L’estate che resta, Giulia Baldelli

L’estate che resta, Giulia Baldelli. Guanda edizioni.

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“Sono due ore che ti aspetto e so che non arriverai.”

“L’estate che resta” è il romanzo dei grandi amori che non conoscono barriere. È il romanzo delle scelte, compiute e vissute, un romanzo di temi importanti, i cui personaggi trascinano nella storia con forza e dolcezza.

Leggendo, ho pensato spesso a “La mente abitata”, non come a un titolo alternativo, ma a quanto si prova incontrando Giulia, Cristi e Mattia, personaggi che si insediano stabilmente nella mente del lettore.

Il prologo struggente ci introduce nella narrazione con un ritmo veloce, quello della conversazione, della confessione, con frasi brevi, accostate le une alle altre. È una porticina sul presente per far entrare il passato e dare uno sguardo al futuro.

“… ho il sangue malato e mi restano tre mesi…

 È solo la verità, la mia. Quella che ti ho taciuto da quando un giorno di giugno di cinquant’anni fa, in una vecchia casa vicino a questo bosco, ti hanno affidata a me. La verità che non esisterà fino a che tu, con il tuo modo unico di sentire, non ti deciderai a toglierla dal silenzio.”

Giulia dice a Cristi di volerle raccontare la verità e la rivive, lasciando che il nastro della vita si srotoli davanti ai nostri occhi e la storia delle due amiche speciali appaia nella sua interezza, tra luci e ombre, pensieri confessati, sentimenti celati e l’onnipresente Mattia, figura che unisce e separa e che fin dal primo incontro, a soli undici anni, si è preso tutto di Cristi.

“In tre niente è più uguale” e infatti il terzo elemento disturberà per tutta la vita quel rapporto privilegiato, in cui Giulia ha investito tutto.

Il tempo presente nella narrazione ci guida, coinvolgendoci. Siamo con Giulia, voce narrante, momento per momento, a respirare l’attimo, col desiderio di capire quanto accade, attenti a seguire il filo, il ritmo che ci tiene sospesi, pronti a cogliere l’imprevedibile.

Assistiamo a un cammino lento di conoscenza di sé, dei propri sentimenti, con una triangolazione che apre allo stupore e riserva incredibili sorprese.

Il romanzo, strutturato in sei parti, che coprono un arco di tempo dal 1991 al 2014, ci consente di seguire i tre in varie fasi della vita e di conoscere l’evoluzione della loro storia, l’allontanarsi e il ritrovarsi, le battute d’arresto, l’ingresso di nuove presenze affettive. A questo si aggiungono le relazioni familiari, gli scossoni economici che pregiudicano la salute, la perdita della sicurezza.

“L’insicurezza è il peggior nemico. Aspetta paziente, si allarga nei vuoti, si nutre del dubbio, manipola la memoria e ingombra ogni istante presente pur di confondere il futuro.”

Giulia Baldelli, con il suo romanzo d’esordio, entra nel mondo della letteratura con l’indimenticabile storia d’amore di Giulia per Cristi, un amore che nasce in verde età e attraversa il tempo, intorno a cui ruotano tanti altri amori, come quello dei genitori verso i figli, per le proprie origini, per la propria casa, in una quotidianità che ci è familiare e in cui i personaggi presentano tutte le sfumature del genere umano, senza stereotipi di sorta.

Per Giulia la figura di riferimento è il padre, che adora, per la sua disponibilità all’ascolto e per il quale si strugge, quando lo vede cadere in depressione.

“Dov’è mio padre, vorrei gridare. Non lo voglio un palloncino maltrattato, un palloncino che vaga nel cielo del suo salotto da anni e che rischia di bucarsi da un momento all’altro.”

Per Cris che vive l’assenza dei genitori come una profonda ferita, è nonna Ida, la figura di riferimento, (la nonna accudente che in tanti possiamo riconoscere come nostra), anche se il patrigno Fausto si guadagna il suo ruolo cercando sempre di sostenerla.

C’è anche un’altra figura di padre, che ho apprezzato molto e che finirà col sorprendere tutti per la sua modernità e per la svolta che darà all’intera storia.

Mi è piaciuto molto il modo in cui la scrittrice ha fatto emergere gli effetti della Storia sulla vita delle persone, quel disagio legato al cambiamento che non tutti riescono a gestire. Il fallimento di un’azienda può infatti determinare una depressione cronica (padre di Giulia) e la vendita dei propri beni. È la vita reale, su cui riflettere! Per farlo però abbiamo bisogno di comprendere, di leggere, di “pattinare sulle parole”, di essere liberi. Il messaggio ci arriva forte e chiaro: solo l’alfabetizzazione ci permette di essere liberi.

Arrivata all’ultima pagina potrei chiudere il libro e invece no, sento subito il bisogno di riaprirlo e di rileggere il prologo.

Un libro assolutamente da leggere.

“Mi metto in disparte mentre loro mi insegnano per primi che forma sorda ha il dolore quando i sentimenti non si possono cambiare.”

“Ma non sono fatta per correre, non sono mai stata agile e incontro al dolore ci vado sgraziata e di petto.”

“Ancora oggi a distanza di cinquant’anni non saprei dire cosa fossi, cosa volessi essere per lei.”

MARIA TERESA LEZZI FIORENTINO

Un esordio sorprendente, una storia che celebra l’amore nella sua forma più tenace, più appassionata, che non si cura dei generi, sopporta gli abbandoni e resiste al passare degli anni.

«Notte, Bologna. Per la prima volta nella mia vita sono riuscita a dirle ti amo. E per la prima volta ho avuto la certezza assoluta che Cristi l’avesse già detto a qualcun altro. A lui.»

Giulia e Cristi si incontrano bambine, negli anni Novanta, durante le estati trascorse in un piccolo paese delle Marche. Giulia, determinata e razionale, subisce il fascino di Cristi, così fragile e così selvaggia, e capisce presto di provare per lei qualcosa di più dell’amicizia. Anche Cristi è attratta da Giulia, però i suoi occhi cercano in continuazione Mattia, un bambino che sembra comprendere la sua natura selvatica più profondamente di quanto l’altra riesca a fare. Dopo una serie di estati scandite dai giochi in riva al fiume e da sofferte gelosie, i tre, arrivati alla soglia dell’adolescenza, si separano. Dieci anni più tardi, Giulia e Cristi si ritrovano a Bologna e il loro amore mai dimenticato esplode. Ma ancora una volta a turbare l’equilibrio ricompare Mattia. Da quel momento le loro vite appassionate si legano per sempre.

Giulia Baldelli è nata a Fano, nelle Marche, nel 1979. Dal 1998 si è trasferita a Bologna dove si è laureata in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Vive con il marito e i loro tre figli. Questo è il suo romanzo d’esordio.

Titolo: L’estate che resta

ISBN: 9788823529687

Autore: Giulia Baldelli

Collana: NARRATORI DELLA FENICE
Casa Editrice: GUANDA

Dettagli: 448 pagine

Brossura: Prezzo 19,00€

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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