“Uno di Quelli”, di Massimo Pescara
Introduzione
“Noi siamo la gioia dei bambini perché siamo allo stesso tempo, modellini e giganti, perché nei nostri rimorchi portiamo aerei, treni, macchinine e camioncini, pure le loro merende. Peccato che per gli altri, noi siamo invisibili, ma nonostante tutto inarrestabili.” ( O. Amandola)Recensione
Titolo emblematico per questa terza pubblicazione di Massimo Pescara, “Uno di Quelli”, dicitura che si presta di primo acchito a svariate interpretazioni, per poi scoprire che altro non è che l’appellativo usato per indicare in maniera dispregiativa i camionisti, gli autotrasportatori. “Uno di Quelli” è colui che ci infastidisce, che pensiamo si senta il padrone della strada, che guida ubriaco, sorpassa incivilmente e trasgredendo le regole del codice stradale provoca incidenti mortali, un pericolo pubblico per sé e per gli altri, volgare per antonomasia e malvisto per partito preso.Ma “Uno di Quelli” è anche colui che ha un nome e un cognome, una famiglia , dei figli, una vita privata, una testa e un cuore. E’ colui che trascorre ore su strada lontano dagli affetti anche per lungo tempo, che macina chilometri con qualsiasi condizione atmosferica, che dorme nel parcheggio di un autogrill o nelle piazzole di sosta in autostrada. E’ colui che rischia la vita in primis quando la stanchezza è in agguato e il colpo di sonno lo assale, ma è lui che garantisce gli scaffali colmi di merce nei supermercati, le cisterne piene nei rifornimenti di carburante, i medicinali nelle farmacie, l’ossigeno negli ospedali etc., etc. E allora chi è “Uno di Quelli” se una categoria lavorativa fondamentale per l’economia e il fabbisogno mondiale? “Uno di Quelli” è ognuno di noi, con pregi e difetti, vizi e virtù, sentimenti, emozioni, drammi personali, problemi familiari e storie di vita che a volte lasciano l’amaro in bocca; è colui senza il quale molte cose, forse, non sarebbero le stesse.
“Uno di Quelli” è Giuseppe, per tutti lo Zio, la cui strada incrocia per caso quella di Alberto, un aspirante giornalista che, in attesa di incontrare Luca, figlio di Giuseppe e suo vecchio compagno di studi, si imbatte in un articolo di cronaca riportante la dinamica di un incidente stradale. Quella lettura fa scattare la molla che innesca un processo mentale che lo pone in condizione di considerare gli eventi da un punto di vista diverso, dall’interno, da chi determinate esperienze le ha vissute sulla propria pelle ed è il solo, se non l’unico, a poterle raccontare con onestà e obiettività. Incominciano così una sorta di incontri quotidiani tra Alberto e Giuseppe, dove quest’ultimo mettendosi a nudo inizia il suo racconto di vita su strada, le sue esperienze, le vicissitudini, il dolore, le privazioni, le mancanze, i sacrifici, i pericoli, la morte e tutto ciò di cui è intriso l’abitacolo di un tir ….
Ma si sa che il diavolo a volte fa le pentole ma non i coperchi e la strada di Alberto si intersecherà con quella di Silvia fino a che … Ma chi è Silvia? E quanto peso avrà la loro relazione in tutta la storia? E soprattutto, che legame potrà mai esserci col vissuto di Giuseppe? Sarà il lettore a doverlo scoprire …
Conclusioni
La narrazione è valida dal punto di vista tanto dei contenuti quanto degli obiettivi prefissi. I personaggi ben delineati e la trama ben costruita. La storia incuriosisce e fa riflettere ma soprattutto è in grado di far crollare stereotipi errati e privi di fondamento. Un accurato editing sarebbe stato un valore aggiunto all’intero romanzo che presenta, purtroppo,molteplici refusi, ripetizioni e inutili ridondanze. Bella la storia narrata. Sottoporre il libro a nuova pubblicazione dopo i dovuti accorgimenti sarebbe, a mio avviso, la scelta più idonea per far apprezzare oltremodo un romanzo che merita sicuramente la giusta attenzione. Ogni volta che per strada si incontrerà “Uno di Quelli”, difficilmente l’atteggiamento assunto potrà più essere le stesso …Teresa Anania