24 Dicembre di Cristiano Carriero, edito Les Flauners edizioni.
Una lunga lettera scritta da un papà alla sua unica figlia, Amaranta, nella quale Ernesto, la voce narrante, racconta chi sono stati e cosa sono diventati lui e i sui inseparabili amici: Sandro, Giovanni e Francesco.
“Incontri persone che ti dimenticano. Dimentichi persone che incontri. Ma a volte incontri persone che non puoi dimenticare. Quelli sono i tuoi amici.”
Mark Twain
Ci sono letture intrise di una magia speciale, nelle quali ciascuno si può rispecchiare e dalle quali emergono emozioni e sensazioni di una intensità rara e profonda. Sono quelle che hanno la capacità di farti sognare, riflettere, valutare i processi tortuosi e misteriosi dell’esistenza di ogni individuo. Quelle letture mai banali, che ti assorbono completamente e ti trascinano all’interno della narrazione in qualità di un protagonista sui generis. Ecco, questo è stato per me il romanzo di Cristiano Carriero. Lucido, potente, vivido.
Una lunga lettera scritta da un papà alla sua unica figlia, Amaranta, nella quale Ernesto, la voce narrante, racconta chi sono stati e cosa sono diventati lui e i sui inseparabili amici: Sandro, Giovanni e Francesco.
“Per raccontarti chi sei ho bisogno di parlarti di chi sono stato, dei posti in cui sono cresciuto e delle vigilie che non ho santificato a dovere.”
Sullo sfondo la meravigliosa Bari, che per quei ragazzi tanto diversi quanto uniti che frequentano il liceo scientifico Fermi verso la fine degli anni ’90, rappresenta lo scenario ideale da cui allontanarsi ma a cui far riferimento per poter tornare.
“Partiamo sempre per tornare, saliamo per scendere – da noi si dice così – ma a questo destino non possiamo sottrarci. (…) È per questo che la vigilia di Natale ha un significato particolare per tanti di noi. È la promessa di poter tornare, il pensiero di riportare tutto a casa almeno per un giorno. O l’illusione di poterlo fare definitivamente, perché in fondo è questa la nostra missione: ritornare. Anche se il ritorno non è affatto un’impresa da niente.”
Carichi di sogni, desideri, speranze e aspettative, dopo la maturità i quattro amici si promettono di ritrovarsi su quelle panchine sistemate nella piazza che li ha visti crescere, dopo venti anni. Proprio la vigilia di Natale. Ed era l’anno 2000. E la vita, in quel lasso di tempo, non lesinerà loro alcuna sorpresa…
“Avevamo pochi anni, meno di venti, ma poi il Natale del nuovo millennio arrivò con i bug annunciati e quelli inaspettati che sarebbero venuti di lì a poco. La nostra adolescenza diventò prima gioventù, poi maturità. Arrivò per tutti e quattro in momenti diversi, come in una maratona in cui si parte insieme e poi, a un certo punto, ci si accorge che qualcuno è andato in fuga da solo, mentre qualcun altro è rimasto indietro. O a terra. Eppure, noi non mettemmo mai in discussione le simmetrie precise e gli equilibri delicati di quell’amicizia fino a quando non ci venne voglia di immaginare di passare dai venti ai quarant’anni in un lampo. Fu un gioco, ci vollero pochi minuti. Il resto successe. Mai avremmo immaginato che quegli anni sarebbero passati altrettanto in fretta.”
Con un ritmo incalzante Carriero ci riporta indietro nel tempo, all’ultimo decennio dello scorso millennio, e ci catapulta nelle vite dei giovani protagonisti. Con un linguaggio semplice ma allo stesso tempo incisivo, narra egregiamente i loro percorsi di vita, fatti di speranze e di illusioni perse, di attese e di conquiste, di amori, di tradimenti, di passioni, di verità celate. Di gioia e di sofferenza. Di successi e sconfitte. Passando per quello che lo stesso autore definisce “il ministero della famiglia”. Le descrizioni sono estremamente precise e dettagliate, tanto da dare al lettore la sensazione di percepire realmente l’odore del mare, di udire effettivamente le risate dei ragazzi, di sentirsi coinvolto concretamente nel turbinio emozionale tipico dell’età adolescenziale. Corredando ogni capitolo con una frase estrapolata da una canzone e citando la mia band del cuore, i Guns ‘n Roses, che ancora oggi rappresentano la colonna sonora della mia vita, l’autore mi ha donato la possibilità di un tenero e tormentato tuffo nel passato. Mi sono rivista in quei ragazzi; e le loro storie mi hanno emozionata, commossa, rapita.
Una meravigliosa lettura, dove il comune denominatore risulta essere la sfera sentimentale declinata nelle sue innumerevoli sfaccettature. Un romanzo che lascia il segno, la cui lettura consiglio vivamente a tutti.
“Chi dice che vivere in un posto significa restarci tutta la vita? È il segreto per godersi le cose.”
“Non ci eravamo mai salutati, era il nostro modo di lasciare tutto aperto, come se la nostra amicizia fosse un tempo unico, senza interruzioni, indipendentemente dal luogo e dallo spazio. Non ci salutavamo e non ci abbracciavamo quando tornavamo a vederci perché quello era il nostro modo di dirci che non andavamo e non tornavamo. E che ogni nostra assenza era solo momentanea.”
Bari, prima vigilia di Natale del nuovo millennio. Quattro amici, poco più che diciottenni, decidono di farsi una promessa: ritrovarsi nello stesso posto il 24 dicembre di vent’anni dopo.
Inizia da qui il racconto di Ernesto, voce narrante di questo romanzo di formazione e frustrazione, che ripercorre vent’anni di vita fatti di sogni, illusioni, speranze e dolori. Un intreccio di destini, dedicato a Bari, la città dell’attesa di cui la vigilia di Natale rappresenta forse l’espressione più alta, rivolto a un’unica destinataria: la figlia Amaranta, insieme alla quale Ernesto ripercorre la storia di un’intera generazione, alla ricerca del momento esatto in cui si diventa adulti.
- Titolo : 24 Dicembre
- Autore : Cristiano Carriero
- Editore : Les Flauners editori
- Pagine : 180
- Prezzo : € 15 in offerta Amazon € 9.99
In questa pagina sono presenti link di affiliazione che garantiscono a questo sito una piccola quota di ricavi, senza variazione del prezzo per l’acquirente.