Donne appassionate, la poesia di Cesare Pavese

Vladimir Volegon

Donne Appassionate

Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua, quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti,lungo l’acqua remota.

Le ragazze han paura delle alghe sepolte sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio, sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.

Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo alle gambe, e contemplando il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi, a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.

Quell’ignota straniera, che nuotava di notte sola e nuda, nel buio quando la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più. Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.

( Da Lavorare stanca 1936)

 

Cesare Pavese

Cesare Pavese nacque a Santo Stefano Belbo (Cuneo) nel 1908, da una famiglia piccolo borghese di estrazione contadina; seguì gli studi a Torino gli studi liceali ed ebbe come professore l’antifascista Augusto Monti. Laureato, cominciò a lavorare come traduttore scrittori americani (Lewis, Melvile, Anderson) e diventò direttore della rivista Cultura. Nel 1950 ottenne il premio Strega. Pavese morì suicida a Torino nel 1950.