“Splendi come Vita”, di Maria Grazia Calandrone

"Splendi come Vita", di Maria Grazia Calandrone

“Ad ogni primo incontro(…) il mio passato era stato un pozzo in cui io avevo spesso gettato un secchio che non tornava mai su pieno.”
(Claudia Artoni Schlesinger)

L’adozione è un istituto giuridico che consente di creare tra due soggetti estranei tra loro il vincolo naturale di paternità e maternità: le esperienze vissute dal bambino, qualora non si svolgano nell’ambito di un positivo rapporto genitoriale, possono rappresentare potenziali fattori traumatici.

“Splendi come vita” narra la storia autobiografica di Maria Grazia Calandrone che viene trovata, nel 1965, seduta su un prato a Villa Borghese, otto mesi di vita e un sorriso meraviglioso: i suoi genitori biologici, Lucia e Giuseppe, essendo stati denunciati per abbandono del rispettivo tetto coniugale per poter vivere la loro relazione, dopo essersi dati alla fuga, decidono di lasciare la bambina “alla comprensione di tutti” e di mettere fine alla loro vita, per amore della piccola creatura messa al mondo. Ma è soprattutto la storia di un legame che nasce per scelta e continua per amore, il rapporto fra una figlia adottiva, Maria Grazia e la sua madre adottiva, Consolazione Calandrone. Credo non esista un rapporto più complesso e importante di quello fra una madre e una figlia e la complessità diventa ancora maggiore se si tratta di una figlia adottiva. Ione è completamente presa dalla sua bambina, al punto tale da temere che la scoperta della assenza di un legame di sangue possa essere discriminare l’autenticità del loro legame.
Ma quando arriva il momento della verità chi ne sente più il peso non è la piccola Maria Grazia, ma la madre, che inizia ad essere tormentata dal dubbio che la figlia non la ami con pienezza assoluta, perché non le riconosce completamente il ruolo di mamma.
E il dubbio diventa infine patologico, alterando completamente le dinamiche della relazione genitoriale, al punto da trasformarsi in un meccanismo persecutorio della madre verso quella figlia, che non è biologicamente sua.
Con uno stile lirico che fa risaltare in modo evidente il suo imprinting di poetessa, la Calandrone ci conduce attraverso la narrazione degli anni trascorsi, una galleria di sentimenti e vicende che raccontano il suo rapporto con la madre, le complessità di una relazione con una persona disturbata ma meravigliosa, la ricerca dell’affetto visto non come un diritto ma piuttosto come uno stato di grazia, raggiunto poche ma indimenticabili volte.

Perché dunque leggere “Splendi come vita”, oltre che perchè candidato al Premio Strega?
A mio avviso le motivazioni sono essenzialmente due: innanzitutto perché affronta una problematica che è stata e resta cruciale che è quella delle adozioni, che sebbene siano ormai normate dal 1983, anno in cui fu emanata la legge n. 184, resta comunque una tematica sulla quale continuano ad esistere numerose criticità e la Calandrone mette in luce quanto sia delicato l’equilibrio fra adottato e adottante e come possa incidere in modo determinante sull’evoluzione del minore, forse ancor più del rapporto fra genitori e figli naturali.
In particolare, la lettura di “Splendi come vita” ci pone dinnanzi all’evidenza che aspetti come la omogenitorialità nella coppia o l’assenza di partner non possano essere considerati più determinanti per lo sviluppo psichico del minore di quanto non lo sia l’equilibrio mentale all’interno di una coppia di adottanti tradizionale.


“Quando Madremammavèra prendeva sonno, afferrata dall’ombra, controllavo il suo respiro. Che notti ambigue! La bambina a vegliare una madre, vivida e autonomamente respirante!”

Ma ciò che fa di questo romanzo un’opera speciale è l’originalità della narrazione, capace di coniugare poesia e prosa, realismo e emozioni, comprensione della realtà e trascendenza da essa, attraverso il filo conduttore di un legame che non conosce compromessi, perfino nel rimpianto.

Tuttavia, in qualunque momento esso abbia avuto inizio, il danno del Disamore, ricevuto nell’enormità dell’infanzia, vasta come un’era, sta nella nostalgia del suo veleno: chi lo riceve vi si affeziona, ne vorrebbe riscuotere magari dell’altro e, crescendo, può talvolta cercare di riempirsene ancora le tasche, per rimpianto di cosa fantastica pari a un gruzzolo di pepite d’oro. L’oro dell’abitudine, non altro.”

Rita Scarpelli

Descrizione

Splendi come vita fa quello che fa la letteratura alla sua massima potenza: ridà vita a ciò che non c’è più, illuminando di riflesso la vita del lettore. Ma lasciamo che a parlarne sia l’autrice. «Splendi come vita è una lettera d’amore alla madre adottiva. È il racconto di una incolpevole caduta nel Disamore, dunque di una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. Poi c’è una ferita primaria e la madre non crede più all’amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine. Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori e gioie. Quando si smette di vedere la propria madre esclusivamente come la propria madre, la si può finalmente “vedere” come essere separato, autonomo e, per ciò, tanto più amabile» (Maria Grazia Calandrone).
Proposto da Franco Buffoni al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«Il romanzo Splendi come vita è un’ideale lunga lettera stilisticamente compatta – pur se composta di pagine di diario, episodi narrati in prima persona, ricordi brucianti, ferite mai rimarginate – scritta dall’autrice cinquantenne, ben nota come poetessa, alla madre adottiva. Splendi come vita è una storia di amore e odio (o disamore, come lo definisce l’autrice) di fronte a comportamenti “materni”, non più comprensibili né concepibili. O forse, meglio, è la storia di una perdita, di una cacciata, di un paradiso perduto: con quanto di biblicamente ineluttabile tali termini connotano e comportano. Perché la bambina adottata ama profondamente la madre. Poi succede qualcosa nella sua crescita e da quel momento la madre non crederà più all’amore della figlia. Trascorrono i mesi e gli anni e la faglia di incomprensione si allarga sino a divenire incolmabile, fino al finale del romanzo – che non sveliamo nella sua essenza – ma che ci riconsegna due donne adulte entrambe bisognose di amore e per questo “amabili”.»

TITOLO: Splendi Come Vita

AUTORE: Maria Grazia Calandrone

EDITORE: Ponte Alle Grazie

COLLANA: Scrittori

USCITA: 16.04.2021

Pagg: 224-Brossura

EAN: 9788833315973

PREZZO: €. 15,50

Maria Grazia CalandroneMaria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice Rai, scrive per «Corriere della Sera» e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri. Ha pubblicato numerosi libri di poesia tra cui: La scimmia randagia (Crocetti 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier 2005), La macchina responsabile (Crocetti 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle 2010), La vita chiara (transeuropa 2011), Serie fossile (Crocetti 2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), Gli Scomparsi (pordenonelegge 2016 – premio Dessì), Il bene morale (Crocetti 2017 – premi Europa e Trivio), Giardino della gioia (Mondadori 2019).

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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