Le periferie del sentire di Giulia Griseri

Le periferie del sentire

Giulia Griseri
Alice soffre di paralisi del sonno, di ossessioni compulsive e disordini alimentari. Donna dall’umore altalenante e dal passato complesso, è abituata a guardare il mondo tenendo la guardia alta. Persa nel proprio centro, attraverso il percorso di crescita, Alice dovrà imparare ad affrontare gli accadimenti della propria vita e a gestire, non senza fatica, i propri sentimenti. Inizia per lei un viaggio lungo, quello che dalle periferie del suo sentire conduce al cuore ogni emozione.

Introduzione

Sono la periferia di una città inesistente, il commento prolisso a un libro non scritto.
Non sono nessuno, nessuno. Non so sentire, non so pensare, non so volere.
(Fernando Pessoa)

Se esiste un luogo la cui complessità si presta come metafora di vita quello è la periferia.

Recensione

C’è Alice, una donna giovane che porta sulla pelle le cicatrici di esperienze difficili.
C’è Rossana, una bambina cresciuta con la sensazione di essere la causa dell’infelicità di sua madre. E poi c’è Rebecca, che sa sempre ciò che è giusto fare.
Esistono tre donne che abitano il medesimo pianeta, una terra periferica dove tutto è percepito ma nulla è veramente reale.
Tre donne che provano ad affrontare la vita, ognuna a modo proprio, alla ricerca di un equilibrio fra le paure e i desiderata, fra l’amore e la libertà.
Personaggi molto differenti ma le cui storie sono la medesima storia e i cui viaggi esistenziali tendono verso un’unica meta.
Un universo maschile vanesio e superficiale aleggia attorno a loro, condizionandone i comportamenti e le scelte. Perché nonostante, molto spesso, i maschi non comprendano le femmine, le donne, nel XXI secolo, hanno ancora bisogno degli uomini per sentirsi apprezzate e per dare un senso alla propria esistenza.
E poi, quasi in un universo parallelo, c’è Luca, uomo dalla sensibilità sconcertante, che richiama alla nostra mente un eroe della letteratura cavalleresca.
Giulia Griseri nel suo romanzo di esordio “respira la vita” nella sua complessità e, forse, non a caso, il suo pseudonimo è proprio “respiro poetico”.
La narrazione è infatti un respiro affannoso, che talvolta si rompe in gola: è il respiro della malattia,del dolore, della incapacità di essere felici.
E’ l’affanno concitato di Alice, che è bellissima ma si vede brutta.
E’ il respiro dolente di Rossana,che anela l’amore dei suoi genitori.
E’ il soffio pervaso di tenerezza di Rebecca, che dorme con Alice per farle sentire il calore rassicurante del suo corpo.
Ma nella narrazione dell’autrice si percepisce, allo stesso tempo, il desiderio di mantenersi in perfetta coerenza con gli scenari dei nostri tempi, attraverso una rappresentazione molto puntuale del mondo moderno, dove sono i social a dettare i comportamenti e ad alimentare le nevrosi, riuscendo a manipolare e distorcere la realtà, costruendo delle vere e proprie identità su misura, con le quali giocare a vivere.

“Di tanto in tanto, però, la nostalgia delle figurine faceva capolino e la riportava a navigare fra i suoi profili preferiti, quelli che seguiva con attenzione chirurgica ma senza mai calare la maschera.Non si sentiva in colpa, perché le sue inconsapevoli vittime non avevano restrizioni di privacy, e dunque chi c’era dietro accettava con consapevolezza, e magari con quel sottile piacere che solletica l’ego, di poter essere spiati da chiunque.”

Conclusioni

“Le periferie del sentire”, opera di esordio della Griseri, appartiene, a mio avviso, alla categoria dei romanzi dell’anima, quelli attraverso i quali i lettori non percorrono strade maestre ma piuttosto sentieri nascosti, abitati da emozioni complesse,sentieri battuti alla ricerca di una verità che non può corrispondere, in nessun modo, ad una realtà oggettiva. Come scrisse Luigi Pirandello, evidente contaminazione letteraria dell’autrice, “Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.”

Voto

4/5

Citazioni

“L’ho fatto solo per discrezione”, quella frase tormentò la sua mente giorno e notte, perché dietro quelle parole si nascondeva qualcosa che fino ad allora non aveva voluto riconoscere: che le persone, il più delle volte, dicono quello che vogliono e fanno quello che vogliono fare…La sua sfiducia nel prossimo l’aveva portata, senza che se ne accorgesse, a ragionare esattamente come le persone che l’avevano usata e umiliata a ripetizione, facendola sentire annullata e indifesa, facendola sentire sola: era diventata come loro, era diventata come sua madre.”

Recensione di Rita Scarpelli

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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