Torino è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante, non d’Italia ma del mondo. (G. De Chirico)
Torino, città la cui storia si perde nella notte dei tempi, prima capitale del Regno d’Italia dal 1861 al 1865. Città immagine dell’industria automobilistica italiana e non solo, diventa nel secondo dopoguerra emblema della crescita economica di un’Italia che vide la stabilizzazione di centinaia di migliaia di emigrati che dalle regioni meridionali della Penisola, giungevano in cerca di una sicurezza economica che le loro terre d’origine non erano in grado di garantire tanto che, tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni ottanta, venne definita la “terza città meridionale italiana” per numero di abitanti, preceduta solo da Napoli e Palermo. Torino, oltre a vantare lustri storico-culturali ed economici, è conosciuta come città esoterica, dedita a magia e occultismo, anche grazie alla sua particolare posizione geografica in quanto al vertice di due triangoli: un triangolo di magia bianca con Lione e Praga, e un triangolo di magia nera con Londra e San Francisco. Rappresentazioni massoniche ed esoteriche sono presenti ovunque tanto che vi sono dei tour operator che organizzano visite guidate anche notturne.
Ma la storia di Torino, occulta e non , merita una narrazione a parte; qui parleremo di uno dei luoghi misteriosi della città: Piazza Statuto, simbolo di esoterismo al punto tale da essere considerata la “Porta dell’Inferno”. Pare infatti che sia proprio la Piazza il vertice del triangolo di magia nera della città.
Piazza Statuto, chiamata originariamente Porta Segusina prima e Porta Susa poi, è così denominata perché da uno dei palazzi presenti , nel 1948, il Re Carlo Alberto proclamò lo Statuto Albertino, I^ Costituzione di quello che sarebbe poi diventato il Regno d’Italia. A relegarla tra i luoghi occulti della città è la sua collocazione in quanto sorge su una necropoli romana ove venivano eseguite condanne a morte e relative sepolture. La piazza, dominata da un maestoso monumento piramidale costituito da gigantesche pietre provenienti dal Traforo del Fréjus, fu edificato nel 1879, grazie all’idea del Conte Marcello Panissera di Veglio. La fontana, almeno nella versione ufficiale, fu eretta per ringraziare i minatori che nel 1871 realizzarono appunto il Traforo Ferroviario del Fréjus. Sulla sommità della piramide è collocato un Genio Alato sulla cui testa risaltava, fino a pochi anni fa, una stella a cinque punte, un pentacolo, simbolo sì di conoscenza ma rappresentazione dell’Anticristo e quindi emblema satanico per eccellenza.
Dal 2013 la stella non è più presente sul capo della statua e, a tutt’oggi, non è stato possibile chiarire l’arcano della scomparsa; se si sia trattato di furto ad hoc, di mero atto vandalico o sia stata spazzata via dal maltempo, a distanza di otto anni, resta ancora un mistero.
La grande scultura presenta inoltre delle figure in marmo che rappresentano i Titani che appaiono lungo tutta la piramide rocciosa e sembrano quasi voler raggiungere il Genio Alato il quale con il viso rivolto a Est, in una mano una piuma che rappresenta la conoscenza e con l’altra mano indicante il suolo, darebbe una duplice spiegazione, una allegorica e una esoterica ovvero: la vittoria della ragione e della conoscenza sulla forza bruta dei Titani e, allo stesso tempo, il Genio Alato rappresenterebbe Lucifero, l’angelo nero, che rivolto a est farebbe da guida alle forze infere che sfidano la Luce proveniente da Oriente. La Piazza infatti si trova rivolta verso occidente che in chiave esoterica rappresenta il Male. La mano sarebbe diretta verso terra poiché è il luogo in cui Dio condannò l’angelo cacciato dal Paradiso; inoltre lo sguardo del Genio alato sarebbe rivolto verso Piazza Castello che secondo le leggende susseguitesi nel tempo, sarebbe fonte di magia bianca. Il fatto che la Piazza sia collocata a occidente non è un caso poiché è lì che il sole tramonta cedendo il passo alla notte, ed è quindi considerato punto di confine tra Bene e Male. La statua del Genio Alato, quindi, essendo già nel suo regno, quello del Male, guarda verso Est proprio in quanto Regno del Bene.
Ad avvalorare ancora di più la teoria sulla simbologia demoniaca di Piazza Statuto, fu un fatto occorso nel febbraio del 1983, quando l’amministrazione comunale dell’epoca organizzò, non senza polemiche, il “carnevale diabolico”. Il giorno successivo la manifestazione, ovvero il 13 febbraio, nel cinema adiacente Piazza Statuto, in cui veniva proiettato un giallo francese dal titolo “La Capra”, divampò un incendio nel quale morirono 64 persone. Fin qui apparentemente nulla di strano ma gli esperti di esoterismo non mancarono di notare “coincidenze” agghiaccianti. La capra o caprone è l’animale che per antonomasia viene associato al Maligno, così come le fiamme sono sinonimo di inferno. Il numero delle vittime, 64, fu simmetrico: 31 donne, 31 uomini, 1 bambino, 1 bambina. 64 è il numero corrispondente alle tessere della scacchiera del Diavolo. Il 13, giorno dell’incendio, corrisponde nei Tarocchi alla carta della morte. 13 capovolto diventa 31; 31 è per la Cabala il Padrone.
Coincidenze? Casualità? Fatalità? Forse … Ma nulla accade per caso e alcuni ambiti andrebbero esplorati il meno possibile specie se per pura curiosità e in assenza di buone nozioni che aiutino a comprendere quando è il momento di fermarsi …
Teresa Anania