Tornare da bosco, Maddalena Vaglio Tanet

Tornare dal bosco

Tornare dal bosco, Maddalena Vaglio Tanet. Marsilio editore

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I colori dell’autunno in copertina catturano lo sguardo e quel fascio di luce che li illumina mi trascina tra le pagine del libro, sui passi della maestra Silvia che, invece di andare a scuola, entra nel bosco. Sento i suoi “mocassini che calpestano un tappeto di foglie marroni e lucide” e vedo “castagni, nocciole e betulle, chiazze di rivoli di colore, il cielo che tracima dentro i margini delle colline”.

Sono con lei, la seguo con i miei pensieri di insegnante, faccio mie le sue paure e le sue incertezze, ne comprendo le preoccupazioni e quegli inutili sensi di colpa, che si affacciano anche quando si compie scrupolosamente il proprio dovere. Le reazioni impreviste degli allievi possono scardinare tante certezze o confermare qualche dubbio e un suicidio è quanto di peggio possa capitare, è un evento che sconvolge e chiede risposte.

È quel che accade alla maestra Silvia quando una ragazzina della sua classe, Giovanna, decide di togliersi la vita.  Nulla ha più senso per lei, vuole solo allontanarsi da tutti, annullarsi nel dolore e nel ricordo, nei mille perché che continuano a tormentarla. Vuole entrare nel bosco, lasciarsi avviluppare in una mischia di tronchi, spini e fogliame, farsi lei stessa bosco e liberarsi da un senso di colpa che non ha ragione di esistere. Lei, infatti, non ha nulla da rimproverarsi, perché si dedica al lavoro con passione e responsabilità e nei confronti di Giovanna è stata sempre molto attenta, cercando di farle superare tante difficoltà scolastiche e infine, quando si ritrova a darle una lieve insufficienza, agisce con cautela, ne parla con la madre per farsi rassicurare che prenderà la figlia con le buone. Nessuno però può immaginare il seguito e che il “lo dico a tuo padre” si trasformerà in tragedia. “Io mi uccido” dice Giovanna di rimando, ma la madre non le crede e la ragazzina salta giù, perché non vuole essere punita, ma punire.

La maestra, sola nel bosco, è ormai in preda alle allucinazioni, con il cervello che “si logora nel tentativo di far dissuccedere quello che è già successo”, vede Giovanna, i topi con le facce da bambini, segue i propri ricordi, la vita da orfana e gli sguardi abrasivi delle suore, in collegio. 

Continuare il suo viaggio nella coscienza e andare verso la morte, restando per sempre nel bosco, appare l’unica via, ma non ha messo in conto un incontro importante …

E qui entra in campo la figura di Martino, il ragazzino da poco trasferitosi da Torino a causa dei problemi di salute, il quale si avventura nel bosco con la speranza di ritrovarla e diventare un eroe: la sua carta vincente per poter convincere i genitori a tornare a Torino, dove ci sono i suoi amici.

I bambini salvano!

Questo bosco assomiglia solo in parte a quello delle fiabe, in cui i bambini si smarriscono e vengono abbandonati, incontrano l’orco e la strega. Qui, invece, una maestra viene salvata dalla presenza di un bambino e può TORNARE DAL BOSCO, tornare alla vita.

Io invece, quando ormai la maestra fa ritorno, nel bosco decido di rientrare, per soffermarmi più a lungo sul contesto narrativo, su tutti gli altri personaggi con i loro interessanti scorci di vita, tra conflitti coniugali, dipendenze, passato scomodo, violenze subite, desiderio di riscatto e d’amore, amicizie e parentele.

Ciascuno ha la propria storia da narrare (Anselmo, Luisa, Gemma, Lea, Martino, Gianni, Suor Annantonia), che si intreccia con il filo conduttore del romanzo, ma che nella mia prima lettura ho lasciato sullo sfondo, troppo presa da Silvia, che ha fagocitato tutta la mia attenzione, non solo quella degli abitanti del paese.

È per me il momento di seguire gli altri personaggi, di agire da lettrice appassionata e di riflettere sul romanzo che seguo con tanto interesse. 

Rivedo l’inizio “Invece di andare a scuola …” e la fine “Oggi la scuola del Paese è intitolata a lei” e ancor più mi rendo conto dell’attenta opera di ricostruzione di una vicenda realmente accaduta nel secolo scorso, intorno agli anni ’60.

Per la scrittrice ritrovare i fatti che riguardano la sua cerchia familiare è soltanto un primo passo per dar vita all’intera storia, servendosi magistralmente della fantasia, entrando nei personaggi, animandoli di pensieri e azioni, seguendoli nei labirinti delle loro coscienze, per ritrovare negli anfratti più nascosti le verità nascoste di ciascuno.

Un vero lavoro di scavo, che affascina e coinvolge con una prosa che costruisce un agile ponte tra i pensieri di chi scrive e quelli di chi legge.

Un libro da leggere, assolutamente. Parola di insegnante lettrice.

“Se ne stava conficcata nella vita di sbieco, come una vite spanata che non fa presa del tutto e non coincide come dovrebbe con la sua impronta. Forse si era spanata alla morte di sua madre, forse già prima, forse dopo.

“Avrebbe voluto essere brava a scuola soltanto per stupirlo, ma ancora di più desiderava farlo soffrire lei, per una volta, fargli cadere addosso tutta la colpa che aveva.”

MARIA TERESA LEZZI FIORENTINO

l bosco è il bosco, la montagna è la montagna, il paese è il paese e la maestra Silvia è la maestra Silvia, ma è scomparsa. In una piccola comunità agitata dal vento della Storia che investe tutta l’Italia all’inizio degli anni Settanta, Silvia, la maestra, esce di casa una mattina e invece di andare a scuola entra nel bosco. Il motivo, o forse il movente, è la morte di una sua alunna. Non la morte: il suicidio. La comunità la cerca, ma teme che sia troppo tardi, per trovarla o per salvarla, e in qualche modo che queste due morti siano una maledizione. Il paese è di montagna e le paure e i sentimenti, che pure non possono essere negati, non possono nemmeno essere nominati.
Teme il paese il contagio di una violenza tutta umana e mai sopita, una violenza che dopo due guerre mondiali si è trasfusa in una guerra civile, politica. La maestra però non si trova e il paese, per continuare a vivere e convivere con il lutto e l’incertezza, si distoglie. In questa distrazione, Martino, il bambino che non è nato nel paese e nemmeno è stato accolto, tagliando per il bosco incrocia un capanno abbandonato, e nel capanno, color della muffa e dorata come il cappello di un fungo, sta la maestra. Il bambino non dice di averla trovata, e la maestra non parla.
Ma il bambino torna e la maestra, in fondo, lo aspetta. A partire da fatti reali e racconti di famiglia, articoli di giornali, dicerie e mitologie, Maddalena Vaglio Tanet racconta una storia di possibilità e di fantasmi, di esseri viventi che inciampano in vicende più grandi di loro, e di bambini dei quali – come scriveva Simona Vinci, al suo esordio – non si sa niente, se non che sono gli unici a conoscere quanta realtà ci sia nelle fiabe, quanto amore stia nella paura, e quante sorprese restino acquattate nel bosco.

Maddalena Vaglio Tanet (1985) ha studiato letteratura all’Università di Pisa e alla Scuola Normale. Si è poi trasferita a New York per un dottorato alla Columbia University. Adesso abita a Maastricht e lavora come scout letteraria. Ha pubblicato poesie in italiano e tedesco, oltre ai libri illustrati Il cavolo di Troia e altri miti sbagliati (Rizzoli 2020, finalista al premio Strega Ragazzi 2021 come miglior esordio) e Casa musica (come un papero innamorato) (Raum Italic 2022).

Autore: Maddalena Vaglio Tanet
Editore: Marsilio
Collana: Romanzi e racconti
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 28 febbraio 2023
Pagine: 272 p., Brossura
EAN: 9788829717538

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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