Paula di Isabel Allende

Paula di Isabel Allende

“Sopravvivere al dolore: il valore universale del messaggio di “Paula”, il romanzo autobiografico di Isabel Allende”.

La morte è più potente dell’amore. È una sfida gettata all’esistenza.
Emile Zola

Incredibilmente, pur amando moltissimo Isabel Allende, non avevo mai letto “Paula”.
Sapevo che questo romanzo raccontava la storia della malattia della figlia, conclusasi, purtroppo, con la morte a soli 28 anni. E forse proprio per questo non l’avevo mai inserito fra le mie scelte: la vicenda in se stessa mi metteva un’angoscia terribile e non ero mai pronta ad affrontarla.
Finché un mesetto fa mi è capitato sul mio kindle questo titolo e d’istinto ho deciso di acquistarlo!
Era arrivato il momento giusto: avevo bisogno di leggere proprio “Paula”.
Non starò qui a raccontarne la trama né a intraprendere strade già ampiamente percorse di recensioni o letture critiche; si tratta di un’opera così complessa che non sarei neppure in grado di esprimere in modo esaustivo la sua intensità.
Ma vorrei condividere con voi, amici del Blog Il Mondo incantato dei libri, alcuni pensieri che questa lettura ha suscitato in me.

La lettura di “Paula” ci pone essenzialmente un interrogativo: come si può amare la vita, nonostante esista la morte?
Ma non la morte di un anziano che ha già fatto il suo percorso…quella, per quanto possa ferirci, non ci sembra ingiusta; parlo della morte di una persona giovane, la morte di una figlia che si perde nell’oblio di una malattia degenerativa e che conclude la sua esistenza portando chi la ama quasi a sospirare di sollievo quando arriva la fine.
Credo che un’esperienza del genere porti con se un vastissimo senso di colpa che si ramifica in ambiti molto differenziati: un senso di colpa relativo al ruolo genitoriale, in quanto si cerca istintivamente di trovare un “colpevole”, ovvero una spiegazione che razionalizzi tanto dolore, ma anche un senso di colpa “da sopravvissuto”; la perdita di un figlio infrange infatti un luogo comune sul naturale ordine delle cose: i giovani devono seppellire i più vecchi.
In alcuni casi poi subentra anche un senso di colpa “morale o religioso”: vivere la morte della propria discendenza come una sorta di punizione, conseguenza dell’aver violato leggi morali o comandamenti, risultato di un comportamento non corretto.
Per superare la morte di un figlio bisogna dunque elaborare un “trauma da senso di colpa” e credo sia molto più difficile che elaborarne la mancanza fisica, proprio perché tale trauma trova le sue radici nei sensi di colpa e si alimenta di una rabbia sorda.

La Allende mette però in luce in “Paula” un aspetto estremamente importante:
“Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte, la vita è puro rumore tra due insondabili silenzi.”

Ciò vale per una vita giovane, così come per quella di un anziano: il silenzio è dunque l’elemento principale nella dimensione di un essere umano, interrotto da qualche tempo di fragore, durante il quale le esistenze si intersecano, dando luogo agli affetti.
Ma è nel silenzio che il rapporto incontra l’eternità, prescindendo lo strappo della morte.
Se arriviamo, temo sia estremamente complesso farlo, a sintonizzarci con ciò che la Allende è riuscita a comprendere attraverso il doloroso anno durante il quale ha accudito lo spettro di sua figlia, potremmo scoprire che è possibile amare qualcuno senza pretendere che ci risponda.

“Sono il vuoto, sono tutto ciò che esiste, sono in ogni foglia del bosco, in ogni goccia di rugiada, in ogni particella di cenere che l’acqua trascina via, sono Paula e sono anche me stessa, sono nulla e tutto il resto in questa vita e in altre, immortale”.

Le parole della scrittrice cilena ci traghettano dunque verso un sentimento per così dire “disinteressato”, che si esplica amando questo figlio o questa figlia perduta, eattraverso l’amore per la vita, che può realizzarsi vivendo con coraggio e coltivando gli affetti.

Resta dunque una sola via possibile: trasformare il male della violenza ingiusta che si subisce tramite la morte di un figlio in una via per recuperare un bene più grande di quello che si è perso, continuando ad amare oltre la corporeità: perché, come la stessa Allende scrive in un altro suo bellissimo romanzo, “Eva Luna”, “le persone muoiono solo quando vengono dimenticate”.

Rita Scarpelli

La descrizione

Paula, nata il 22 ottobre 1963, è una ragazza felice, innamorata del marito, appassionata del suo lavoro. La sua è una vita semplice, che non ha niente a che vedere con quella di sua madre Isabel. Due donne, due destini diversi. Improvvisamente Paula si ammala di una malattia gravissima, la porfiria, che la trascina in un coma da cui non c’è ritorno. Isabel accorre al suo capezzale per cercare di trattenerla in vita, o forse per accompagnarla dolcemente verso la fine… Con la scrittura la madre-scrittrice cerca di “distrarre la morte”, cerca di trovare un senso a una tale insensata tragedia: grazie alla magia della parola evoca tutti i componenti della sua esuberante e bizzarra famiglia perché circondino Paula, superando i confini individuali di vita e di morte.

Scrittrice e giornalista cilena. Dopo aver terminato gli studi a Santiago del Cile, lavora dapprima per la FAO, quindi si dedica a un giornalismo impegnato, scrivendo anche per il cinema e la televisione. Nipote di Salvador Allende, vive in esilio dal 1973, anno del golpe organizzato dal generale Augusto Pinochet Ugarte, al 1988, anno della caduta di Pinochet.
In esilio scrive il primo romanzo, La casa degli spiriti (1982; ebbe una trasposizione cinematografica nel 1993).
Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo. In Italia è pubblicata da Feltrinelli.
Tra le prime scrittrici latinoamericane a raggiungere fama mondiale, continua la sua esplorazione del tema politico e di quello personale nei due romanzi successivi – D’amore e ombra (1984) ed Eva Luna (1987) – e nella raccolta di novelle Eva Luna racconta (1992). Del 1992 è anche il romanzo Il piano infinito. Nel 1995 pubblica Paula. Tra gli altri romanzi ricordiamo Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1997), La figlia della fortuna (1999), Ritratto in seppia (2001), Il mio paese inventato (2002), La città delle bestie (2003), Il regno del drago d’oro (2003), La foresta dei pigmei (2004). Zorro. L’inizio della leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011), Il gioco di Ripper (2013), L’amante giapponese (2016), Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di Paula, La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001), Amore (2013), un miscellanea delle più belle pagine della scrittrice sull’amore, e il sesso, i sentimenti.
E ancora ricordiamo: Oltre l’inverno (Feltrinelli 2017), Lungo petalo di mare (Feltrinelli 2019) che racconta la storia del Winnipeg, una nave che ha portato in Cile 2200 rifugiati spagnoli che fuggivano dalle rappresaglie franchiste e Donne dell’anima mia (Feltrinelli 2020).
È una delle autrici latine di maggior successo, avendo dato alla letteratura sudamericana un contributo enorme; le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.

Scheda Libro

Autore: Isabel Allende
Traduttore: Gianni Guadalupi
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica
Edizione: 25
Anno edizione: 2014

Formato: Tascabile
In commercio dal: 8 ottobre 2014
Pagine: 326 p., Brossura
EAN: 9788807885624

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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