Noi del Blog letterario Il Mondo Incantato dei Libri, abbiamo seguito con molto interesse il “lavoro” di questo scrittore Carlo Legaluppi e così abbiamo deciso di intervistarlo una seconda volta per sapere e scoprire di più sulla sua personalità, sulla sua trilogia e sulla nuova avventura che lo vede al fianco della figlia Vanessa.
Buongiorno Carlo Legaluppi, per noi del Blog il mondo incantato dei libri è un vero piacere riaverti nel nostro salotto virtuale per riuscire a comprendere fino in fondo questo tuo talento da scrittore.Partiamo subito dalla tua trilogia, da questa lunga e avvincente avventura.Come e quando nasce l’idea di dedicarti a questo genere letterario?
Buongiorno a voi e grazie per avermi invitato nel vostro salotto virtuale, uno spazio culturale di grande spessore e che apprezzo molto da autore eda lettore. L’idea di dedicarmi a un genere letterario connotato dall’azione, dalla tensione, dalla suspense e dai richiami storici è nata, essenzialmente, dalla passione per la lettura in generale e per i thriller in particolare. Nella scelta ha influito anche l’amore per i gialli classici, i noir e i romanzi storici, che ha portato alle contaminazioni di genere che caratterizzano le mie opere. E’ nato così il mio primo thriller, “La ottava croce celtica – Nulla è come sembra”Alter Ego Edizioni, che ha dato origine alla trilogia “del passato” di Sir Alexander (Alex) Martini – Miller.
Ogni tuo scritto parte da episodi piuttosto tragici, drammatici, realmente accaduti per poi lasciare spazio alla pura fantasia. Io personalmente ho trovato questa tua scelta particolarmente interessante, in quanto sei riuscito ad inserire un contesto storico sociale all’interno di un thriller. Ci vuoi approfondire questo concetto?
Quando ho iniziato a scrivere mi sono posto alcuni obiettivi: realizzare libri originali, non banali e che potessero risultare verosimili. In questa logica, ho ritenuto che la scelta migliore fosse quella d’inserire in storie di fantasia riferimenti a fatti realmente accaduti o a contesti di grande attualità senza però formulare giudizi, lasciando al lettore la libertà di valutare le situazioni che si sarebbero andate delineando sotto il profilo sociale, storico e geopolitico. Ho anche optato per un’impostazione in controtendenza rispetto al modo di scrivere che va per la maggiore in Italia, ambientando i miei thriller in uno scenario internazionale, anziché in un ambito nazionale. Il mix ha funzionato e il connubio tra scritti ad alta tensione inventati e agganci alla realtà ha positivamente colpito sia i lettori che le giurie di diversi concorsi letterari nazionali e internazionali.
Il personaggio chiave di questa trilogia è Alex Martini, un uomo affascinante, con una forte personalità, ma soprattutto una persona onesta. Se mi posso permettere, per le sue qualità, sembra quasi un super eroe. Mi piacerebbe sapere se ti sei ispirato a qualcuno in particolare per creare il protagonista dei tuoi tre libri.
Premesso che prima sono nate le storie e poi il loro protagonista, nel delineare il personaggio di Alex non mi sono ispirato ad altri soggetti letterari o cinematografici. Per rendere al meglio quel contesto verosimile e originale a cui ho accennato, ho pensato di dare vita a un ex ufficiale del SAS inglese(divenuto poi presidente esecutivo di un’importante azienda d’informatica milanese), il cui passato fosse legato alla Belfast degli anni ’90 e ai cosiddetti troubles, ritenendo la questione nord irlandese tutt’altro che risolta, come hanno poi purtroppo dimostrato le tematiche di confine che ruotano intorno alla Brexi. Un personaggio addestrato, leale, con un fisico possente e atletico, ma non immune da difetti e debolezze e, dunque, sostanzialmente un uomo, bravissimo a dirigere un’impresa e ad architettare piani d’azione, ma in grande difficoltà a esternare i propri sentimenti e nel rapporto con “l’altra metà del cielo”.
“Nulla è come sembra” è il sottotitolo de La Ottava Croce Celtica (primo libro della trilogia) secondo te viviamo in un mondo prevalentemente di apparenze? Mi puoi approfondire questo pensiero?
Pensandoci bene, il sottotitolo del primo libro potrebbe titolare l’intera trilogia, visto che anche negli altri due thriller (La morte viene dal passato – Nubi scarlatte e La nuova inquisizione – Redde rationem, editi da Alter Ego) i temi della disinformazione, dei depistaggi e dell’apparire anziché dell’essere sono centrali e fondamentali per lo sviluppo delle storie. Ma per quanto abbia provato a sforzare la mia fantasia di scrittore, la realtà l’ha superata di gran lunga e decisamente in peggio. Le religioni vengono,praticamente da sempre, prese a pretesto per scatenare guerre e atti di scellerato terrorismo che, sovente, hanno quale vera matrice motivi di ordine economico, di potere e di dominio sugli altri. I servizi segreti delle principali potenze manipolano i fatti per indirizzare l’opinione pubblica o per scatenare conflitti con falsi pretesti. Le fake news sono diventate un abituale strumento per denigrare gli avversari politici o per spingere la gente all’odio verso questa o quella parte. I social sono sempre più spesso utilizzati come veicoli di falsità o d’incitazione alla violenza. La stessa notizia assume connotazioni profondamente diverse a seconda della testata o dell’emittente radiotelevisiva che la racconta. Per non parlare poi della nostra società in cui quello che conta prevalentemente è apparire e avere successo in contesti virtuali, anziché ricercare la realizzazione nel mondo reale e magari anche con un occhio di attenzione ai più deboli. Una situazione che non mi piace assolutamente e che metto in risalto nei miei libri con la speranza di portare un contributo, ancorché modesto, per arginare una deriva che ci sta portando sull’orlo di un baratro pericolosissimo.
Nel secondo libro “ La Morte viene dal Passato” nubi scarlatte , marchi prepotentemente la consapevolezza che i fantasmi del passato prima o poi riemergono e si devono affrontare. Anche le persone più forti, invincibili, rischiano di perdere quella stretta corazza incollata alla loro vita. Carlo Legaluppi , secondo te, si può vivere con degli scheletri dentro l’armadio? Si può affrontare il futuro ignorando il passato?
Possiamo provare a ignorare il nostro passato, ma prima o dopo la vita ci presenta il conto, specialmente se gli scheletri nell’armadio generano sensi di colpa o situazioni di pesante insoddisfazione. Personalmenteho sempre pensato che è meglio affrontare le situazioni, anziché rinchiuderle nei recessi dell’animo in attesa che esplodano. Alex ha provato a cancellare il proprio passato allontanandosi dall’Irlanda del Nord e lasciando giovanissimo il SAS all’apice del successo (appena nominato Sir e promosso capitano), ma i fantasmi delle sue azioni, che inesorabilmente aleggiano su di lui, tornano continuamente a tormentarlo, ricacciandolo in un vortice di violenza e costringendolo a lottare per la propria vita e per quella delle persone che gli sono più care. E, in particolare nel terzo libro, Alex dovrà affrontare la resa dei conti con il proprio passato, ma soprattutto con se stesso.
Nei tuoi scritti parli molto del valore dell’amicizia e della fiducia; c’è sempre un barlume di speranza che “ ammorbidisce” i tragici eventi che caratterizzano i tuoi thriller. Rivolgo una domanda a Carlo Legaluppi uomo: nella tua vita hai avuto modo di poter contare sulla fiducia di veri amici? Cosa rappresenta per te l’amicizia?
La vita sarebbe vuota e inutile senza quelle che io ritengo le due A maiuscole per eccellenza: Amore e Amicizia. Come tutti ho provato grandi delusioni, ma sono stato anche gratificato dalla fortuna in questi due campi sentimentali. Posso quindi affermare, senza tema di smentita, di poter contare su alcune persone che mi hanno dimostrato il loro amore e la loro amicizia nei momenti topici della mia esistenza. E’ per questo che i sentimenti (e l’amicizia in particolare) pervadono le mie opere.
Anche se le storie dei tuoi libri sono inventate, frutto della tua fantasia come ho già specificato, riscontro molta realtà, un’amara e cruda realtà: la follìa dell’essere umano,l’ossessione per il denaro e per il potere, l’avidità, la perdita quasi totale dei veri valori; tutti elementi che fanno da cornice alle tue pagine. Cosa vuoi aggiungere Carlo su questa triste considerazione? Cosa vuoi dire ai lettori che ti seguono con tanto interesse?
Credo che ci sia veramente poco da aggiungere. La realtà in cui viviamo è per me fonte di grande preoccupazione. Prima che scrittore sono genitore e per le mie figlie desidererei un mondo profondamente diverso, ancorato a valori di civiltà, tolleranza, amore, amicizia e lealtà. MI rendo però conto che si tratta di utopia, per cui mi accontenterei che i potenti del mondo facessero tesoro delle terribili lezioni impartite dalla storia nei secoli trascorsi. I corsi e i ricorsi storici non sono fantasia e un’attenta osservazione del passato probabilmente li aiuterebbe a non ripetere alcuni tragici e catastrofici errori, verso i quali ho però l’impressione che ci stiamo purtroppo incamminando in maniera scriteriata e incomprensibile.
“La Nuova Inquisizione” redde rationem , chiude la tua trilogia. Ho trovato questo libro molto “ forte” per i contenuti trattati e approfonditi. Purtroppo parli di un tema molto delicato che sfiora la disumanizzazione! Come nasce questa scelta? Ovviamente non possiamo fare spoiler, ma in linea generale ci puoi spiegare perché hai deciso di trattare questi argomenti?
Indubbiamente nel libro affronto tematiche di forte impatto emotivo e sociale. Malauguratamente si tratta di aberranti situazioni accadute, troppo spesso, anche in contesti reali a noi vicini. Visto che erano funzionali alla storia, ho pensato che sarebbe stato sbagliato non inserirle per una forma d’improprio pudore o per evitare di suscitare disapprovazione da parte di qualcuno. E’ nella mia natura dire quello che penso e anche nei miei libri cerco di rappresentare le situazioni per come sono, senza edulcorarle o mascherarle.
Stai girando tutta Italia per far conoscere il tuo lavoro a tantissimi lettori appassionati del genere e non solo; ci vuoi descrivere le tue emozioni? Non dico di fare una selezione dei tuoi eventi, ma in particolar modo quali sono state le tappe più toccanti?
Dialogare con il pubblico è sempre molto bello ed emozionante. Dopo i numerosissimi eventi/rassegne che hanno riguardato i primi due libri e i molti incontri che, dal 28 maggio scorso ad oggi, hanno già visto protagonista “La nuova inquisizione – Redde rationem”,qualcuno potrebbe pensare che ormai sia tutto scontato e quasi meccanico, ma per me non è così. Ogni volta è come se fosse la prima, come se ritornassi indietro al debutto e un po’ di ansia mi assale, ma appena inizio a dialogare sui miei libri tutto passa e nuove positive sensazioni mi coinvolgono. Per questo tutte le manifestazioni a cui ho preso parte sono importanti. Certo che presentare a Grosseto, Siena e Palermo, città alle quali sono molto legato, ha per me un sapore particolare. Come, del resto, mi ha dato letteralmente i brividi parlare del mio ultimo thriller, nel giugno scorso, presso il bene confiscato alla mafia ex Casa Badalamenti, grazie all’invito di Casa Memoria di Felicia e Peppino Impastato e del carissimo amico Giovanni Impastato. Non potrò inoltre mai dimenticare quando, nell’aprile del 2017, sono salito sul palco del teatro di Cattolica per ritirare il primo dei vari premi di carattere internazionale assegnati ai miei libri.
Poiché da blogger ti seguo parecchio, sono a conoscenza del tuo ultimo progetto realizzato con tua figlia. Cosa ci puoi raccontare in merito?
Mia figlia maggiore Vanessa ha svolto un ruolo determinante nello spronarmi a scrivere il primo libro, fa anche parte del mio personale “comitato di lettura” dei testi da inoltrare alla casa editrice e ha realizzato gli inserti grafici che illustrano alcune parti del mio terzo thriller. E’ stato quindi naturale provare a fare qualcosa assieme, tenuto anche conto che lei è diplomata in grafica pubblicitaria e quindi, al contrario di me, piuttosto brava a disegnare. E’ nata quindi l’idea di creare una serie di gialli illustrati per ragazzi (età indicativa 9/11 anni) intitolata “Conigli, delitti e faccende misteriose”, i cui protagonisti sono proprio i conigli. Può sembrare un ossimoro che animali noti per essere particolarmente miti e paurosi diventino i personaggi chiave di storie gialle, ma crediamo di essere riusciti a sfatare questo tabù visto il favore che il libro sta incontrando presso i lettori. Il primo episodio della serie, intitolato “Il mistero del caveau” (ALA Libri), è ispirato a uno dei classici del genere: “l’enigma della camera chiusa”, sul quale si è cimentato per primo un autore del calibro di Edgar Allan Poe, seguito poi da molti altri validissimi scrittori.La storia – raccontata sotto forma di fiaba da Albina De Coniglis a una nidiata di sei irrequieti coniglietti all’interno di una calda tana,mentre fuori nel bosco infuria una bufera di neve -si svolge a Parigi, in un tempo indefinito, comunque antecedente alla “grande mutazione”, quando umani e animali parlavano la stessa lingua, lavoravano e vivevano assieme.Un uomo viene ritrovato ucciso all’interno del caveau chiuso di una banca e l’indagine è assegnata a Thomas Ariete Lapin, il primo coniglio a ricoprire l’incarico di Capo della Omicidi parigina che, con grande abilità e un pizzico di fortuna, riesce a risolvere il mistero dell’efferato crimine. Mia figlia Vanessa ha curato le illustrazioni e io mio sono occupato del testo. Il prossimo episodio è in lavorazione e, tanto per rimanere sul classico, sarà ambientato in un castello.
Caro Carlo Legaluppi, prima di salutarci ti ringrazio per il prezioso tempo che ci hai dedicato, e ti invito ad aggiungere ciò che ritieni opportuno per completare e concludere questa nostra intervista.
In bocca al lupo per tutto!
Grazie di cuore per le stimolanti e interessanti domande e per avermi dato la possibilità di parlare dei miei libri. Ci tengo solo ad aggiungere che devolvo la metà dei miei diritti d’autore per la trilogia di thriller a “La Farfalla” Associazione Cure Palliative Loretta Borzi Onlus di Grosseto e che le mie due prime opere fanno parte del libro parlato dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Piccole cose di cui vado molto fiero e un percorso che spero che sarà seguito da tanti autori e autrici, perché la letteratura oltre che ad aprire la mente può contribuire ad aiutare tangibilmente persone meno fortunate di noi.