Il Silenzio

Dopo la notte c’è sempre il giorno di Lara Michelotti

Questo è il periodo del silenzio. Le nostre città sono pervase da un silenzio surreale che non abbiamo mai vissuto. Vedere una Venezia con acque tranquille e le calli deserte, una Milano con il suo duomo solitario e imponente e una piazza San Pietro che abbraccia il vuoto ideale che tutti noi percepiamo ci turba.
Il silenzio è sceso dalle montagne e dagli orizzonti del mare, si è impossessato come una mano poderosa di ciò che è la nostra vita.
Un silenzio che entra in noi trovando il nostro silenzio. Sì, perché rimaniamo in silenzio quando proviamo l’angoscia di un futuro di incertezze e mentre vediamo il sole brillare su di noi, lo contempliamo in silenzio, pensando alla sua energia che ci dà vita.
Il silenzio che abbiamo dentro ci fa riflettere su ciò che siamo e su ciò che siamo ora: anime chiuse, lontane tra noi, pervase dall’amarezza durante l’incedere del tempo, cuori lontani e talvolta feriti. Vaghiamo con la nostra mente in altri luoghi, mentre la trascendenza dello spirito alimenta il nostro silenzio interiore.
In questo periodo, stiamo provando ad ascoltare il silenzio: mentre leggiamo libri muti o contempliamo la grande luna. Sono muti ma ci parlano e le loro parole silenziose entrano attraverso i nostri occhi e alimentano i sogni e la speranza.
La speranza silenziosa, che lavora in noi incessantemente, ancor più ci penetra mentre il silenzio ci avvolge. Un lavorio continuo, perché la speranza è futuro e questo nessuno di noi lo vuole smarrire.
Cosa resterà in noi di questo silenzio, che possiamo ascoltare ora al centro di una grande città, su una strada vuota o in una chiesa dove solo Dio può entrare?
Resterà l’amarezza di un periodo in cui tutto è stato sospeso, pensando al coraggio e all’abnegazione di uomini e donne che hanno combattuto un nemico subdolo e invisibile e a tutti coloro che si sono mobilitati per fronteggiare un’emergenza epocale.
E in silenzio commemoreremo i morti, di cui moltissimi appartenenti alla generazione dei nostri padri, custodi della nostra memoria, preziosi artefici di ciò che ora siamo.
In questo periodo, in silenzio ci stiamo ascoltando, pensando a tutto ciò che fino adesso tenevamo per scontato, perché nulla, nella vita, è assoluto e stabile. Il silenzio del mondo ora si coniuga con quello dell’universo infinito, fino agli angoli più remoti del cosmo, là da dove siamo venuti, dove c’è l’inizio del tempo.
Ci ritiriamo nel silenzio della notte, l’unico che conoscevamo, sperando in un’alba nuova, quando la vita finalmente si risveglierà e romperà, appunto, questo silenzio.