“Teresa degli Oracoli”, di Arianna Cecconi
Introduzione
Come scegli ciò che scegli? … Le cose invisibili e i segreti non perdonano mai la distrazione e la fretta. Non si può ascoltarli facendo altro. … Per alcuni il panorama delle scelte è così vasto da far venire le vertigini e per altri la bussola delle possibilità è grande come un sassolino, lo puoi mettere sotto il guanciale e dormirci sopra, che tanto domani sarà uguale a oggi. … (A. Cecconi)Recensione
Romanzo d’esordio per Arianna Cecconi, antropologa che vive tra l’Italia e Marsiglia, autrice però di numerosi saggi antropologici. “Teresa degli Oracoli” è la storia di una famiglia tutta al femminile, dove gli uomini, figure marginali, hanno un ruolo di secondo piano, poco rilevanti e quasi totalmente assenti. Una famiglia con trame che si dipanano in dinamiche a tratti ingarbugliati, tra segreti, profezie, desideri repressi, conoscenze taciute e verità nascoste. Una famiglia tutta al femminile perché famiglia finisce con la A, quindi è femmina. Al vertice, Teresa, matriarca della famiglia, nonna di Nina, io narrante dell’intero romanzo. Teresa, custode di un segreto talmente importante da doverlo fagocitare, reprimere e sopprimere dentro di sé fino al punto di perdere l’uso della parola e rimanere immobilizzata a letto, in attesa della morte, per dieci lunghi anni. Cosa nasconde Teresa di così grave da scegliere il silenzio piuttosto che rischiare di svelarlo? Un libro particolare in cui trovano spazio i sogni, i riti, le tradizioni, gli oracoli. E’ un romanzo in cui a urlare forte è proprio il silenzio, il non detto, le cose taciute e tutto ciò che giunto alle orecchie giuste svela e rivela una moltitudine di confusione; ma è anche e soprattutto, un romanzo di aggregazione familiare, complicità femminile, di amore, di speranza e di rinascita. Ed è proprio l’amore il comune denominatore che lega sei donne, differenti per cultura e generazione, sotto lo stesso tetto nella casa del fico in pianura padana. Nina, ricordiamo, è l’io narrante dell’intera saga familiare, dove intrecci, eventi del passato che ritornano anche in maniera imponente, fantasia e ricordi, formano un’esposizione ricca di espressività e spunti di riflessione sulle scelte che spesso si compiono in maniera superficiale ma che finiscono col pregiudicare l’intera vita. Quanto pesa il passato sulla vita presente e quanto riesce a pregiudicare quella futura? E’ più difficile tacere o parlare? Svelare un segreto doloroso che avrà conseguenze certamente funeste oppure omettere la verità e soffrire in silenzio? E’ inevitabile, qualunque sia la scelta, la lotta intima, estenuante e quotidiana culminante inesorabilmente in quel senso di colpa che conduce a vivere un’esistenza sospesa nel tempo con la costante inquietudine del verificarsi di eventi disastrosi e, nel frattempo sopravvivere aspettando la morte. Vita e morte, ricordi e memoria che svanisce, passato e presente, amore e sofferenza, parole e silenzi, sogno e realtà, religione e riti propiziatori, fragilità e forza; qui tutto è il contrario di tutto; è il romanzo degli opposti e in alcuni casi delle contraddizioni. Una famiglia nella quale non c’è posto per gli uomini, figure marginali delle quali si può fare a meno una volta compreso che nessuno uomo potrà mai essere in grado di fare gli stessi sacrifici di una donna tanto nei confronti della famiglia, quanto nei confronti del proprio partner. Non c’è posto per gli uomini nella casa del fico, perché casa e famiglia terminano con A e quindi sono femmine. L’uomo, forse, non conosce il significato dell’amore incondizionato neanche verso i propri figli cui spesso, pur se involontariamente, finisce col fare del male. Solo una donna riesce ad andare oltre, oltre il dolore, oltre le sofferenze, oltre le lacrime, oltre anche la morte, amando di un amore puro e senza condizioni, senza motivazioni, al di là del tempo e dello spazio.Conclusioni
E’ una lettura leggera, piacevole, scorrevole, mai banale; avvolta da quell’alone di mistero e consapevolezza che il destino, nonostante l’illusione del libero arbitrio, avrà sempre e comunque l’ultima parola. La narrazione è avvincente, ricca di intrecci ognuno dei quali prova a raccontare la propria verità conducendo il lettore a porsi alla fine più di una domanda: Cosa ci porta a scegliere ciò che scegliamo? E perché una scelta dolorosa a volte è più facile da fare? Di cosa abbiamo paura? Perché scegliamo la via del silenzio ingoiando un segreto e, tacendo la verità, attendiamo la morte che metterà fine a tutto, invece di affrontare la vita guardandola negli occhi? Da cosa e da chi fuggiamo, dagli altri o da noi stessi e dai nostri sentimenti? Un romanzo coinvolgente dalla prima all’ultima pagina e di cui consiglio sicuramente la lettura.Teresa Anania