Il donatore di musica di Marco Marziali

Il donatore di musica

Marco Marziali
Marco è un medico che vive con dolore l’imminente chiusura della Fondazione – a cui ha dedicato più di dieci anni della sua vita – e il distacco dai piccoli pazienti. In bilico fra razionalità ed emozionalità, smarrimento e passione, è guidato e sostenuto come sempre dall’amore per la musica. Continua a cercare il padre e finalmente lo ritrova in ogni parte di sé, nei diversi personaggi che vivono nel suo racconto: Hajar, pianista iraniana sfuggita al regime, Francesco, sacerdote con la passione per la psicoanalisi, Alberto, professore di filosofia. E poi Giulio, Martina, Matt e Clara, studenti, giovani musicisti, donatori e infine il Maestro. Il protagonista si trova ancora lì, al Nono Piano della Torre Sei. L’atmosfera che si respira è misteriosa: la storia affascina, appassiona e il ritmo è scandito come in una partitura musicale. Un flauto, su cui sono incise due iniziali, un foglio pentagrammato e un piccolo libro di filosofia sono tutti indizi per il lettore che scoprirà, pagina dopo pagina, in un ospedale di Berlino, la bellezza del dono finale.

Introduzione

Marco, Francesco, Alberto, Clara, Matt, Martina e il “Maestro”sono i protagonisti indiscussi di questo
esilarante romanzo di Marco Marziali, che ha saputo creare un intreccio narrativo paradigmatico, intriso
di musica e filosofia, con non comune abilità.

Recensione

Le note della musica introducono questo romanzo, per opera della pianista Hajar, curata da Marco nelle
sue tournée, in quanto affetta da una malattia che la costringe a trasfusioni. Marco è estasiato dalla
musica e dal fascino di Hajar, in un rapporto che lui vorrebbe che fosse qualcosa in più di quello che
intercorre tra paziente e medico. Mentre Francesco, votato a Dio in quanto sacerdote, vuol capire come
il nipote Giulio, affetto da episodi depressivi, abbia avvertito la vocazione per entrare in seminario.
Alberto, professore di filosofia, è affascinato dalle doti musicali dell’allieva Martina e incuriosito da uno
spartito che suo padre aveva a lei consegnato.
“Quanto abbiamo preso lo abbiamo lasciato e quanto non abbiamo preso lo portiamo” è un enigma
dell’epica omerica, che sembra funga da chiave in tutte le vicende narrate, oltre a un libro di filosofia
che tutti i personaggi sembra abbiano avuto in loro possesso. E mentre Hajar prorompe del cuore di
Marco, fino a farlo giungere a Parigi, Clara lo cerca dopo anni di silenzio. Matt, a Berlino, invece suona
in una corsia di ospedale, dove ha donato del midollo osseo per curare un bimbo a Roma curato da
Marco, emulando il maestro donatore di musica che in quello stesso ospedale ha regalato gioia e
sollievo. Tutti questi fatti appaiono subito coincidenze non casuali, mentre Martina pensa al padre che
vive in Germania. Sono intrecci raffinati e tutto converge definitivamente al misterioso donatore di
musica quando Alberto, cercando di recuperare la fiducia di padre nei confronti del figlio Giulio, va con
lui a Berlino. E proprio Berlino è il teatro dell’epilogo del romanzo, all’ospedale della Charitè. Lì si
dipanerà l’enigma del donatore di musica.
Volutamente ho fornito solo sprazzi di questo romanzo – che spesso porta nel mondo dei sogni,
attraverso l’eterea sostanza di cui sono composte la musica e la filosofia – in quando svelare la trama in
toto non indurrebbe il lettore nella scoperta, passo dopo passo, dell’affascinante vicenda narrata
dall’autore.

Conclusioni

Questo romanzo è un connubio tra musica, filosofia e arte del buon scrivere, che è l’esilarante
peculiarità che lo contraddistingue, arricchita dalla raffinata cifra letteraria che solo uno scrittore di
talento può esprimere. Un lavoro, quello di Marziali, da leggere assolutamente, perché nulla è dato al
caso alla banalità. Notevoli sono le descrizioni dei tratti psicologici dei personaggi e l’accuratezza nel
descrivere le emozioni. I riferimenti filosofici e musicali arricchisco la narrazione, che denotano l’alto
livello culturale dell’autore. Il messaggio principale che l’autore promana è quello dell’amore e del
perdono, perché l’odio e il rancore non pagano mai.

Recensione di Giovanni Margarone