Woodstock : Il concerto rock più famoso della storia

Woodstock

Il concerto rock più famoso della storia

Tra entusiasmi e polemiche, un evento che ha segnato per sempre la storia della musica.

Anche se sono trascorsi esattamente cinquant’anni, tutti sanno che il festival della musica per antonomasia ha un solo nome: Woodstock! Tre giorni in cui migliaia e migliaia di giovani intenti a raccogliere le redini di un’intera generazione, quella del ’68, furono rapiti da stravaganza, trasgressione, umanità, pioggia, fango e, ovviamente, dalla musica rock. Ma come si è arrivati ad organizzare un evento di tale portata? Un certo John P. Roberts aveva ricevuto in eredità un po’ di soldi e insieme ad altri tre suoi amici, Joel Rosenman, Artie Kornfeld e Michael Lang, decise di investirli in un progetto musicale, differente da quello poi realizzato. (Il programma iniziale era quello di realizzare uno studio di registrazione) L’idea geniale fu di pubblicare un annuncio sul New York Times con la seguente dicitura: “Giovani con capitale illimitato sono alla ricerca di interessanti opportunità di investimento e business, legali.” Il riscontro fu pazzesco. Ideato come un festival di provincia e pubblicizzato con un nome dal tono modesto, “An Aquarian Exposition”, accolse inaspettatamente circa 500.000 giovani, giunti da ogni angolo dello Stato e non solo. Programmato inizialmente nella cittadina di Wallkill per tre giorni consecutivi, fu accolto male dagli abitanti della zona che lo ritenevano un pericolo sociale. A questo punto il concerto rischiava di essere annullato, era necessario trovare un’altra location. Dopo aver scartato anche la tenuta di Elliot Tiber, dove sorgeva il Motel El Monaco, perché non in grado di accogliere gli oltre 150.000 biglietti già venduti, entrò in scena Max Yasgur, proprietario del caseificio di 600 acri vicino allo stagno, nel quale migliaia di hippy fecero il bagno nudi, immortalando così uno dei momenti salienti di Woodstock. Lo stesso Yasgur in una intervista dichiarò: “Se ci ispirassimo a loro potremmo superare quelle avversità che sono i problemi attuali dell’America, nella speranza di un futuro più luminoso e pacifico.” Così, il 15 agosto 1969, nella città di Bethel, alle ore 17.07, iniziò il mega concerto, definito “3 Days of Peace & Rock Music”. La prima giornata fu dedicata ai musicisti folk e il primo ad esibirsi fu Richie Havens, che intonò la canzone “High Flyin’ bird” alla quale seguì “Freedom”, che divenne la colonna sonora di un evento che aveva la pretesa di cambiare il mondo e forse, in parte, ci riuscì. Il giorno successivo fu la volta di Carlos Santana, Janis Joplin, Grateful Dead e gli Who, nonché dei Jefferson Airplain, che diedero al festival la tipica connotazione politica e critica, per cui ancora oggi, viene ricordato. Molti la domenica andarono via, perdendosi la straordinaria performance di Jimi Hendrix, che riuscì a suonare per più di due ore e che interpretò a modo suo l’inno americano. Una vera e propria protesta contro l’esercito che combatteva la terribile guerra in Vietnam. Aiutandosi con il suo anello, Hendrix riuscì a riprodurre il suono delle bombe, creando un autentico scenario di battaglia. Ancora oggi, lui e la sua chitarra, rappresentano il grido di protesta di un’intera generazione, la vera e autentica essenza di Woodstock e di ciò che ne rimane. Per contro, però, c’è anche chi sostiene che l’evento è frutto di una grossa mistificazione: le migliaia di persone intervenute vissero per 4 giorni in un inferno di sporcizia, droghe e fango, con pochissimo cibo e con la costante minaccia di una elettrocuzione di massa. L’area adibita al concerto soffriva di gravi lacune di servizi e sicurezza. La scaletta del concerto fu modificata molte volte, a causa di ritardi, cancellazioni e sostituzioni dell’ultimo momento. L’impianto elettrico era improvvisato e molte persone non riuscirono nemmeno a raggiungere il luogo dell’evento a causa della coda chilometrica che si formò sull’unica strada di Bethel, inclusi alcuni musicisti che rimasero bloccati nel traffico. E ancora, molte le esibizioni riuscite male considerato anche lo stato alterato dei performer. Guardando il film di Wadleigh, si stenta a credere a queste cose, ma lo stesso regista disse che intendeva rendere Woodstock l’evento assoluto degli anni ’60: “Vedevo questo bellissimo evento come un ritorno alla Terra, un ritorno al giardino dell’Eden che combinava politica e musica. Se si guarda il film che ho montato, ogni canzone ha a che fare con la politica o l’azione sociale.” In ogni caso, anche se Woodstock ebbe un’infinità di problematiche, organizzatori e musicisti erano realmente convinti che la musica potesse cambiare il mondo, e su quel palco c’è stato veramente chi ci ha provato…
Fabiana Manna

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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