“Il Senatore Bellosguardo”, di Gianfranco Sassu

“Il Senatore Bellosguardo”, di Gianfranco Sassu

Filippo svolge un lavoro particolare: sgombera le case dei defunti, gettando via le cose che erano soliti usare o anche solo accarezzare con gli occhi, ed eliminando quelle dare così loro la morte definitiva. Ed è ciò che è chiamato a fare anche per il senatore Benito Stefanelli, deceduto da poco. Fra mobili antichi e classici souvenir, Filippo trova però qualcosa di inaspettato: un manoscritto. Un giallo, per l’esattezza. La storia è ambientata nel 1961 a Monte Capretta, un piccolo paese vicino Roma. Il paesino viene sconvolto quell’anno dalla morte della bella e ricca Doralice, suicidatasi a casa sua durante una cena con ospiti. Suo marito Euro, però, non è convinto che si sia trattato di suicidio, e organizza una nuova cena, esattamente un anno dopo la morte di Doralice e con gli stessi invitati di allora, per costringere il colpevole ad uscire allo scoperto. Chi potrà essere stato? Onorina, la dirimpettaia innamorata di Euro, e desiderosa di divenirne la consorte? Angelo Bellosguardo, l’ambizioso sindaco di paese che aveva una relazione clandestina con Doralice? O Antonio, una vecchia fiamma della defunta, che le doveva un’importante somma? O, ancora, la sorella Agata, che alla sua morte erediterà una fortuna?

Introduzione

Continua con questo romanzo la stagione dei gialli nostrani, i cui casi, lontani dai clamori mediatici, restano chiusi nel ristretto ambito della provincia. È ciò che ha tentato di fare Gianfranco Sassu, partendo da una situazione curiosa.

Recensione

Filippo Scanu fa un lavoro curioso: svuota le case dei defunti e durante questa sua attività scopre sempre faccende curiose, entrando nelle storie delle famiglie. Un giorno viene chiamato da tale Dorina, figlia del defunto Senatore Benito Stefanelli, a Roma. La figlia vuole sbarazzarsi al più presto possibile di ogni cosa presente nella casa del padre, come volesse cancellare definitivamente ogni sua traccia. Filippo non è nuovo a certe situazioni e inizia il suo lavoro. Durante l’opera di sgombero, Filippo trova nel doppiofondo di un cassetto un manoscritto: è un romanzo scritto dal senatore che motivi ignoti aveva sempre lì celato. Spinto dalla curiosità, Filippo inizia a leggere il manoscritto. Il romanzo è ambientato nel 1961 nel paese di Monte Capretta vicino a Roma ed è un giallo che parla del suicidio di tale Doralice avvolto dal mistero. Tresche e intrighi familiari, imperniati sulla figura di Doralice, emergono nel romanzo, che avrà un finale a sorpresa. L’idea del romanzo nel romanzo è originale. L’autore è stato abile a incastrare vicende e personaggi, senza tuttavia seguire uno schema letterario definito. La scrittura è scorrevole, in cui i discorsi diretti conferiscono giusta enfasi.
Curioso l’evolversi delle vicende, che integrano una complessiva commedia familiare seppur a sfondo giallo.

Conclusioni

Un romanzo giallo che potrebbe attrarre i lettori di questo genere, sebbene la produzione in tal senso sia sovrabbondante.

Giovanni Margarone