
Non sei tu che trovi l’amore, è lui che trova te. Ha un po’ a che fare con il destino, il fato e quello che è scritto nelle stelle. (Anaïs Nin)
Ultimo lavoro letterario di Giulio Perrone il cui titolo rievoca “Parole, Parole” canzone scritta da Leo Chiosso e cantata da Mina nel 1972.
Romanzo ambientato a Roma dove dieci personaggi vivono ventiquattro ore della loro vita; tutti in qualche modo uniti tra loro. Alla fine dell’unica giornata in cui si sviluppa la narrazione, si incontreranno per giocare una partita di basket come ai tempi della scuola.
Uomini e donne con vite non proprio lineari e relazioni sentimentali ingarbugliate e insoddisfacenti. Microcosmi creati ad arte dove rifugiarsi per sfuggire a sé stessi e dove nulla è come appare. Maschere di pirandelliana memoria, indossate alla stregua di un abito da cambiare in virtù della circostanza, del momento e di chi ci sta accanto. Maschere e pochi, pochissimi volti. Superficialità di pensieri e azioni, sorrisi di circostanza e lacrime di coccodrillo; ipocrisia, falsità e tornacontismo, fanno da sfondo a una povertà d’animo che raggela. Deliri di onnipotenza, sindromi da piedistallo e atteggiamenti da Esseri di vitale importanza per reggere le sorti di un piccolo mondo costruito sull’argine di un fiume che, alla prima piena, trascinerà con sé ogni cosa senza guardare in faccia nessuno, senza alcuna pietà e senza fare sconti. Eppure, della precarietà di ogni esistenza umana sembra che nessuno se ne curi, non interessa, convinti tutti di essere eterni e immortali e che niente o nessuno possa bloccare l’ascesa di una vetta sempre più irraggiungibile. Ma qual è il prezzo da pagare? Quanto può durare il riflesso di un’ immagine distorta della propria vita? Quanto impiega un gigante coi piedi d’argilla a sgretolarsi? Cosa occorre prima di riuscire a comprendere che la perfezione non esiste e che l’accettazione del proprio Essere, con pregi e difetti, vizi e virtù, è l’unica via da perseguire?
Giulio riesce a percorre i labirinti della mente dei propri personaggi mettendone a nudo le fragilità, le paure, i sentimenti, i tormenti e il dualismo presenti in ognuno di loro. Li incastra meglio dei tasselli di un puzzle, fa emergere la precarietà e la debolezza al pari di fuscelli in balìa del vento. Li piega , li strattona, li fa cadere e rialzare rendendoli consapevoli dei loro limiti, delle loro contraddizioni più profonde, ma anche della forza, del coraggio e della volubilità che alberga in ognuno di essi.
Qui trovano posto narcisisti, donne insicure e bisognose di conferme della loro bellezza, vittime di una giovinezza che sfiorisce difficile da accettare, col tempo che scorre e che lascia segni su un corpo in competizione con quello fresco di una ventenne; l’uomo dalla carriera affermata ma alla ricerca di nuovi stimoli ed emozioni; genitori incapaci di assolvere il proprio ruolo.
Tutti cercano qualcosa altrove, al di là della propria casa, della famiglia, del lavoro, degli affetti; altrove anche da sé stessi all’interno di una dimensione non ben definita; in una sorta di teatro dove va in scena la ricerca spasmodica dell’amore, per sentirsi vivi, utili, accettati e per tentare di avere un posto nel mondo. Ma l’Amore non si cerca e non si trova, è lui a farsi trovare quando, dove, come e meglio crede. Gioca a nascondino e resta nel suo rifugio fino al momento in cui decide di puntare su un mismatch col prescelto di turno. Ma alla fine, l’Amore, arriva? Forse si, dove non lo aspetti, quando non ci pensi e/o non ci credi più, quando sei convinto di non meritarlo. Perché alla fine è lui che detiene il potere del e sul mondo, che muove i fili rivoluzionando ogni cosa.
Una lettura piacevole, scorrevole, intrigante, coinvolgente, introspettiva e che induce alla riflessione. Mette in evidenza l’importanza della comunicazione, di quanto sia necessario affrontare quei demoni che ognuno di noi si trascina dietro come una zavorra. Esalta la caducità della vita e dell’Essere Umano, lo scorrere del tempo e di come ogni cosa possa cambiare radicalmente da un momento all’altro.
Un libro da regalare e regalarsi e che lascia aperto uno spiraglio su un possibile e auspicabile sequel.
Lettura assolutamente consigliata.
Teresa Anania
Scorrono senza essere davvero vissute le dieci vite che attraversano l’intera giornata di questo romanzo. Personaggi che abitano, quasi come ospiti, esistenze incasellate, ligi ai ruoli di padri amorevoli, mariti presenti, docenti irreprensibili, madri attente, donne senza cedimenti, professioniste impeccabili. Ma l’equilibrio che hanno faticosamente trovato rischia di saltare.
Chiusa la porta di casa o dello studio, si rivelano uomini e donne in fuga dal presente in cui sono costretti, che guardano con nostalgia e rimpianto a una stagione passata, quella in cui i sogni si potevano ancora rincorrere. Adesso, invece, si sentono intrappolati in un’idea di sé distorta e in cui non si riconoscono. Negarsi la possibilità di esistere in modo autentico li fa soffrire, ma non hanno il coraggio di confessare chi sono e cosa desiderano davvero. Nulla cambia, senza un dissesto, eppure non hanno la forza di scatenare questo terremoto. Giulio Perrone mette in scena una serie di doppie vite che procedono parallele, a volte sembrano a un passo dal cedere, altre volte vicine a un gesto rivoluzionario capace di stravolgere tutto. Nessuno di loro ha fatto però i conti con il potere del caso, capace di scoperchiare vasi che sembravano ermetici. Nessuno di loro è preparato a mostrare la maschera che da troppo tempo indossa.
AUTORE: Giulio Perrone
TITOLO: Tante Parole, Poi l’Amore
EDITORE: SEM
COLLANA: SEM Classic
USCITA: 08.10.2024
PAGG. :144 – Brossura
PREZZO: €. 17,00
EAN: 9788893906258
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