L’INTELLIGENZA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Nel mio quarto romanzo ho scritto la storia di Elena, una mendicante. Lei era senza la cosa più importante: la casa. Forse molti di voi avranno letto “I miserabili” di Victor Hugo, oppure avranno letto le cronache in cui si narra di gente che per sventura la casa non ce l’ha più.

In queste letture, traspare tutta la drammaticità della miseria, quella più nera, in cui viene negata la dignità umana, ma l’indifferenza, causata dalla nostra superbia, ci rende ciechi verso tutti coloro che vivono in quel “mondo di sotto”, spesso calpestato e ignorato da una società opulenta che si culla nei suoi agi e nei suoi vizi.

In questi giorni in cui tutti noi siamo, per emergenza nazionale, costretti in casa, dovremmo pensare a Elena e a quelli come lei che quella cosa che si chiama casa non ce l’hanno e pensare che questa volta abbiamo una grande opportunità di godercela, spezzando i nostri ritmi incalzanti, curando magari quelle cose nostre che normalmente non riusciamo a fare. Per questo dovremmo essere felici di stare in casa perché protetti dal nostro tetto, inviolabile luogo che gelosamente possediamo. La casa: nostro punto di riferimento, teatro della nostra vita, custodia dei nostri affetti.

Ci hanno semplicemente detto di stare in casa per tutelare un diritto fondamentale: quello alla salute dei cittadini. Ma, purtroppo, tanta gente non lo ha capito, risentendosi e trasgredendo pericolosamente le disposizioni, non capendo che comportandosi così provoca un grave danno all’intera collettività. E mentre la pandemia dilaga, si chiede di usare l’intelligenza, quel precipuo dono che all’uomo è stato dato, ma che talvolta sembra aver smarrito.

Io resto a casa è uno slogan che corre da settimane per le vie del web, nelle tv e nelle radio: non è una frase qualunque, ma un’espressione di intelligenza individuale di chi ha compreso che con questo sacrificio ognuno di noi potrà contribuire alla risoluzione di questo incubo, ossia alla sconfitta del Covid-19. Inutile è essere in panico quando siamo sordi a un invito di collaborazione collettiva, perché non abbiamo rispetto verso gli altri, verso l’intera collettività: una grave dimostrazione di scarso senso civico e sociale. Senza mostrare intelligenza e buon senso, non si vedrà la luce in fondo al tunnel e si continuerà a vagare nel buio per chissà quanto tempo ancora e le conseguenze potrebbero essere drammatiche sia dal punto di vista sociale, sia da quello economico.

Intelligenza significa abbandonare l’opportunismo, il qualunquismo, lo scetticismo.

Intelligenza è scoprire quanto si è fortunati quando si pensa a una persona come Elena, che vorrebbe godersi quella casa che mai avrà.

Intelligenza significa essere responsabili verso se stessi e verso gli altri.

Intelligenza, in questo momento, è combattere questa pandemia restando in casa e divulgando il motto Io resto a casa.

Intelligenza è seguire le disposizioni prescritte dall’Autorità.

Proprio mentre scrivo, sono state annunciate ulteriori misure restrittive oltre a quelle disposte in precedenza.

Grazie per l’attenzione.

Giovanni Margarone