Un millimetro di meraviglia, Manuel Bova. Sperling & Kupfer
“Basta un millimetro, amore, la magia è in un millimetro, come è in un millimetro la tua meraviglia.”
È con queste parole che il padre presenta a Nina la magia.
“Un millimetro di meraviglia”, un titolo accattivante che può solleticare la curiosità e che mi piace completare con “in mille sfumature di realtà”, ma la vera magia con cui mi trovo a fare i conti è quella che compie Manuel Bova.
Cari lettori, mi preme dare un suggerimento: se non avete tempo da dedicare a questo libro, lasciate perdere almeno per il momento, perché una volta iniziato è impossibile fermarsi. Parlo per esperienza personale. Io mi sono imbattuta in questa lettura accordando fiducia a un’amica e ora mi piace raccontare quanto questa sia stata ben riposta.
La narrazione avviluppa come una piovra e non dà respiro fino alla fine, quando riesce difficile lasciar andare i personaggi che popolano il romanzo e che sembrano ormai far parte della propria vita.
Nina, la protagonista che si racconta, tra delusioni amorose, affanni sentimentali, un lavoro da maga-animatrice per bambini e un singolare spazio affettivo che si ritaglia tra le mura di Vita Serena.
“C’è un sacco di umanità tra queste mura…”
Lì è ricoverato il padre affetto da Alzheimer, è lì che improvvisa piccoli spettacoli con trucchi semplici per Renato, Roberto, Teresa, Bartolomeo, i suoi amici vecchietti, che l’attendono con ansia ogni settimana. È per loro una persona speciale, che li ascolta, li coccola e li intrattiene e per lei sono la vera “famiglia”, in cui si rifugia per raccontarsi e avere supporto.
La delusione d’amore vissuta con Rossano, l’uomo che pensava di sposare, va ad aggiungersi alla sofferenza del non essere riconosciuta dal padre. La sua emotività in bilico tra due assenze.
“Chissà se da qualche parte è rimasto mio padre. In qualche recondito angolo della coscienza.”
Nina è però soltanto una delle voci narranti del romanzo. Infatti va a intrecciarsi con altre due, che fin dall’inizio incuriosiscono, facendoci andare dietro il font prescelto alla scoperta dello sconosciuto che si racconta. Di chi sono queste voci e quale nesso le lega alla storia di Nina?
“Non è vino ma è sangue, il suo corpo sul pavimento, le foto, la casa il pub gli odori i colori tutto vortica e mi gira la testa.”
Qualcuno vaneggia di sangue, di morte accidentale, di una donna rifiutata … Un altro scrive a una donna …
Individuiamo un uomo anziano e un giovane tormentato, forse coinvolto in un delitto, ma il mistero ci accompagnerà fino all’ultima pagina, quando potremo ricomporre un quadro unitario con le tre storie.
Devo dire che l’idea di più voci narranti è vincente, perché richiede al lettore una maggiore partecipazione, lo sollecita a individuare connessioni, ipotizzare accadimenti, cause e relazioni.
Che dire poi dello stile narrativo, così avvincente, leggero, divertente, sempre capace di sorprendere.
Punto cardine della narrazione sono i dialoghi, quelli che legano i personaggi e quelli tra sé e sé. Penso a Nina, alla vocina che le parla e con cui prova a fare i conti. Nina è una di noi, con il suo giudice interiore e con le psicotrappole dell’inconscio.
“Fuori c’è un sacco di rumore e il rumore copre il brusio continuo e costante che non fa altro che ripeterti che fai schifo.”
Ma ecco che il sorriso si riaffaccia con la voce sconosciuta che parla dei suoi acciacchi e dell’incomprensibile atteggiamento dell’osteopata …
“Ho preso un altro appuntamento e nel frattempo cercherò di capire dove dirgli che ho dolore per farmi curare il ginocchio.”
E ancora, la scelta di far alternare le voci narranti con la ripetizione di parole e pensieri che accomunano persone tanto diverse.
“La notte è più difficile. Quando i pensieri prendono il largo e i sensi di colpa fanno baccano.
La notte è più difficile. Quando tutto spinge un po’ più forte e faccio fatica …”
Nel romanzo c’è una galleria di tipi, un’umanità dalle molteplici sfaccettature. Tra questi, Fiorella, l’amica di sempre, con cui Nina ha un rapporto fatto di silenzi e confidenze; Manu, l’amico del piano superiore, che osserva tutto con attenzione per poi trasferirlo sulla pagina; Enrico, un ex fidanzato che ancora spera in un ritorno di fiamma.
Mi accorgo che di un bel libro è proprio difficile dirne. Molto più facile vivere le emozioni assaporando gli attimi, mentre i tasselli si costruiscono l’uno dopo l’altro e sono di comprensione, di riflessione, di rinnovata osservazione della realtà, perché i temi toccati sono tanti e quel millimetro di meraviglia è nella vita che scorre, nei pensieri che maciniamo in fretta, nelle parole che scivolano sotto i nostri occhi con un ritmo incalzante.
Fatevi un bel regalo, non rinunciate a leggerlo.
Citazioni
“Mio padre è rimasto a guardare la porta per tre giorni quando la moglie lo ha lasciato. Il prestigiatore aveva finito i trucchi.”
“Tra poco esploderà qualche altro scandalo che catalizzerà la vostra attenzione e nessuno parlerà più di ciò che è successo. Questo non è altro che un banchetto di mostri…”
“Una malattia ti rade al suolo il cervello e rimani come un’impronta lasciata da qualcuno che non c’è più ma che gli altri continuano a cercare in te.”
“Sentire la fragilità di un corpo così anziano mi strazia perché mi racconta che minuto dopo minuto Teresa sta scomparendo.”
***
“Sono Nina, Nina la maga delle feste, Nina senza radici ma con prospettive frondose.”
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Manuel Bova nasce a Genova il 3 febbraio 1983. Nel 2020 apre la pagina Facebook Manuel Bova Autore, dove ogni giorno pubblica un racconto e si fa notare raggiungendo quasi 100.000 followers in pochissimo tempo. Nel 2023 pubblica con Sperling & Kupfer il suo primo romanzo intitolato Al mare non importa, che riscuote grande successo. Un millimetro di meraviglia è un’opera che lo costringe a uscire dalla sua zona di comfort esplorando nuove forme di scrittura, che lo portano a confrontarsi con tematiche impegnate mantenendo uno stile fresco e immediato.
Il ristorante del loro primo appuntamento, Rossano con i capelli tagliati di fresco e la barba incolta: a Nina sembra una serata perfetta. È convinta che finalmente le chiederà di sposarlo, e per l’occasione indossa il suo adorato vestito rosso. Tutto sembra come dovrebbe essere, fino a quando Ross pronuncia le fatidiche parole: «Ti devo parlare». E, andandosene, lascia Nina da sola, affranta, a pensare a tutto ciò che avrebbe potuto essere e non sarà mai. Nella stessa sera, qualcun altro vive un tremendo dolore: è un uomo anziano, che affida a un diario i suoi pensieri per la figlia, con cui non parla più. Non sa cosa farsene della sua vita, e passa le notti insonni a controllare quali lampioni non funzionano, per segnalarli al comune. Infine, un uomo tormentato, dall’animo oscuro, diventa il protagonista di un delitto che coinvolgerà Genova, Nina e l’anziano signore. Tre personaggi legati dal filo rosso del destino, tre voci narranti distinte, tre vicende che si intrecciano prendono vita nei caruggi, in un romanzo fatto di contrasti: dolce e amaro, felicità e malinconia, fallimento e rinascita. Manuel Bova si conferma un brillante narratore di storie suggestive e reali, capace di adattare il suo stile anche ai temi più duri come la violenza sulle donne e di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Autore: Manuel Bova
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Varia
Anno edizione: 2024
In commercio dal: 16 aprile 2024
Pagine: 240 p., Brossura
EAN: 9788820080211
In questa pagina sono presenti link di affiliazione che garantiscono a questo sito una piccola quota di ricavi, senza variazione del prezzo per l’acquirente.