Oggi per il sabato di Lucio Sandon, parliamo della reggia borbonica di Quisisana a Castellammare di Stabia
Giovedì 24 settembre scorso, il nuovo Museo di Stabiae a Castellammare di Stabia, è stato inaugurato dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. Un nuovo museo in cui sono state esposte, dopo ventitre anni, le raccolte dell’Antiquarium Stabiano. Nella nuova esposizione permanente saranno in mostra tantissimi reperti, alcuni mai esposti prima in Italia, tra affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame da mensa, oggetti in bronzo e in ferro provenienti tutti dalla zona di Stabiae.
Ma vogliamo sapere qualcosa della struttura che accoglie il museo? Tra l’altro la leggenda racconta qualcosa che potrebbe risultare interessante, specie in questo periodo…
Ciascuna di voi molte volte può avere udito ricordare il re Carlo vecchio, ovver primo, per la cui magnifica impresa e poi per la gloriosa vittoria avuta del re Manfredi furon di Firenze i ghibellin cacciati e ritornaronvi i guelfi. Per la qual cosa un cavalier, chiamato Neri degli Uberti, con tutta la sua famiglia e con molti denari uscendone, non si volle altrove che sotto le braccia del re Carlo riducere; e per essere in solitario luogo e quivi finire in riposo la vita sua, a Castello a Mare di Stabia se n’andò; e ivi forse una balestrata rimosso dall’altre abitazioni della terra, tra ulivi e nocciuoli e castagni, de’quali la contrada è abondevole, comperò una possessione, sopra la quale un bel casamento e agiato fece, e allato a quello un dilettevole giardino, nel mezzo del quale, a nostro modo, avendo d’acqua viva copia, fece un bel vivaio e chiaro, e quello di molto pesce riempiè leggiermente.
Giovanni Boccaccio, Decameron, Decima Giornata, Novella Sesta.
Secondo una leggenda locale, il palazzo di Casasana sarebbe stato edificato in virtù di una miracolosa guarigione ivi ottenuta, e questo spiegherebbe l’origine del toponimo Domus de Loco Sano, poi mutato in Casasana e, infine in Quisisana. Nel 1401, in seguito ad una violenta epidemia di peste, Ladislao di Durazzo si rifugiò con la sua famiglia nel palazzo di Castellammare, luogo che rimase immune da ogni contagio. Nel 1541, divenuta proprietà della famiglia Farnese insieme a tutto il feudo di Castellammare, ebbe un periodo di oblio, infatti non se ne hanno notizie rilevanti, fino a quando nel 1734 Carlo di Borbone salito sul trono di Napoli, portò in dote le proprietà di sua madre, ultima discendente dei Farnese.
Il palazzo di Quisisana era quindi la più antica proprietà borbonica. Il complesso ha una struttura a forma di elle, così da godere di una splendida vista sul golfo di Napoli. Francesco I di Borbone amava particolarmente questo luogo, dove spesso organizzava sfarzosi festeggiamenti durante i quali i viali del parco erano aperti al pubblico, e passava lunghi periodi a Castellammare godendo anche del suo mare.
Ferdinando II invece diede alla reggia un’impostazione tipicamente anglosassone, con grandi viali, scale, fontane e giochi d’acqua che sfruttavano scenograficamente sia la ricca vegetazione delle pendici del monte Faito che le sorgenti d’acqua. La fama del Palazzo era tale da attrarre moltissimi viaggiatori e personalità straniere, e il suo splendore ci è testimoniato dagli acquerelli e dalle incisioni di Philipp Hackert e Johan Christian Dahl, nonché dalle vedute dei pittori della scuola di Posillipo. In tale periodo venne creato anche un grande terrazzo, da dove il re si dilettava nella caccia alle quaglie. Vennero inoltre allestite quattro fontane, dette le fontane del re, collocati sedili di marmo e creati dei belvedere, da dove si poteva ammirare tutta la città di Napoli. Oltre al palazzo, vi erano una cereria, il maneggio, due scuderie, due rimesse, due sellerie, una masseria, una casa colonica, una torre, una chiesa e vari alloggi per il personale. La flora presente all’interno del parco è costituita da alcuni alberi monumentali tra cui un pino d’Aleppo dalla circonferenza oltre quattro metri, ma anche nespoli del Giappone, palme delle Canarie, eucalipti, pini marittimi, cipressi italiani, camelie e magnolie. Nella zona dove sorgeva la masseria sono presenti dei frutteti, mentre nella zona della selva vi sono castagni, carpini, olmi e lecci.
Con la fine della dinastia borbonica iniziò anche il decadimento di questa splendida residenza: depredata dei suoi arredi, la reggia entrò a far parte dei Beni Riservati della Corona di Casa Savoia, e infine passò al demanio dello Stato. Probabilmente l’idea di destinare ad uso di albergo l’ex Casina reale di Quisisana nacque in seguito alle svariate richieste pervenute al sindaco di Castellammare. Come risulta da una guida del 1898, l’albergo prese il nome di “Hotel Margherita”, in omaggio forse alla regina d’Italia, ma a quanto pare non ebbe lunga vita, se già nel 1902 risulta dismesso. Rimarrà inattivo fino al 1923, quando il complesso riaprì i battenti con un nuovo nome: «Royal Hotel Quisisana». Fino ad allora però, il fabbricato era servito per altri scopi: nelle estati del 1909 e 1910 ospitava il collegio dell’Annunziatella di Napoli, e allo scoppio della prima guerra mondiale venne adibito ad ospedale militare e alloggio per il corpo Reale Equipaggi. Nel 1940 venne requisito dalle autorità militari come ospedale, e tale fu il suo utilizzo fino alla fine della guerra. L’albergo chiuse definitivamente i battenti nella seconda metà degli anni ’60, e da lì in poi la mancanza di qualsiasi forma di manutenzione ridusse la tenuta in uno stato di decadimento avanzato. Gli eventi sismici del novembre 1980 diedero il colpo di grazia al glorioso fabbricato.
Dopo un periodo di totale abbandono che l’avevano ridotta ad un rudere, nel 2009 sono terminati i lavori di restauro che hanno permesso di riportarla all’antico splendore. Erano state fatte diverse ipotesi sul possibile utilizzo della reggia: tra le più probabili una scuola di restauro e la creazione di un museo, ma anche di destinarla ad una funzione ricettiva, e addirittura si era ipotizzata la realizzazione di un casinò.
Museo Archeologico di Stabiae: aperto tutti i giorni con orari estivi: 9.00 – 19.00 (ultimo ingresso 18.00) invernali: 9.00- 17.00 (ultimo ingresso 16.00) – chiuso il Martedì
Prezzo biglietto: intero: € 6.00, ridotto: € 2.00