Zenzero di Iacopo Maccioni

Zenzero

Iacopo Maccioni
Ambientato nel 1960, Zenzero è un romanzo che descrive il piccolo universo di Patrignone, un paese della provincia aretina. Le vicende vengono narrate in prima persona dai protagonisti, che riportano le proprie esperienze da vari punti di vista nell’arco di una giornata di fine inverno: da Enzino, alias Zenzero, un bambino che si affaccia al mondo degli adulti, a un prete che si interroga sul confine tra fede e superstizione; dal padre di famiglia a una figura impenetrabile come Maria la Gobba.
La forte carica di umanità degli abitanti di Patrignone ci permette di riscoprire un mondo antico, in cui lo spettro della guerra e della miseria ancora permea i pensieri e i progetti delle persone, nella speranza di un futuro di maggior benessere e libertà. Una società tenuta in piedi da un senso di appartenenza e solidarietà viva e pulsante, poiché la sfida della mera sopravvivenza non la si può affrontare da soli.
Come riporta Lucia de Anna nella prefazione, il romanzo è “talmente denso di vita vissuta che il lettore è provocato affinché si perda nelle connessioni tra personaggi, storie e pensieri”.
Iacopo Maccioni ha collaborato, nel 2012, alla creazione e realizzazione del film del regista Rachid Benhadj Aspettando il Maestro. Ha pubblicato nel 2013 Onirismi con Europa Edizioni, selezionato al Premio “Città di Como” nel 2014 e finalista, nel 2017, al Premio “Giovane Holden”.
Nel 2016 e nel 2017, ha curato per Albatrello, con Clara Rossi, Ti racconto una storia e A quarant’anni dalla Legge 517/77. La Legge dell’inclusione nella Scuola italiana. Nel 2018, ha pubblicato con Giovane Holden Edizioni Mau e Occhi di marrone, vincitore del primo premio al concorso “Giovane Holden”, secondo premio al concorso “Franz Kafka” nel 2018 e finalista al concorso “Salvatore Quasimodo” sempre nello stesso anno.

Introduzione

Il libro “Zenzero” è ambientato nel paese di Patrignone in un giorno di fine inverno del 1960. A dare voce agli aneddoti e alle storie degli abitanti del paese sono il piccolo Enzino detto Zenzero, il padre Gigi, reduce di guerra, Don Pietro, giovane parroco del villaggio e Maria la Gobba, pettegola e superstiziosa.

Recensione

Patrignone è un piccolo paese della provincia di Arezzo che al tempo del racconto contava poco più di 200 anime e rappresenta quasi lo specchio dell’Italia dell’epoca che si stava con fatica risollevando dagli orrori della seconda guerra mondiale. Era un’Italia ancora fortemente rurale, non ancora totalmente alfabetizzata, in cui la Chiesa e la religione avevano un peso importante nelle vite e nelle coscienze delle persone, che, però conservavano ancora supestizioni e credenze ataviche.
Enzino/Zenzero, Gigi, Don Pietro e Maria la Gobba raccontano in prima persona le situazioni che di volta in volta si trovano a vivere. Il loro pensiero e le loro considerazioni ci descrivono il mondo semplice che li circonda e ci fa conoscere le vite e gli aneddoti di tantissimi personaggi con le loro virtù e con i loro vizi , i gesti eroici, i tradimenti, gli amori, le passioni e le viltà.
E allora conosciamo Mario il Mecche e Fabio il Baberi, compagni di giochi di Zenzero, Marta, la bambina di cui Zenzero è innamorato, Sabatina, la madre. E poi Rutilio , marito di Maria la Gobba, Gregorio, Fidelma, Duccio, Gregorio, Delfo…
Il più divertente di tutti è Zenzero. La maestra gli rimprovera di perdere tempo e di gingillarsi, ma lui in realtà pensa e grazie al suo pensiero lento si sofferma su tutte le situazioni che gli capitano davanti agli occhi e soprattutto su tutte le parole che sente pronunciare dai grandi . Così facendo esamina tutto da ogni angolazione e riesce a cogliere anche le più piccole sfumature di quello che ascolta.

Conclusioni

Zenzero è un romanzo corale, pieno di aneddoti e di personaggi e forse proprio per questo a volte ci si perde con tutti quei nomi da ricordare e le storie che si susseguono.
In questo bruttissimo momento per il nostro paese, però, è stato per me come una boccata d’ossigeno riandare con la memoria a quella Italia abitata da gente semplice, alacre, che apprezzava tutto, che si accontentava di poco ed era piena di speranza per il futuro

Recensione di Anna Gelardi

Pubblicato da Anna Gelardi

Avvocato per tradizione familiare, lettrice per passione. Tirata per i capelli in questa avventura del blog dalla mia amica Rita, ci sto prendendo gusto. D’altronde è quello che ho sempre fatto fin da piccola: leggere, leggere, leggere. Spero di essere all’altezza delle aspettative e di riuscire a stimolare alla lettura tutti coloro che vorranno seguirmi.

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