Fake account di Lauren Oyler

Fake Account

Fake Account di Lauren Oyler. Bompiani editore

Fake Account

“Credo che smetterò di seguire qualche profilo con più di 20.000 follower per cominciare a seguirne alcuni con più di 20.000 neuroni.”

(AlbertHofman72, Twitter)

Ventunesimo secolo. I social, come i dinosauri milioni di anni fa, padroneggiano il mondo. Tutti, senza distinzione alcuna, siamo sempre iper-connessi, utilizzando qualsiasi strumento ci consenta di partecipare alla community globale. Un passatempo, una dipendenza, un mezzo utile a darci conferme e consensi, un modo innovativo e veloce per conoscere e farsi conoscere.

“…un ecosistema banale ma importante…”

Ma ciò che vediamo negli account degli altri, o anche quello che pubblichiamo nel nostro, corrisponde sempre al vero? È tutto autentico e reale, o spesso i profili social sono contraffatti, manomessi, edulcorati, o per dirla in gergo, risultano essere fake?

È proprio questo uno dei quesiti che si pone la giovane protagonista del romanzo “Fake Account”, e in maniera sottilmente ironica li riporta all’attenzione dei lettori che si ritrovano catapultati nelle vicende quasi bizzarre della sua vita.

La ragazza, che lavora nei media, decide di concedersi qualche giorno di vacanza a Berlino. Qui conosce Felix, appassionato di arte, trasferitosi nella capitale tedesca, e dedito a esercitare il lavoro di guida turistica. Tra i due scatta presto una profonda alchimia, tanto che la giovane, una volta rientrata a New York, decide di lasciare il ragazzo con cui era fidanzata.

“L’esilarante improbabilità del nostro incontro casuale mi sostenne per diversi mesi di nostalgia a distanza; non potevo fare a meno di pensare, anche se, lo sapevo, era sbagliato, che eravamo destinati l’uno all’altra, o almeno che mi ero imbattuta in un gran bel materiale per la vita o per l’arte…”

Poco tempo dopo, Felix lascia Berlino per andare a New York. Il rapporto si intensifica, ma la giovane smania dalla voglia di sbirciare il telefono del suo ragazzo. Forse il sesto senso o soltanto la curiosità femminile, fatto sta che una sera, galeotto qualche bicchiere di troppo, da quello strumento presente nelle mani della maggior parte della popolazione mondiale, emerge una verità che spiazza completamente la protagonista: Felix, il misterioso partner che le aveva rubato il cuore, era in realtà un complottista anonimo molto attivo e conosciuto in rete.

La decisione matura con incessante costanza: non può più stare con lui, deve lasciarlo. E lo farà dopo la partecipazione alla Marcia della Donna a Washington. Non ha dubbi.

Ma la vita, il destino, il fato, o chi per loro modifica i suoi piani: Felix muore in un incidente in bici…

“…c’era qualcosa per cui essere tristi? Ero stata con una persona; ero arrivata a considerarla spregevole; avevo attribuito le fitte del dubbio su quel giudizio ai ricordi e agli ormoni e alla fine quelle stesse fitte avevano raddoppiato la mia certezza della sua spregevolezza; adesso non eravamo più insieme. Mi ero già separata mentalmente da Felix, che per me, credo lo si possa dire anche se suona un po’ scontato, era morto. Da un certo punto di vista, la sola differenza fra questo e una rottura difficile era che potevo essere sicura che non ci saremmo incontrati mai più. L’eliminazione della possibilità poteva solo essere un bene. Per di più, i miei ricordi di Felix sarebbero stati miei, e avrei potuto farne quello che volevo invece di sottoporli alle obiezioni della sola persona che li conosceva bene quanto me.”

Alla giovane adesso tocca metabolizzare quanto accaduto, e quale migliore soluzione se non tornare a Berlino dove tutto ha avuto inizio? E una volta lì, come fare per riprendere in mano le redini della propria vita, allontanarsi dai ricordi e riscrivere un nuovo capitolo della propria esistenza?

Ancora una volta si affida ai social, optando per le chat di incontri, sempre più numerose e innovative, dove ognuno può decidere di mostrare ciò che vuole, tralasciando, quasi sempre, ciò che realmente è.

“…ciò che succede in generale con le app di incontri: il processo cominciamo-a-conoscerci è falsificato dallo scambio di profili, e ciascuno tende a mettere in primo piano ciò che vuole che l’altro conosca (…) sui social pubblichi le tue opinioni, le tue idee, ciò che ti piace e che non ti piace. Lo fai in modo più organico che sul profilo delle app di incontri, ma l’effetto è lo stesso: tu approssimi una personalità. (…) Pubblichiamo queste cose perché vogliamo che gli altri le leggano. Se non ci importasse che gli altri le leggessero, ci limiteremmo a scrivere un diario o a prendere appunti sul telefono. Gli utenti che sono particolarmente bravi a far sì che gli altri si interessino alle loro idee e opinioni si conquistano un seguito, e diventano noti a moltissimi altri utenti. Non possiamo prendercela con i follower se fanno proprio quello che vogliamo facciano, ossia prestarci attenzione e, inevitabilmente, ricordare qualcosa di ciò che diciamo. Del resto, probabilmente troviamo il fatto che ci prestino attenzione molto comprensibile, dato che ci troviamo affascinanti. Se non ci trovassimo affascinanti, o se non volessimo che gli altri ci trovassero affascinanti, non pubblicheremo quelle cose su di noi.”

E noi? Come ci interfacciamo con gli altri sul web? Siamo sempre onesti e sinceri? E gli altri utenti? Come si rapportano con noi? Tutelati da uno schermo, siamo davvero tutti leoni da tastiera, o riusciamo a trovare un giusto canale reciproco di autenticità e schiettezza?

Con ironia sopraffina, l’autrice ci accompagna attraverso i fili intricati della ragnatela telematica, inducendoci a riflettere su come ci poniamo e su come gli altri si presentano a noi nei rapporti virtuali intessuti ormai dalla stragrande maggioranza delle persone. Pagina dopo pagina, emergono situazioni bizzarre e inconsuete, di cui non sempre siamo consapevoli, ma che possono risultare utili per valutare alcuni aspetti che non di rado ignoriamo.

Una lettura leggera e piacevole, capace comunque di creare non pochi spunti di riflessione e di farci porre domande relative non solo alle persone con le quali interagiamo, ma anche su noi stessi…

Da leggere!

New York. Una giovane donna con opinioni molto decise sulla Rete, di cui pure fa uso nella vita privata e su cui si fonda il suo mestiere, sbircia il cellulare del suo ragazzo, Felix, e scopre che è un celebre complottista anonimo. Questo spiega in parte il suo distacco e la sua elusività, ed è quasi un sollievo, perché le offre una buona ragione per lasciarlo, come già stava pensando di fare. Ma poi un incidente fa precipitare la situazione, e la protagonista di questa storia decide di lasciare New York e tornare a Berlino, dove lei e Felix si sono conosciuti. Qui si immerge in un mondo di expat, che come lei sembrano dotati di identità evanescenti e si guardano bene dal mettere radici, tutti sospesi in una sorta di acquario, in attesa di non meglio precisate certezze. Chiaro che di gente così non ci si può fidare, come del resto di Felix. E di lei ci possiamo fidare, noi che leggiamo la sua storia e ascoltiamo divertiti e sconcertati la sua versione dei fatti? Mentre scandaglia le app di incontri alla ricerca di distrazioni, la nostra protagonista scoprirà che non tutto è come sembra, anzi, tutto è come non sembra. Un ritratto lucido e sarcastico del nostro mondo, in bilico tra la realtà e il racconto che ne facciamo, i fatti e la loro messa in scena accuratamente orchestrata perché appaia attraente a chi la guarda attraverso uno schermo.

Autore: Lauren Oyler

Titolo: Fake Account
Pagine: 288
In libreria da Settembre 2022

ISBN: 9788830109216
Traduttore Marta Barone

Lauren Oyler è nata e cresciuta in West Virginia. Vive a Berlino e scrive per il New Yorker, la London Review of Books, il New York Times MagazineHarper’s MagazineBookforum e altre riviste. Fake Accounts è il suo primo romanzo ed è stato selezionato come Miglior libro dell’anno da Washington Post ed Esquire.