Teresina di Marina Mobilio

Teresina di Marina Mobilio, Brè edizioni.

Recensione di Gianna Ferro

Teresina

TERESINA è un romanzo di Marina Mobilio, edito da BRÈ Edizioni nel 2022.

È una storia d’amore, di passione, di guerra, di amicizia e di dolore.
Nel 1890 di figli se ne facevano tanti, soprattutto nel sud dell’Italia ed è qui in un paesino della Lucania, Atena, che Teresa nasce e cresce.
“Terremoto” veniva apostrofata in famiglia perché tutto quello che faceva sconvolgeva il loro vivere quotidiano. Bambina forte e determinata, ultima figlia di un bravo medico, viveva le sue giornate come imponeva l’educazione alle donne dell’epoca: cucire, ricamare, tessere. Teresa avrebbe tanto voluto studiare, ma non le era stato permesso, si accontentava allora dei racconti del padre, dei libri e delle riviste che lui le procurava.
Un viaggio a Napoli con la mamma e il papà fu l’inizio di un sogno durato tutta la vita. La bellezza, i vicoli affollati, la solarità della gente di quella città avevano accecato i suoi occhi e conquistato il suo cuore.

“Sono alla fine entrata nel mondo dei miei sogni, al di là dei miei monti, al di là dei miei boschi e torrenti, delle capre e dei muli!”


Era una splendida giovinetta, ormai, e le venne presentato un giovane di buona famiglia destinato a diventare un docente universitario di veterinaria e, guarda caso, proprio in quella Napoli che lei tanto anelava. Ma il destino scelse per loro Torino.

Non fu un colpo di fulmine, ma Teresa, anzi Teresina, come ora il suo Giuseppe la chiamava, promise a se stessa che sarebbe stata una buona moglie. Nella città piemontese Teresina e Giuseppe avevano una discreta vita sociale: il teatro, l’Opera in particolare, nuove amicizie e la sua affamata voglia di leggere tutto quello che si era persa, non avendo potuto proseguire gli studi. Anche i sentimenti per Giuseppe crescevano un po’ per volta, forse per la dolcezza e il rispetto di lui o forse perché lei aveva voglia di amare.

“È questo l’amore? L’amore tra una donna e un uomo, la passione di cui ho sentito parlare dalle mie amiche al paese, l’amore di cui ho letto e continuo a leggere nei romanzi?”


Teresina faceva tutto con amore, ma ben presto la probabilità di un futuro conflitto e di un imminente trasferimento a Modena del marito la destabilizzarono anche perché aveva in grembo il loro bambino. Ma lei, coraggiosa com’era, seguì il marito con dedizione e orgoglio. Purtroppo, il 14 dicembre del 1914 si contavano già i primi morti di guerra, tanto che Giuseppe decise di portare lei e il loro bambino, Mimì, a casa in Lucania. Teresina era incinta del secondo figlio, Francesco, che nacque pochi mesi dopo. La guerra inesorabilmente divise i due sposi e nel 1916 con l’ingresso dell’America il conflitto divenne ancora più devastante.
I due coniugi si trasferirono a Parma, città in cui Giuseppe aveva assunto un nuovo incarico e fu qui che lei dovette dire addio al suo uomo. Purtroppo, il giovane medico venne contagiato nel suo laboratorio, un’infezione da bestia a uomo, e non sopravvisse alla malattia.
Da quel momento in poi Teresina, carica di dolore, con due figli piccoli, mostrò tutta la sua tenacia, il suo coraggio, tutto in nome di quell’amore che era stato la sua forza fino ad allora. Non voleva tornare a stare al paese e, in virtù di voler dare un avvenire migliore ai suoi figli, si trasferì a Napoli, la città dei suoi sogni.
È qui che inizia la storia di Teresina, una donna senza paura, mai arrendevole alle grandi difficoltà che la vita, da vedova con due figli, gli propinava. È stata forte, caparbia, si è creata un lavoro che ha dato pane e fatto studiare i due amati Mimì e Francesco. Ma i tempi bui non erano finiti, la “grande guerra”, invece, sì, conclusasi nel 1918.
Altra crisi, quella economica, e un grave virus, l’influenza “spagnola”, si abbatté sul popolo napoletano. Teresina si rimboccò le maniche e riuscì a tenere unita la sua famiglia.

“A Milano nel marzo 1919 il giornalista Benito Mussolini, socialista romagnolo, aveva fondato i Fasci italiani di combattimento con l’appoggio di un piccolo gruppo di ex-combattenti delusi e frustrati e con l’intento di rivendicare i diritti dei reduci dopo la vittoria sull’Impero Austro-Ungarico.”


Gli occhi di Teresina parleranno per lei. Ci leggeremo la disperazione, la sopravvivenza, le lotte, l’orgoglio di essere donna e di aver diritto al voto. Si informava attraverso conoscenti, ascoltando la radio, leggendo, pronta all’impossibile, per trovare sempre una soluzione giusta per il bene dei suoi figli. Era una donna libera e sola e questo la faceva sentire ancora più responsabile delle sue decisioni.
Intanto i due ragazzi crescevano e la rendevano sempre più orgogliosa. Giorni felici, spensierati attraversarono la vita di Teresina, i suoi sacrifici erano stati ripagati. Il suo incondizionato amore per i figli e il valore dell’amicizia incontrata a Napoli le riscaldavano il cuore. Ma la vita non è spesso generosa e benevole con chi fa proprio dell’amore, per sé e per gli altri, una ragione per vivere. Giorni, mesi, anni lunghi e terribili si profilavano all’orizzonte.
Una nuova guerra, la seconda, le violenze della dittatura fascista, l’orrore incomprensibile delle leggi razziali, i bombardamenti e la fame arrivarono travolgendo città e persone, incondizionatamente anziani, giovani e bambini. Ma il dolore, la macchia più scura che copre il cuore, Teresina non lo aveva messo in conto. Quante cose ancora avrebbe dovuto sopportare?
Rialzarsi era la sua forza, ma lungo e difficile era stato il percorso. Un altro paese, altre felici conoscenze, altri episodi cruenti e indelebili la aspettavano. Bisognava sperare e credere che luce nuova arrivasse.

“Teresa ne aveva passate tante durante la Grande Guerra, ma questo conflitto era davvero mostruoso.”


Avrà trovato serenità Teresina, quella tiepida felicità di una vita tranquilla e piena d’amore?
Questo romanzo è un balsamo per il cuore. Una donna che attraversa il disastro di due conflitti mondiali, di epidemie e tutte le conseguenze che una guerra si trascina. La speranza è ciò che Teresina non ha mai perso. Ha lottato per sé, per i figli, per gli affetti a lei cari, con dedizione, altruismo e amore. Ecco, ritorniamo all’amore, la sua grande forza. Una donna moderna, con i suoi princìpi e la sua testardaggine che avrebbe potuto trovare un nuovo amore dopo la morte di Giuseppe e lasciarsi guidare, ma la libertà di decidere delle sue azioni era fondamentale per la sua stessa vita, ma soprattutto per quella dei figli.

“Ho vissuto molto, ho sofferto tanto, ma ho anche amato parecchio e ho ricevuto in cambio altrettanto amore. L’amore vince sempre sull’odio!”


La sua storia dovrebbe essere da esempio per tutte quelle donne che si arrendono alla minima difficoltà.
Teresina è un romanzo di formazione; la scrittura scorrevole, mai sdolcinata è precisa e attenta anche quando racconta fatti realmente accaduti.
I suoi occhi, il suo cuore, la sua energia ci conducono nelle strade, nei vicoli, nei quartieri di una Napoli meravigliosa, anche se deflagrata dalla guerra, che lei tanto ha amato.
Teresina è una donna meravigliosa e io invito tutti a leggere questo romanzo perché qui racconto una piccola parte della sua vita, ma nel libro ce n’è una intera, affascinante, triste, straziante, ma sempre e assolutamente colma d’amore: la vita vera di Teresina.

Il romanzo, ambientato in Italia nella prima metà del ventesimo secolo, è la storia di Teresa, una madre coraggiosa, di solide amicizie, solidarietà, impegni, passioni e scelte difficili, tra guerre, epidemie, dittatura, odio e violenza. Le tragiche vicende storiche sono presentate con gli occhi della protagonista, donna forte e determinata, che nasce in una regione del profondo Sud.
Un matrimonio combinato dai parenti le consente di evadere verso nuove realtà. La Grande Guerra le porta via il giovane marito, resta vedova con due figli in tenera età e priva di sostentamento economico. Nella drammatica situazione in cui si trova catapultata è costretta a una scelta difficile. Sceglierà di vivere a Napoli, la città dei suoi sogni giovanili, la bella Partenope ricca di storia e cultura, dove manterrà agli studi i figli, cucendo per le famiglie del quartiere.
Vivrà l’incubo della terribile influenza “spagnola”, le violenze della dittatura fascista, l’orrore delle leggi razziali, i bombardamenti e la fame del secondo conflitto mondiale, che le causerà nuovi lutti. Riuscirà a superare questa seconda terribile prova aiutata dall’amore dei congiunti e dall’affetto delle famiglie amiche.

Marina Mobilio nata a Napoli il 6 giugno 1950, con una laurea in Matematica ha insegnato in istituti superiori statali, collaborando con le università di Pavia, Pisa e Trieste. Moglie di un matematico, mamma di tre figli e nonna di quattro nipotini, attualmente è impegnata in Fidapa BPW Italy e in Zero Waste Italy. Appassionata di lettura e scrittura ha pubblicato nel 2012, con il Patrocinio della FIDAPA, “Una vita tra le piante – biografia della botanica Elisabetta Fiorini” Pensieri e Parole, nel 2015 “Arcobaleno – emozioni in versi e racconti” Innuendo Edizioni, a novembre 2020 il romanzo “Teresina e la forza dell’amore” Il quaderno Edizioni, di cui ha conservato i diritti d’autrice, nel 2021 il racconto lungo “In viaggio con Carolina” e l’Antologia di racconti “Dove sta Zazà e altre storie” con Amazon.

Autore: Marina Mobilio
Editore: Brè
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 30 giugno 2022
Pagine: 278 p., Brossura
EAN: 9791259702098

Pubblicato da Gianna Ferro

Giovanna Ferro, salernitana, docente di pianoforte, con la passione per lettura e la scrittura. Tiene una rubrica mensile di musica e recensisce libri sul blog culturalfemminile.com. Ha pubblicato un libro di didattica della musica, scritto racconti e poesie pubblicati in varie raccolte.

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