Maria di Nadia Fusini, edito Einaudi. Una novella ispirata ad un racconto di cronaca nera.
Un libro di piacevole lettura, continua, senza pause che interrompano il ritmo, nell’attesa fiduciosa di un epilogo rassicurante.
Saperlo ispirato ad un fatto di cronaca nera un po’condiziona e distrae, perché la memoria va alla ricerca di ricordi sbiaditi e di particolari reali che invece sfuggono.
I personaggi vivono raccontandosi e l’indagine psicologica risulta avvincente.
La figura di Maria, a tratti voce narrante nelle sue pagine di diario-lettera, è quella che invita alla riflessione e alla comprensione. La sua semplicità è stata scambiata dal marito Giovanni per debolezza, ma lei sa “di essere più forte del suo carnefice, perché ne ha pietà e la pietà è una virtù.”
“Sono un’alga che fluttua nel vivo della corrente che mi trascina, ma non m’inghiotte.”
È lui il maligno? Si chiede Maria. Altrimenti come spiegare la sensazione di forza repressa pronta a scoppiare in violenza ogni qualvolta le si avvicina?
Alla ricerca della verità si muove l’agente di polizia Santini, altra voce narrante, l’uomo che l’ha presa a cuore e che ne redige la confessione.
Vive in una piccola casa, una specie di gabbia in cui si protegge dal mondo esterno, piena di libri (“i libri sono dappertutto – nelle librerie, negli scaffali, e anche per terra, ordinati in pile distinte, dove io, solo io, so ritrovare quello che cerco”), ed è uno schiavo della scrittura. “Solo quando scrivo mi sento vivo. Quando scrivo presto la mia mano a un potere alieno, che non saprei come chiamare, forse destino. Quando scrivo sento che la mia mano collabora con una potenza impersonale, che mi guida a ritrovare un senso, uno qualsiasi, nell’esistenza umana. Perché il senso della vita mi interessa.”
Lui è in grado di comprendere Maria, perché ha rispetto per lei e l’ascolta davvero.
E quando si parla di Giovanni, Santini sa che “bisogna diffidare di chi soffre, perché la sofferenza in certe creature prende strade di perversione, rende cattivi. Se non altro, perché si vuole far pagare a qualcun altro tutto quello che va storto nella nostra vita.”
MARIA TERESA LEZZI FIORENTINO
La descrizione
Una donna in fuga. Un uomo alla ricerca della verità. Un’indagine psicologica profonda e mortale, come il dirupo in cui tutti i personaggi di questa storia sono destinati a cadere. Nadia Fusini torna alla narrativa con una novella intensa e implacabile, che racconta come tra bene e male esistano stagioni sospese, sfumature che solo alcuni accettano di vedere.
L’autrice
Nadia Fusini , studiosa di Letteratura inglese e comparata, ha curato i due volumi dedicati a Virginia Woolf nei Meridiani Mondadori (1998), nonché piú recentemente il Meridiano su John Keats (2019). Alla scrittura delle donne ha dedicato Nomi (Donzelli 1996) e La figlia del sole. Vita ardente di Katherine Mansfield (Mondadori 2012). Tra i suoi romanzi ricordiamo La bocca piú di tutto mi piaceva (Donzelli 1996) e L’amore necessario (Mondadori 2008). Dopo le ultime prove di saggistica – Hannah e le altre (2013) e Vivere nella tempesta (2016), entrambe uscite da Einaudi – torna alla narrativa, sempre per Einaudi, con María (2019, Premio Bergamo 2020). Nel 2021 pubblica Maestre d’amore. Giulietta, Ofelia, Desdemona e le altre.
La scheda libro
2019
L’Arcipelago Einaudi
pp. 136
€ 13,00
ISBN 9788806241483