Temo un uomo di poche parole, Emily Dickinson

 

Temo un uomo di poche parole, Emily Dickinson

Temo un uomo di poche parole –
temo un uomo che tace –
l’arringatore – posso superarlo –
il chiacchierone – posso intrattenerlo –
ma di colui che pondera
mentre gli altri spendono tutto ciò che hanno –
di quest’uomo diffido –
temo ch’egli sia grande.

Emily Dickinson

Emily Dickinson  nacque il 10 dicembre 1830 da una famiglia molto in vista di Amherst, nel Massachusetts, dove trascorse l’intera esistenza, confinandosi, negli ultimi anni, nella propria stanza, in un isolamento volontario, a un tempo eversivo e difensivo della sua ininterrotta sperimentazione poetica. Uniche uscite nel «mondo» un viaggio a Washington nel 1855 (quando con la sorella Lavinia si recò a far visita al padre Edward, deputato al Congresso), e brevi soggiorni a Filadelfia, a Boston e a Cambridge.
I suoi studi non furono regolari: frequentò prima l’Accademia di Amherst e poi, nel 1847-48, il seminario femminile di Mount Holyoke (South Hadley), che abbandonò dopo aver compiuto il suo primo gesto eretico: il rifiuto a professarsi pubblicamente «cristiana».

Gran parte della sua produzione poetica riflette e coglie non solo i piccoli momenti di vita quotidiana, ma anche i temi e le battaglie più importanti che coinvolgevano il resto della società.
Il suo amore per la natura traspare da tutte le sue poesie.
Al momento della morte non erano state pubblicate che 7 sue poesie, ma il lascito di 1775 componimenti poetici fu prova evidente della vastità del suo lavoro, in seguito riconosciuta dal mondo intero.