Un cuore così bianco è un romanzo del 1992 dello scrittore spagnolo Javier Marias.
Il titolo originale del libro, Corazòn tan blanco, è tratto dal Macbeth di Shakespeare, là dove il drammaturgo inglese fa pronunciare a Lady Macbeth, che ha appena appreso dell’assassinio del re Duncan da parte del marito, queste parole: “Le mie mani sono come le tue, ma ho vergogna di avere un cuore così bianco”
E’ questo, dunque, il fulcro intorno al quale si snoda tutta la vicenda. Il gioco delle apparenze, il confine sottile tra la colpa e la sua assenza, tra l’ispiratore del delitto e l’esecutore materiale dello stesso; un libro sul peso delle parole, le uniche in grado di dare consistenza e realtà ai fatti, che, altrimenti, rimarrebbero inerti sullo sfondo alla stregua di ciò che non è accaduto.
Impossibile descrivere la trama del romanzo, perché addirittura potrebbe dirsi che trama non c’è. A parte l’inizio, denso di un episodio tragico e scioccante, di cui si verrà a capo solo nel penultimo capitolo, il libro si snoda per tutte e 316 le pagine attraverso i pensieri e le riflessioni del protagonista, Juan, interprete spagnolo in viaggio di nozze cui il padre, Franz, nel giorno del suo matrimonio, chiamatolo da parte, consiglia di tenere per sé gli eventuali segreti e non metterne al corrente la moglie.
Tutto il romanzo risulta, dunque, attraverso questo ininterrotto flusso di coscienza, spezzato solo qua e là da rari accadimenti ed ancor più rari dialoghi, essere un viaggio verso la scoperta della verità, ammesso che questa sia realmente attingibile. Perché non è detto che, vivendo sotto lo stesso tetto o guardando il mondo dallo stesso cuscino, si sappia tutto l’uno dell’altro. E’ forse è meglio così. Forse è meglio non dire, ma anche non ascoltare, perché le orecchie, farà dire Marias al protagonista non hanno palpebre per ripararsi quando la verità è troppo dolorosa e può sovvertire il corso degli eventi.
Questo è anche un libro sul matrimonio, come spesso per questo autore, sulla famiglia e i suoi segreti, sul sospetto, sull’ambiguità e sul mistero; su quella zona d’ombra che esiste in ciascuno di noi e che non necessariamente va svelata. Perché un cuore così bianco non è quello dell’innocente, ma quello di chi dalla verità dei fatti non è stato contagiato per il semplice fatto di non averla conosciuta.
Un libro di parole e non di fatti questo, inadatto, dunque, a chi in nome del principio di realtà cerca una necessaria collocazione agli eventi. Perché, a differenza dei gialli in cui nulla avviene a caso ed ogni nodo al termine si scioglie e si svela senza lasciare più nulla di irrisolto, in questa storia,. come nella vita vera, molti rimarranno i coni d’ombra di cui, forse, è meglio non sapere.
Questo, in sostanza, sembra volerci dire l’autore.
Un cuore così bianco è consigliato, dunque, a chi, piuttosto che cercare risposte, preferisce continuare a porsi domande, pur sapendo che spesso rimarranno sospese.
Donatella Schisa
Titolo : Un cuore così grande
Autore : Javier Marais
Editore : Einaudi
Collana : Einaudi Tascabili, Scrittori
Traduttore : P. Tommasinelli
EAN: 9788806173081
Scrittore spagnolo. Nato da da una famiglia di intellettuali anti-franchisti, si laurea all’Università Complutense di Madrid, è considerato uno degli esponenti più significativi della generazione contemporanea. Esordì nel 1971 con Los dominios del lobo, un romanzo atipico nel quale trasforma in opera narrativa 85 pellicole cinematografiche nordamericane visionate durante una permanenza a Parigi nel 1969. La rottura con la tradizione letteraria spagnola e il desiderio di sperimentalismo sono ancora più marcati in El monarca del tiempo (1978) e El siglo (1983), anche se il suo stile si consoliderà con L’uomo sentimentale (1986, vincitore del Premio Herralde de Novela), romanzo centrato sul tema dell’amore e della morte, ambientato nel mondo dell’opera. Il tema è al centro anche di Un cuore così bianco (1992), che rappresenta un’ulteriore svolta nella scrittura dell’autore, e in Domani nella battaglia pensa a me (1994). Tra le altre opere pubblicate si citano i romanzi Tutte le anime (1984, Premio Ciudad de Barcelona) e Nera schiena del tempo (1998), la raccolta di articoli Selvaggi sentimentali: parole di calcio (1999) e le raccolte di racconti Quand’ero mortale (1996) e Malanimo (1996), Vite scritte (2004), Traversare l’orizzonte (2005), la trilogia de Il tuo volto domani: Febbre e lancia (2003), Ballo e sogno (2007) e Veleno e ombra e addio (2010). Seguono Interpreti di vite (2011), Gli innamoramenti (2012) e Berta Isla (2018).
All’attività di scrittore affianca quella di traduttore. Tra le altre, ha tradotto opere di Vladimir Nabokov, Laurence Sterne, William Faulkner, Thomas Hardy, Jerome David Salinger, Robert Louis Stevenson e Seamus Heaney.
Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti in Italia, tra cui il Premio Grinzane-Cavour, il Premio Mondello e il Premio Flaiano.
Nel 2015 esce Così ha inizio il male per Einaudi.
La descrizione
Juan si è appena sposato con Luisa, ma fin dal viaggio di nozze viene assalito da brutti presentimenti, da uno strano malessere. Capisce che la causa delle sue inquietudini va ricercata nei punti oscuri del suo passato, della sua famiglia, ma non può e non vuole scavare nelle sue origini. Sarà un suo amico d’infanzia a raccontargli del suicidio di Teresa, la giovane moglie di suo padre che lui credeva morta di qualche malattia. E sarà Luisa a fare luce sui segreti del passato, a dare una spiegazione a ciò che Juan non avrebbe voluto sapere.