Teresa Filangieri, Una duchessa contro un mondo di uomini.
Il libro si colloca nel genere romanzo storico. Narra infatti della vita e delle opere di Teresa Filangieri, nipote del celebre filosofo illuminista Gaetano e figlia del generale Carlo.
Suo padre voleva, come di consuetudine, un maschio e mai riuscì a consolarsi del tutto di questo scherzo del destino, come soleva considerare la nascita di una terza figlia femmina; ragion per cui i primi anni di vita di Teresa mancarono di quell’affetto paterno, che lei però con il tempo imparò a guadagnarsi, sviluppando “un cuore intrepido di maschio” e un’indomita capacità di far fronte alle battaglie, proprio come suo padre aveva fatto, giovanissimo, mettendo in fuga russi e austriaci al fianco di Napoleone.
Teresa sposa il duca Ravaschieri Fieschi di Roccapiemonte da cui ha una figlia, Lina, che morirà a soli 12 anni. E’ proprio dalla ricerca di una composizione possibile di questo terribile dolore inferto al suo cuore di madre che ha inizio la sua attività filantropica.
In una Napoli ottocentesca, dolente e stracciona, misera e affamata, provata dal colera e da un’indigenza cronica, esasperata dopo l’unità d’Italia dall’aumento della tassa sul grano, Teresa raccoglie i più miseri dalla strada, insegna loro a leggere e a scrivere, li assume in casa come inservienti o, semplicemente, procura loro da mangiare. E’ protagonista di tutta una serie di iniziative umanitarie, l’allestimento di cucine economiche per sfamare il popolo, le case di accoglienza per l’infanzia abbandonata, altrimenti destinata alla delinquenza ed alla prostituzione. Al centro del romanzo lei, Teresa, che corre, lotta, combatte, si sporca, non dorme, si scaglia, rompe argini e convenzioni, si riduce, nella disapprovazione generale, come una contadina con le mani rovinate e i guanti rattoppati per investire tutto nei suoi progetti filantropici. Elimina il superfluo, gli sprechi, chiede al marito parte della sua dote per dare il via all’ospedale pediatrico da cui nascerà poi il Santobono.
Un racconto in cui non sono risparmiati dalla penna dell’autrice i particolari più tragici e realistici, gli umori, le voci, le visioni e gli odori. Tutti i sensi sono fortemente coinvolti, dalla vista al tatto all’olfatto con descrizioni precise di luoghi putridi e infetti, maleodoranti, abitati da cimici e pidocchi, dove i derelitti giacciono ricoperti da stracci infetti su giacigli di paglia.
“Contro un mondo di uomini” significa proprio questo, la battaglia di questa donna contro l’arroganza, l’ignoranza, la sordità dei burocrati, degli uomini di potere, nascosti dietro leggi fatte da uomini per altri uomini e tese solo alla conservazione del privilegio. Ma Teresa, eroina dal volto umano, cui la storia non ha riconosciuto il giusto tributo, riuscirà nel suo intento.
Donatella Schisa
Titolo : Teresa Filangieri, una duchessa contro un mondo di uomini
Autore: Carla Morrone
Editore : Scrittura & Scritture
Collana : Voci
Prezzo : € 13,50
Carla Marcone è nata a Napoli in una calda notte di luglio, mentre nel mondo echeggiava la rivolta e le streghe tornavano bruciando il reggiseno in piazza.
Crescere in una famiglia di stampo patriarcale, dove, però, erano le donne a portare i pantaloni, ha sviluppato in lei un estremo senso di ribellione contro ogni sopruso, contro ogni ingiustizia.
I suoi personaggi, di cui l’autrice racconta in uno stile fatto spesso di parole sussurrate che nascondono segreti, affrontano nella maggior parte dei casi il proprio destino spinti dalla molla del “adessovifacciovedereiodicosasonocapace”, talvolta uscendone vittoriosi, altre delusi e sconfitti; ma è la vita, sì la vita, quella vera, quella della gente comune che Carla Marcone trasporta, riveduta e corretta dalla fantasia, nei suoi romanzi.
Ha pubblicato il racconto Favola d’Aprile (2004), e i romanzi Fiori di carta (Scrittura&Scritture 2006) e Teresa Filangieri. Una duchessa contro un mondo di uomini (Scrittura&Scritture 2017).
La trama
All’indomani dell’Unità d’Italia, in una Napoli preda della miseria, dove i bambini poveri sono abbandonati al proprio destino e le orfane spesso diventano spose raccattate o suore senza vocazione, una duchessa attraversa i vicoli lerci, bussa alle porte dei bassi, interroga il popolo per aiutare e non per sedurre con promesse irrealizzabili. In questa Napoli lazzara di Michele ‘o Belzebù, dove l’azzurro degli occhi di Raffaele si sporca col nero della superstizione della schiena ingobbita del buon Alfonso, Teresa Filangieri concepisce un progetto ambizioso: far costruire il primo ospedale pediatrico. Deve però scontrarsi con il mondo degli uomini, quegli stessi, padri e mariti, a cui le donne ancora appartengono di diritto. Sfida le convenzioni, raccoglie dalla strada gli scugnizzi, ferite che bisogna cominciare a disinfettare. Carla Marcone mette in scena una Napoli in cui la storia viaggia per conto proprio, separata nei tempi e nei modi dal resto d’Italia, dove vivere è una ricompensa e morire spesso è un privilegio, e ridona luce a una donna dai natali illustri, animata dalla passione civile, dall’amore verso i più deboli, ma dimenticata dalla Storia.