Alice nel paese oscuro, Leonardo Torre

Alice nel paese oscuro – Viaggio in un mondo sommerso, Leonardo Torre. Atile edizioni.

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“Quasi la metà di tutte le nostre ansie e paure derivano dalla nostra preoccupazione per l’opinione altrui.”

Arthur Shopenhauer

Il web. Strumento eccezionale, utile e ormai indispensabile. Con possibili e gravi “effetti collaterali”, che possono minare la stabilità emotiva degli utenti, soprattutto se adolescenti. In questo libro percorriamo una strada tortuosa e irta di sofferenza, che il protagonista, senza nome, in modo che ciascuno si possa identificare con lui, affronta con la speranza di trovare un riscatto sociale, mera chimera nelle acque torbide della rete.

“Ho compreso troppo tardi quale labirinto inestricabile sia il web e quanto spaventose possano essere le sue trappole. Ero convinto che fosse uno strumento attraverso il quale cambiare il mondo, magari soltanto la mia realtà. Ma ho scoperto che la sola cosa che cambia è l’animo umano, che non migliora ma regredisce, perché esso si fa corrompere con troppa facilità. Attraverso il web, il diavolo mi ha sfidato. Dopo avermi deriso, mi ha rimproverato che non sarei stato in grado di contrastare le sue tentazioni e mi ha costretto a stringere un’orribile scommessa con lui. Se perdo, esigerà il suo pagamento. Il mio sacrificio. E mi lascerò alle spalle un profondo rimorso, quello di aver dato un grande dolore ai miei genitori. Seppure non abbiano colpa, verranno puniti con crudeltà.”

Il giovane vive una fase personale di cambiamenti e di sofferenze: comincia per lui un nuovo percorso scolastico, dalla scuola secondaria di primo grado passa a quella di secondo grado. Non solo. Pochi mesi prima, la sua sorellina di soli cinque anni muore in seguito a un incidente domestico. I genitori non reggono a questa prova straziante, e decidono di separarsi. Una serie di circostanze infauste trama per un altro dramma…

“Nel profondo del mio animo, decisi di trasformare questa tragedia in un incubo personale, una di quelle paure che non puoi raccontare a nessuno, come fosse un intimo segreto. Mi chiusi in me stesso e non ne parlai mai più. Sebbene mi reputassi già abbastanza grande, ero soltanto un bambino quasi adolescente e dentro di me sentivo soltanto il mare in tempesta.”

Nella nuova scuola non conosce nessuno e non ha voglia di instaurare alcun tipo di rapporto, nemmeno con i docenti. Anche il suo rendimento dal punto di vista didattico lascia sempre più a desiderare. Le porte dell’inferno stanno per aprirsi.

“Diventai subito il bersaglio preferito di tutti quanti e ogni scherzo di cattivo gusto era diretto verso me. Ben presto, per una naturale evoluzione dei rapporti, dallo scherzo si passò alla pesante derisione. La situazione divenne insostenibile quando subentrarono gli atti di bullismo.”

Come trovare il modo per farsi accettare dagli altri? Perché ai suoi dolori devono sommarsi anche quelli derivanti dalla prepotenza e dall’indifferenza della collettività? Quale può essere, allora, il suo posto nel mondo? Per una pura casualità scopre la “challenge”, una sorta di catena di Sant’Antonio che viaggia spedita sulle piattaforme dei social network e miete sempre più vittime inconsapevoli.

“Un’esistenza immaginaria. L’animo umano, allo stesso tempo vittima e carnefice di se stesso, si lascia corrompere senza opporsi; quasi fosse alla costante ricerca di un dolore, all’interno del quale trovare la propria felicità. La dipendenza finisce per assomigliare a un labirinto costruito da robuste pareti di vetro. Al suo interno riesci a scorgere facilmente la strada d’uscita e questo crea una sensazione di tranquillità che ti rassicura e ti spinge ad andare avanti sempre più in fondo. E vieni rapito dalla curiosità di conoscere ogni angolo del labirinto. La curiosità ti attrae, mentre l’illusione di saper uscire ti inganna. Senza rendertene conto, finisci per perdere il controllo del tuo libero arbitrio e della tua volontà di scelta.”

Come un miraggio nel deserto, al giovane appare la possibilità concreta di darsi un’opportunità fuori dai contesti canonici. Un’oasi che ristora, rigenera, riscatta. Tutto sembra magico e fattibile, ma quell’incantesimo si rivelerà ben presto un tremendo incubo.

“Nel mondo, quello vero, io ero nato perdente. Qui dentro, nel mondo virtuale, potevo raggiungere la gloria. E avrei vissuto da vincente. Mi convinsi che l’unica strada da perseguire per il mio futuro fosse questa; volevo crearmi una nuova identità. Un avatar. Un nuovo alter ego che potesse attribuirmi caratteristiche tali da permettermi di raggiungere mete che nella vita reale avrei soltanto sognato. La voglia di rivalsa e di riscatto mi annebbiavano la mente, impedendomi di comprendere quali fossero le vere insidie (…). Il desiderio di uscire dall’anonimato e dalla mia mediocrità, la bramosia di una vita di soddisfazioni e la ricerca della felicità che avevo smarrito mi spingevano a credere che in quel mondo avrei avuto la possibilità di ricominciare tutto dall’inizio.”

A gestire il tutto un’unica persona, che si fa chiamare il Cappellaio Matto e che impone regole ferree e indiscutibili: coloro che non le rispettano sono destinati ad andare incontro a un vero e proprio linciaggio in rete.

“Ognuno di noi doveva invadere la serena e appagante vita sociale e virtuale di quei ragazzi, intasandola con una infinità di contenuti offensivi e infamanti, dovevamo cancellare la loro tranquillità e sostituirla con un inferno di insulti. Dovevamo muoverci singolarmente, attraverso azioni programmate che potessero colpire in profondità (…). I messaggi e i materiali inviati in rete dovevano essere condivisi e condivisi ancora, in modo da amplificarne la diffusione anche ben oltre la cerchia dei conoscenti. Era necessario che ognuno di noi si impegnasse a tirare fuori tutta la propria fantasiosa cattiveria. Anche io cominciai a preparare la mia missione (…). In verità, senza volerlo, il gioco mi concesse una possibilità; infatti, avevo l’opportunità di punire quei bulli e di vendicarmi dei soprusi che avevo subito a scuola. Avrei riversato addosso a quei maledetti tutta quella rabbia e quella frustrazione che, nel tempo, avevo ingoiato senza reagire. Anche se sapevo di non colpire gli stessi delinquenti, il godimento che avrei provato sarebbe stato altrettanto soddisfacente (…). Considerai questa opportunità come l’unica chiave di accesso verso il mio riscatto; pensai che fosse l’ultima strada da percorrere per riprendermi l’autostima che i miei demoni avevano distrutto (…). Sebbene sapessi che tutti i miei fallimenti erano soltanto causa mia, proprio per questo motivo ero alla continua ricerca di altri stupidi come me che giustificassero i miei insuccessi. E rincorrevo senza sosta un desiderio di vendetta. Vendetta contro me stesso.”

Secondo il Cappellaio Matto, il fine è raggiungere la purezza, e lo si può fare soltanto superando sette sfide, che incarnano sette fasi della vita e nella fattispecie l’esordio, la coscienza, la crescita, la metamorfosi, la maturazione e infine le ultime due fasi, quelle più importanti, la purificazione e il sacrificio.

Ma a cosa avrebbe portato realmente tutto ciò? Quali sono i reali pericoli non contemplati nelle sfide virtuali? E qualora queste sfide venissero superate e si riuscisse ad uscirne indenni, quale contributo positivo potrebbe mai verificarsi nella vita reale, lontano dagli schermi?

Avendo a che fare quotidianamente con giovani adolescenti, leggendo questo libro, ho provato non di rado delle vere e proprie fitte allo stomaco. Purtroppo, questa è ormai una tematica spinosa e attuale. Sono tanti, troppi, i ragazzi che cedono e cadono vittime della terribile tela del web. Spesso, dietro gli schermi, si nasconde gente priva di scrupoli, che manipola e circuisce persone fragili, con problematiche varie, magari complessate e insicure, inducendole a compiere atti di bullismo, di violenza, di autolesionismo. Sarebbe fondamentale che tutti prestassimo attenzione, vigilassimo e ascoltassimo anche il più piccolo campanello d’allarme, per evitare possibili traumi e ulteriori dolori.

Il web è un’invenzione straordinaria, ma deve essere utilizzato con la giusta consapevolezza, ricordando sempre che la vita, quella vera, è ben lontana dagli strumenti tecnologici.

Storia a tinte forti di un adolescente, vittima di bullismo, alla ricerca della propria identità nei meandri dell’insidioso mondo del dark web. Il giovane è attratto da un gioco on line al quale partecipa soltanto chi ha il “coraggio” di affrontare delle sfide per giungere alla purificazione spirituale. Per curiosità e con l’illusione di risolvere le situazioni di disagio interiore e sociale, si lascia coinvolgere in sette sfide pilotate dall’ideatore del gioco, che, fra le varie, gli propone la sfida più ardua: la blackout challenge. Il protagonista sarà capace di sopravvivere alla challenge? Scoprirà mai chi si nasconde dietro uno strano nickname?

Autore: Leonardo Torre
Editore: Atile
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 28 gennaio 2023
Età di lettura: Young Adult
EAN: 9791280944580

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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