CARO GIOVANNI DEL 1980, TI SCRIVO….

Grafica Lara Michelotti

Caro Giovanni del 1980,
ti scrivo dal 2020, spero che questa lettera ti giunga, mi ricordo ancora il tuo indirizzo.
Sicuramente penserai che sia uno scherzo, così la getterai nell’immondizia. E poi chi vorrebbe conoscere il proprio futuro? È una cosa che fa paura, come sapere il giorno della nostra morte. L’inconsapevolezza è necessaria, non sapere non provoca paura e tu sicuramente non vuoi sapere.
Se invece vorrai leggere questa lettera e crederai a ciò che ti scrivo, ti ringrazio. In fondo io sono te e nel 2020 scriverai a me, che sei te del 1980. È un po’ come nel film “Ritorno al futuro”, ah scusa, dimenticavo, è uscito nel 1985 e tu vivi nel 1980.
Ho preso carta e penna perché non ho altro mezzo per comunicare con te, in fondo nel 2020 esiste ancora la carta e vendono ancora le penne. Voi non avete internet, personal computer, smartphone, tablet e altre diavolerie, ma forse è meglio così, perché con tutto questo, nel 2020 viviamo ossessionati da essi e la gente, paradossalmente, si sente più sola. Forse un po’ mi credi, perché le parole “smartphone e tablet” sul vocabolario non le troverai, le hanno inventate dopo il 2000.
Non credere però che nel 2020 la gente viva, ad ogni modo, del tutto diversamente dal 1980; se togli la tecnologia, che sì ha modificato un po’ la vita, per il resto è tutto uguale: si mangia e si dorme, i bambini vanno a scuola, la gente lavora, ma ci sono i disoccupati; si va a al mare, al cinema e al teatro, sebbene i ghiacciai si stiano sciogliendo e il clima stia mutando a causa del progresso indisciplinato dell’uomo.
Ma non è per dirti questo che ti scrivo.
Volevo dirti che da quasi un mese la nostra vita è sospesa. Non come pensi tu, nessuna criogenia. Dall’inizio di quest’anno, un virus ha incominciato a infestare il mondo e ogni altro problema è stato spazzato via. Un virus partito dalla Cina, che poi è arrivato fino in Europa e ha raggiunto l’America. Si sta espandendo sempre più e il mondo intero sta andando incontro a una grave crisi globale. Ci hanno vietato di uscire, possiamo lavorare solo in casa, hanno chiuso le fabbriche, fermato lo sport: il mondo intero si è arrestato. E i contagiati salgono ogni giorno di più e così i morti. Le città sono vuote: le strade, le piazze, tutto. Intrappolata in casa, la gente è sola, più sola di prima. Non possiamo abbracciarci, né stringerci la mano o vederci per un caffè al bar. Le chiamano “misure di contenimento”, se magari funzionassero, si tornerebbe alla normalità, chissà quando, ovviamente. Infatti sono convinto che ciò non accadrà tanto presto, ma nessuno veramente lo sa. Viviamo nell’incertezza, ogni giorno, in questo mondo sospeso. Non sarà più nulla come prima, cambieremo, stiamo già cambiando. Viviamo di speranza, per fortuna lei non ci ha abbandonati in questi giorni di angoscia.
Non si sa quale sia la vera causa che ha generato e diffuso questo coronavirus, il Covid-19. Ma una cosa è certa: che le conseguenze saranno molto più devastanti rispetto a tutte le epidemie che ci sono state nella storia. Mi chiedi quale sia il motivo? Il mondo globalizzato che si è sviluppato senza regole dopo il 2000, le economie interconnesse e tentacolari, la geopolitica globale mutata, un capitalismo selvaggio che sta distruggendo la cosa più importante per l’uomo: la sua dignità.
È un sistema globale che ha prodotto ancor più povertà nel mondo, sotto l’egida di potenze economiche sempre più efferate. Ma è bastato un virus per farci capire quanto siamo fragili noi, uomini e donne del tuo futuro. Forse siamo più fragili di voi del 1980.
Non so come andrà il mondo d’ora in poi, ci aspetta una crisi economica mondiale mai vista dopo il secondo dopoguerra, sarà questo il virus da sconfiggere dopo il Covid-19.
Per questo esorto voi del 1980, che siete a ancora in tempo, a fare le cose per bene: non fatevi accecare dal progresso, non date importanza alle chimere di un futuro fantascientifico, sostenete i paesi poveri: vi ringrazieranno; producete in consorzio con l’estero, ma producete nel vostro paese per preservare il lavoro, non rendetevi dipendenti dai grandi colossi mondiali e dalle grandi lobby: la globalizzazione non è stata la panacea di tutti i mali, ma un’arma a doppio taglio; preservate l’ambiente e pensate al futuro dei vostri figli, cercando di costruire una futura Europa Unita che sia veramente una cooperazione tra gli stati a sostegno di quelli più deboli. Insomma, fate di tutto affinché l’umanità preservi la sua dignità.
Non è un monito, è una supplica.
Noi, intanto, uomini e donne del 2020 continuiamo a gridare: ce la faremo!
Giovanni del 2020