Un romanzo storico, il ghetto dalle alte mura e con i cancelli sbarrati di Varsavia, Jascha e Lilka sono due giovani ebrei. Lui cerca di far entrare illegalmente generi alimentari nel ghetto , lei fa l’infermiera all’ospedale ebraico. Entrambi riescono per strade diverse a sfuggire al rastrellamento finale e fuggire a Londra.
Dopo anni si rincontrano , lui è uno scrittore diventato famoso con un libro cupo e nero che racconta gli orrori del ghetto, l’amore nato nel ghetto ritorna prepotente e si sposano .
Jascha viene invitato ad un reading a Varsavia che non vuole assolutamente accettare, lui incolpa anche i polacchi che facevano morire gli ebrei tradendoli per pochi soldi , ma Lilka ha un desiderio folle di rivedere la sua Varsavia.
La coppia quindi intraprende un lungo ed estenuante viaggio in treno verso l’inverno rigido polacco.
E’ il ritorno dell’esiliato , di coloro che sono stati costretti a scappare dal loro paese, vengono svelati tra loro segreti dolorosi, l’esperienza del ghetto, il rifiuto della società è un qualcosa che mai puoi toglierti da dosso. La ricerca delle proprie origini in un paese che non riconoscono piu, dove la gente non vuol sentire parlare degli orrori passati. Ciò che scrive Jascha senza filtri è crudo , ma purtroppo è la sola unica verità, ma al reading la gente si alza e va via, non vogliono sentirsi colpevoli, non vogliono accettare il passato, loro possono permettersi il lusso di rifiutarlo, ma chi lo ha vissuto lo ha tatuato sotto la pelle.
La storia è raccontata in terza persona con continui flashbach della storia di quarant’ anni prima. Tra loro si ripetono in continuazione sono storie di quarant’anni fa, ma l’orrore respirando l’aria di Varsavia torna prepotente nelle loro vite.
Nel ghetto, disse lei, non si riusciva a sopravvivere senza essere innamorati. Era l’unica cosa che ti poteva salvare dalla disperazione. Tutti si trovavano qualcuno. :anziane che si accompagnavano a uomini più giovani, vecchi a ragazzine, intellettuali a donne che sino a quel momento avevano fatto la bella vita, giovani delle Yeshivah a ragazze moderne.
La sensazione forte di sentirsi scacciati dal loro paese, di non sentirsi a casa da nessuna parte, sono 40 anni che vivono a Londra ma continuano a sentirsi esuli.
Avevano parchi e giardini, e negozi traboccanti di cibo. E noi cosa avevamo, rinchiusi in quel manicomio, quel sudicio posto di morte, come dei criminali?
E’ un viaggio nella memoria, ma soprattutto un viaggio dell’anima, delle radici strappate, sentirsi fortunato perché sei vivo, sono ferite ancora aperte e sanguinanti, forse riesci a scampare all’olocausto ma mai scamperai ai terribili ricordi , di quando si è stati considerati meno delle bestie, tutte le persone a te care sono state uccise senza motivo. Camminare per le strade di quella città che non riconosci più, dall’altra parte dove la vita continuava serena mentre tu hai vissuto per anni in un posto di morte. E’ la ricerca di un ritorno a casa salvifico, un chiudere i conti con il passato che ancora incombe nella tua anima martoriata.
Questo vuole raccontare l’autrice a differenza di tanti altri libri sull’argomento , l’anima martoriata per sempre di chi resta. Il dolore che non va mai via, e capire che in fondo si sentiranno per sempre esuli senza patria, solo l’amore tra loro può permettergli di continuare a vivere.
Un libro da leggere, diverso, tocca con mano l’anima di chi anche avendocela fatta a sopravvivere, è segnata per sempre. Io lo consiglio assolutamente.
Elisa Santucci
Titolo : Un treno per Varsavia
Autore : Gwen Edelman
Editore : Newton Compton Editori
Prezzo : € 9,90
È già autrice di War Story, tradotto in otto lingue, che ha vinto il premio per il miglior romanzo straniero pubblicato in Francia ed è stato finalista del Koret Jewish Book Award. L’autrice organizza regolarmente conferenze sull’Olocausto. Ha abitato per molti anni a Parigi e attualmente vive a New York.
La descrizione del libro
1942, ghetto di Varsavia.
Jascha e Lilka riescono a scappare dal rastrellamento nazista seguendo due diverse strade, che però si incroceranno di nuovo anni dopo a Londra. Jascha diventerà uno scrittore di grido, famoso soprattutto per le sue storie cupe. Un giorno – sono ormai passati quarant’anni dalla fine del conflitto – riceve un invito per una presentazione da tenere proprio nella città di Varsavia. La moglie Lilka ne è entusiasta, perché rimpiange i luoghi della sua infanzia. Il marito, invece, è più scettico perché della loro città natia non è rimasto praticamente più nulla. Ciononostante, la coppia intraprende un lungo e faticoso viaggio in treno attraverso un’Europa stretta dalla morsa dell’inverno, approdando finalmente in una Varsavia ormai irriconoscibile ai loro occhi. Ma, una volta tornati tra le strade che un tempo erano quelle del ghetto, Jascha e Lilka dovranno fare i conti con il loro doloroso passato e con molti segreti che fino ad allora erano rimasti sepolti.