“La stanza di sopra”, di Rosella Postorino

Le parole sono fondamentali ma è il silenzio a saper parlare…

“La stanza di sopra” è il romanzo con il quale nel 2007 Rosella Postorino ha avuto il suo esordio come autrice. Romanzo dallo stile particolare, una sorta di diario adolescenziale fatto da monologhi interiori il cui linguaggio non è quello prettamente legato all’età della protagonista. Da accostarsi con la consapevolezza che fa parte di quei libri che dividono l’opinione dei lettori con schieramenti netti.

Ester, la protagonista principale è una quindicenne dotata di quel bagaglio problematico dettato dall’età e al quale si aggiungono quelli familiari che fortemente incidono sulla sua personalità e hanno giocato un ruolo importante nella sua crescita. Fin dalla tenera età di cinque anni, Ester ha dovuto fare i conti con la malattia, quella del padre che, a causa di un incidente, si trova in coma, in stato vegetativo, nella “stanza di sopra” della casa in cui lei vive con una madre che cela dietro una maschera di apparente normalità, una distruzione psicologica ed emotiva che non le permette di accorgersi della presenza assente di una figlia che, incapace di usare un linguaggio verbale, comunica il suo dolore, la rabbia e il disagio, attraverso le “ferite” fisiche e psichiche che giorno dopo giorno le graffiano il cuore e l’anima. Ester fa un uso smodato di fumo e alcol, è anoressica e utilizza un corpo ossuto e ancora acerbo per accaparrarsi “affetto”, quell’affetto che il padre non può donarle e la madre, avvolta in una spirale di non accettazione della realtà, non si accorge quasi della sua esistenza. Ha fame d’amore Ester, vissuta all’ombra della sofferenza, ha bisogno di comunicare ma non sa farlo in maniera diversa dal cercare, forse inconsapevolmente, di attirare l’attenzione attraverso la ribellione, il rifiuto del cibo e l’autolesionismo. E’ rabbiosa Ester, aggressiva, incapace di accettarsi e amarsi. Ha una sola amica, che identifica con il suo alter ego, ma dalla quale finirà con l’allontanarsi dopo aver ricercato ancora una volta e nell’unico modo che conosce, “affetto” da parte del padre di costei. Ester non piange, sembra accettare e vivere tutto con naturalezza apatica, sembra che nulla le appartenga e nulla la tocchi, ma la sua fragilità, l’innocenza rubata, i silenzi che urlano dolore, l’incapacità o la mancata volontà di reagire alla sofferenza, tutto traspare una pagina dopo l’altra. Il non detto danza con frenesia imponente tra le righe, il lettore non deve fermarsi a ciò che “vede”, ma andare oltre, entrare in punta di piedi tra le pieghe dell’anima di una bambina la cui vita e il cui significato vanno ricercati all’esterno dello svolgimento stesso del racconto; è in quella macchia scura sul pavimento, è nell’odore dei farmaci, nella luce soffusa della “stanza di sopra”, nel colore verde del divano, nell’equilibrio precario di un corpo sospeso tra la vita e la morte. Tutto è in bilico in un moto perpetuo che oscilla tra l’impotenza e la rassegnazione.

Un romanzo dalla narrazione fluida e scorrevole pur se lacerante dal punto di vista umano, tagliente e cruda poiché lascia poco spazio all’immaginazione. Non è un racconto che parla di adolescenza ma, ciò nonostante, è una lettura che mi sento di consigliare non solo ai genitori ma a tutti coloro i quali per vari motivi si confrontano e si scontrano quotidianamente con un periodo particolare della crescita che necessita di attenzioni esclusive per poterne carpire tutte le dinamiche. Non basta essere stati adolescenti per cogliere i segnali che i ragazzi inviano, agli adulti, più o meno in maniera esplicita. La loro fragilità si scontra con l’ostilità e l’incomprensione da parte dei “grandi” che spesso sottovalutano quei campanellini d’allarme sfocianti sovente in profonde e incontrollabili solitudini che brancolano come oscure presenze alla ricerca di uno spiraglio di luce a volte sempre più lontano… Un romanzo ben scritto, intenso, fortemente evocativo e le cui urla silenziose stordiscono e riecheggiano nelle orecchie al pari di uno strumento musicale, cupo e profondo, capace di creare suoni inquietanti e al limite della sopportazione. Consigliata la lettura.

Teresa Anania

Titolo: La stanza di sopra

Autore: Rosella Postorino

Editore: Feltrinelli

Collana: Universale Economica

Anno: 2018 (I^ ed. 2007)

Pagg: 203-tascabile

Prezzo: €. 9,00

Rosella Postorino è cresciuta a San Lorenzo al mare (IM) e vive a Roma. Ha esordito con il racconto In una capsula(Ragazze che dovresti conoscere, Einaudi Stile libero 2004), ha poi pubblicato alcuni racconti e un saggio di critica letteraria, Malati di intelligenza (nell’antologia Duras mon amour 3, Lindau 2003). Il suo primo romanzo, La stanza di sopra, uscito a febbraio 2007 per Neri Pozza Bloom, è entrato nella rosa dei tredici finalisti del Premio Strega e ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa Marinella. Collabora con le pagine romane del quotidiano «la Repubblica» e scrive su «Rolling Stone». Ha pubblicato inoltre L’estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero, 2009; Premio Benedetto Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis) e Il corpo docile (Einaudi Stile Libero, 2013; Premio Penne), la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani, 2009), Il mare in salita (Laterza, 2011) e Le assaggiatrici(Feltrinelli, 2018). È fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).  

TRAMA:

Una città di provincia, una casa in cima a una scalinata, una stanza al piano di sopra, dove c’è un uomo, immobilizzato in un letto. Ester studia poco, passa il tempo a fumare con gli amici nel baretto sulla spiaggia o a bere nelle cantine delle case popolari. Sembra libera e indipendente, bacia e sa farsi sfiorare, si concede e si ritrae, sa scatenare il desiderio di un uomo più grande. Ma è smarrita nel silenzio di casa sua, nell’impossibilità di comunicare con la madre se non con frasi brevi e sprezzanti, nell’incapacità di nutrirsi, nello sgomento di quella stanza di cui non si può parlare: lì dove c’è il padre, da dieci anni muto, congelato tra la vita e la morte. «La stanza di sopra» è il primo romanzo di Rosella Postorino: anatomia emotiva del distacco doloroso e incolmabile che separa l’infanzia dalla maturità.”

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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