulsante. A lui si rivolgono 4.500 vescovi, 405.000 sacerdoti, 865.000 religiosi, fino a i diaconi permanenti, ai laici missionari e a oltre due milioni di catechisti. Oltre appunto ai fedeli cattolici. C’è chi offre per la gioia di donare, in sintonia con lo spirito cristiano. Chi spera di riconciliarsi e strappare un perdono. Chi una benedizione. E c’è anche chi apre il portafogli per puro interesse. Si elargisce per accreditarsi, per il rinnovo di un incarico o di un appalto. O anche solo per ottenere un’udienza o una fotografia.”

Gli oboli arrivano da noti e facoltosi banchieri, da famosi giornalisti, come Bruno Vespa, da generosi industriali. Tutti concorrono a rimpinguare le casse della Chiesa. Danno soldi per togliersi peccati e colpe? Può darsi…

Il teologo spagnolo Adolfo Nicolás, appartenente alla Compagnia di Gesù e a capo del più numeroso e potente ordine religioso del mondo, nel 2011 scrive al pontefice, e tra le altre cose gli dice:

“Perché regna tra i funzionari responsabili in Vaticano una paura paralizzante invece di collaborare con cristiani colti, competenti e aperti, di entrambi i sessi, in ogni ambito, per porre in modo onesto alle questioni veramente urgenti di oggi e cercare di risolverle? Perché invece la paura? Perché il denaro gioca un ruolo centrale presso i diversi pastori della curia romana, in alcune diocesi europee, come anche nel patriarca di Gerusalemme? Dov’è la forza nella curia per combattere la tentazione del potere? Dov’è l’umiltà e la libertà donata dallo spirito?”

Ma la Chiesa ha altri problemi: anche la politica sta cambiando, e le casse della Santa Sede rischiano ulteriori contraccolpi.

“Nel 2006 i radicali Marco Pannella ed Emma Bonino denunciano alla Comunità europea il privilegio che l’Italia avrebbe accordato alla Chiesa esentandola dal pagamento dell’Ici (l’imposta comunale sugli immobili) sugli edifici non utilizzati per fini religiosi. Nel mirino finiscono quei beni “commerciali”, ospedali, scuole e collegi la cui esenzione delle imposte non è stata sancita con i Patti lateranensi. Nel 2010 l’antitrust europeo apre una procedura d’infrazione contro l’Italia, accusata di “aiuti di Stato” alla Chiesa cattolica non previsti né accettabili (…). L’Italia dovrà chiedere alla Chiesa di pagare quanto finora non sborsato. Un importo consistente: la sentenza è retroattiva e farebbe partire i conteggi dal 2005, con tanto d’interessi. Di quanto parliamo?-secondo le stime non ufficiali dell’Agenzia delle entrate, si tratterebbe di un potenziale introito di due miliardi di euro all’anno (…)- Di fronte alla recessione mondiale, alla crisi economica che colpisce le famiglie, all’imposizione di nuove tasse e di tagli, è difficile spiegare certi aiuti, mantenere privilegi (…). L’esenzione dell’Ici accordata alla Chiesa è un privilegio indigeribile per la “laica” Unione europea.”

È necessario trovare una soluzione: si incontrano il ministro dell’Economia Tremonti e il professor Gotti Tedeschi, presidente dello Ior. Si deve lavorare ad una norma che eviti la maxi multa…

“A metà febbraio 2012, Monti annuncia la rivoluzione: arriva l’Ici sui beni della Chiesa. Dovrà essere pagata non sulle strutture religiose ma su quelle commerciali: alberghi, scuole, ospedali (…). Il luogo di culto verrà ancora affrancato dal pagamento delle tasse ma la mossa equipara le attività commerciali degli ecclesiastici a tutte le altre.”

Lo Stato nello Stato. Interdipendente e autonomo, prosegue comunque il suo corso, tra intrighi, sotterfugi, menzogne, mancata chiarezza. La sua potenza è immane, e i suoi tentacoli arrivano ovunque, anche negli angoli più remoti del globo. Anche nell’Illinois… Il governatore, il signor Quinn, concorre ad un’onorificenza da parte della rappresentanza pontificia della Comunità di Sant’Egidio, per aver soppresso, in tale Stato, la pena di morte. Ma, chi tira le fila, si oppone fermamente: il governatore non è meritevole di questo riconoscimento perché ha promosso la legge sul matrimonio omosessuale, è a favore dell’aborto e ha ritirato alla Chiesa cattolica il diritto di poter contrattare con le agenzie federali per le adozioni dei minori. Tutto questo è assolutamente assurdo!

“Il gioco di potere si sviluppa in un clima di crescente tensione. C’è paura a criticare i superiori ed esprimere il proprio dissenso. Il rischio è di subire rappresaglie o trasferimenti. Nel piccolo Stato si consumano lotte senza esclusioni di colpi: gelosie, invidie, casi di carrierismo, interessi personali. Tutto questo scatta soprattutto quando si aprono partite in cui il denaro, declinato in ogni sua espressione, il potere o entrambi in un’unica partita diventano motivo di contese sotterranee. L’etica sparisce. Lo scontro tra cardinali, cordate e fazioni, si fa duro. E diventa sempre più attuale il monito che Joseph Ratzinger lanciava dia nel lontano 1977: “La Chiesa sta diventando per molti-scriveva l’allora porporato-l’ostacolo principale alla fede. Non riescono a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano perlopiù ostacolare il vero spirito del cristianesimo”. Trame e lotte intestine fanno parte della storia della Chiesa, ci sono sempre state ma mai come oggi. Mai i mezzi si sono fatti tanto spregiudicati. Mai i toni hanno superato certi livelli. Soprattutto, mai il Santo Padre è stato chiamato in causa, tirato per la tonaca in modo così diretto.”

Dalle ore 20 del 28 febbraio 2013 Ratzinger non è più papa; lascia il soglio pontificio dopo diciassette giorni dal suo annuncio, e termina il suo pontificato con queste tristi, accorate parole:

Sono un semplice pellegrino che inizia la sua ultima tappa su questa terra. Grazie a tutti e buonanotte.”

La causa principale, come dichiarato dallo stesso Benedetto XVI, sarebbe l’insonnia, che non gli lascia tregua dall’agosto 2005. Ancora le sue parole che giustificano la sua scelta sofferta:

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.”

Nel libro “Luce del mondo” del 2010, il papa aveva già probabilmente prospettato questa ipotesi. Sempre sue le parole:

“Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi.”

Ma quello è il periodo in cui gli scandali sono all’ordine del giorno all’interno delle mura leonine, e Benedetto XVI combatte come forse mai nessuno prima di lui, pertanto aggiunge:

“Proprio in un tempo come questo si deve tenere duro e sopportare.”

E quindi, le motivazioni relative alla scelta di dimettersi, sono riconducibili esclusivamente al suo precario stato di salute o c’è anche altro? Quanto hanno inciso gli scandali, le oscenità e il serpeggiare, anche malcelato, di chiacchiere, intrighi, gelosie, raccomandazioni e scontri interni di varia natura? Nessuno potrà mai saperlo fino in fondo. Tutti, possiamo solo essere grati a questa persona che, con coraggio e audacia, ha denunciato malfatti, corredandoli di relativa documentazione, di cui, diversamente, non avremmo avuto modo di venirne a conoscenza. E il giornalista Gianluigi Nuzzi, che con grande zelo ed enorme professionalità, ha reso noto a tutti, nero su bianco, quanto accade oltre il portone di bronzo, tra rosari, immagini votivi e ceri accesi…

La fede può essere altro, certo, ma dove c’è potere, dove ci sono conti correnti con troppi zeri, non ci può mai essere lealtà, onestà e correttezza.

Non era mai successo. Nessuno era riuscito ad accedere nella stanza del papa e a leggere le sue carte riservate. Centinaia di documenti che svelano la quotidiana precarietà della Chiesa, tra affari assai poco trasparenti e congiure di palazzo. Gianluigi Nuzzi, dopo “Vaticano S.p.a.” sullo scandalo dello Ior, racconta, grazie alle carte fornite da una fonte segreta, le storie, i personaggi e i travagli che dividono oggi la Chiesa e che coinvolgono l’Italia e la sua politica. Anche quella del governo Monti. Le lettere di Boffo, l’ex direttore bruciato da veline di palazzo, quelle di Vigano che, dopo aver fatto risparmiare milioni al Vaticano, è costretto alle dimissioni, le donazioni private (anche quelle di Bruno Vespa), le raccomandazioni a Gianni Letta, il problema dell’Ici secondo i rapporti riservati del presidente dello Ior Gotti Tedeschi, il caso Ruby e Berlusconi (“vittima di una magistratura politicizzata”), gli incredibili pedinamenti degli 007 vaticani in territorio italiano, le verità sui Legionari di Cristo e la pedofilia in una testimonianza mai resa pubblica, le intemperanze di molti vescovi in ogni parte del mondo. Persino un incontro segreto tra Napolitano e il papa dì cui nessuno è a conoscenza. E don Juliàn Carrón, leader di Cl che accusa la diocesi di Milano di simpatie politiche. Nuzzi annoda i fili delle storie che insieme si leggono come se fossero capitoli di un thriller.

Gianluigi Nuzzi, milanese, è autore di diverse inchieste e scoop che hanno avuto vasta eco, anche internazionale. Nel 2009 Vaticano S.p.A. (Chiarelettere) rivela, grazie alle carte segrete di monsignor Renato Dardozzi, gli scandali finanziari e politici dei sacri palazzi, accelerando le dimissioni del presidente dello Ior Angelo Caloia, in carica da vent’anni. Nel 2012 Sua Santità (Chiarelettere) rende pubbliche le carte riservate del papa, stravolgendo gli equilibri di potere vaticani e facendo scoppiare una crisi che contribuirà alle dimissioni di Ratzinger nel 2013. Nel 2015 Via Crucis (Chiarelettere) racconta la lotta di papa Bergoglio per una Chiesa più trasparente e cristiana svelando nuovi documenti segreti. Per questo l’autore sarà processato e poi prosciolto. Nuzzi ha anche ideato e condotto la trasmissione Gli intoccabili su La7 e attualmente conduce su Rete 4 Quarto grado, incentrata sui grandi casi di cronaca che appassionano e dividono l’opinione pubblica.

Autore: Gianluigi Nuzzi
Editore: Chiarelettere
Collana: Principioattivo
Edizione: 6
Anno edizione: 2012
In commercio dal: 24 maggio 2012
Pagine: 343 p., Brossura
EAN: 9788861900950

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Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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