Tuamore, Crocifisso Dentello

Tuamore, Crocifisso Dentello. La nave di Teseo

“Qui dentro c’è tutto l’amore che mi hai insegnato a restituirti.”

Leggo seguendo un buon consiglio di lettura, leggo con grande curiosità per il titolo che campeggia sulla copertina sotto i passi di una donna, leggo con tanta empatia, a volte sorridendo e ridendo, coinvolta dalla narrazione dello scrittore e intanto evidenzio tante espressioni che non voglio perdermi.

Chiudo il libro e do ancora uno sguardo alle pagine, poche, è vero, ma di buona letteratura per cantare un inno d’amore alla persona più importante della propria esistenza: la madre, che ti ha dato la vita.

Ogni pagina è così toccante che vorresti averla scritta per la tua mamma e la donna di cui si narra ricorda un poco la sora Lella, sempre allegra, scanzonata, con un lessico tutto suo, con la giovialità e la battuta pronta da regalare a tutti, soprattutto nel momento della sofferenza, che vuole a ogni costo mascherare.

Vien da pensare che anche il tumore potrebbe essere sconfitto da una donna come Melina, proprio per quell’energia che emana.

Leggo di un grande vuoto che trabocca di ricordi e d’amore, è il vuoto che Melina lascia al figlio.

Non è semplice tratteggiare un ritratto di donna che attraversa la vita con pennellate così vive e intime e renderle universali. Crocifisso c’è riuscito e ora appartengono a tutti, a tutto, al mondo della gioia, del dolore, della risata, della contestazione, della sfrontatezza, della sicurezza di sé. Appartengono al mondo filiale legato sempre al ricordo.

E sono ricordi che attraversano il tempo dagli anni 60 ai nostri giorni con la precarietà dell’allora e una vivacità sempre presente in ogni situazione.

Chi narra è un figlio scapolo che ha perso la sua migliore amica. Forse perché non ha mai abbandonato il nido e non ha mai avuto una vita sociale degna di questo nome? È quello che sembra voler evidenziare. Non sono d’accordo. Una mamma per amica si ha indipendentemente da questa situazione particolare, è tutta nel rapporto che si è costruito nel tempo.

La sua lunga lettera alla madre è un tributo da scrittore, un modo diverso per elaborare il lutto.

Scrivere era renderti giustizia, ripagarti di una vita di niente. Scrivere è stato un tentativo di essere figlio fino in fondo.”

Quando racconta di lei, il ritratto che ci consegna è fantastico:

educata a non avere niente e a non desiderare nulla, …. imbottita di sogni, li lasci cadere a uno a uno come sassi sulla strada, … La tua filosofia di vita: mai prendersi sul serio e mai prendere nulla sul serio, … Le urla di una donna sgozzata a fare avanti e indietro durante la gara di ciclismo …

Per non parlare poi delle sue battute, in varie circostanze. Quando si ritrova con la dietologa:

“La dieta la sto seguendo, solo che non sempre riesco a vedere dove va.”

O nei momenti di miserianera, quando la pietanza letteraria era in ricordo dei libri andati via per un piatto di pasta:

“Bè, non male queste sei polpette in cerca d’autore”

 oppure:

“a te tocca il petto di pollo dimezzato, a me l’aragosta inesistente.”

O in tutta risposta dalla dottoressa che le dice:

«Signora bella, gli esami non vanno benissimo.»

«Eppure giuro che mi applico. Lei è un po’ severa con i voti.»

Parole e gesti che vogliono esorcizzare il male e sfidare la paura, come il “tuamore” che Crocifisso sceglie per mascherare il male con l’amore.

E quando al figlio viene chiesto in prestito un libro horror, lei pronta suggerisce:

«Dalle da leggere le mie cartelle cliniche, se vuole davvero cagarsi sotto dalla paura».

Melina, un nome che risuona nella mente del lettore con la sua grande voglia di vivere affrontando ogni ostacolo, un messaggio di coraggio, di resilienza per tutti.

Saranno in molti a ritrovarsi nella narrazione, a confrontarsi con Crocifisso e Melina, perché la vita regala a tutti gioie e dolori e nel dolore ci sono delle costanti che accomunano.  

Chi scrive è nel suo mondo:

“Quando ho compreso che non potevo appartenere alla realtà, mi sono calato con una fune in un pozzo di carta e dal fondo di quel pozzo continuo a guardare il mondo perché le mie esperienze, quelle decisive, le ho fatte con il naso affondato nella cellulosa.”

A noi il gradito compito di leggere.

Un libro che assolutamente consiglio.

“Sospeso in una bolla di incredulità tengo fermo il dolore.”

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Un memoir in bilico tra commozione e lievità. Una madre che muore di tumore e un figlio che ne ripercorre la vita scegliendo di esorcizzare il dolore con il sorriso. L’autore decide di affidare così alla parola scritta il dolore per la perdita prematura della madre, stroncata all’età di 62 anni da un carcinoma al seno, cercando nella memoria la forza per andare avanti, nonostante tutto.

Melina, che detesta essere chiamata Carmela, cresce i suoi tre figli con una dedizione assoluta, a tratti ingombrante. Conosce il sacrificio e la fatica ma reagisce sprizzando vitalità e schiettezza. È una tifosa fanatica di calcio, sa citare a memoria scene e interpreti di innumerevoli film, inventa indimenticabili scherzi telefonici. Finché la sua salute non viene compromessa da un tumore al seno, tabù impronunciabile che nelle parole del figlio maggiore diventa tuamore, trasformando un presagio di sventura in una speranza possibile. I frammenti di una vita trascorsa insieme si mescolano ai dettagli più impietosi della malattia. Emerge la figura di una donna capace di affrontare i suoi giorni a colpi di commedia. Così, sopravvivere all’assenza significa ripercorrere soprattutto le piccole felicità condivise. Per quel figlio adorato il dialogo postumo con la madre è il tentativo di indovinare la forma più adatta per esprimere tutta la sua affettuosa gratitudine e sublimare il lutto in un amore che continua.

Crocifisso Dentello è nato a Desio (MB) nel 1978. Ha pubblicato Finché dura la colpa (2015, nuova edizione La nave di Teseo, 2020), La vita sconosciuta (La nave di Teseo, 2017), Tuamore (La nave di Teseo, 2022), Scuola di solitudine (La nave di Teseo, 2024). Collabora con le pagine culturali del “Fatto Quotidiano”.

Autore: Crocifisso Dentello
Editore: La nave di Teseo
Collana: Oceani
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 24 marzo 2022
Pagine: 128 p., Rilegato
EAN:9788834607091

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Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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