Siamo in Sicilia nel periodo tra le due guerre mondiali. Maria a soli quindici anni accetta di sposare Pietro un ricco viveur che ha più del doppio dei suoi anni, per permettere ai suoi fratelli ed all’amatissimo Giosue’ adottato dalla famiglia dopo la morte del padre,di proseguire negli studi. La famiglia della ragazza è socialista e per questo il padre avvocato non lavora più ed hanno problemi economici. Maria esce dalla casa paterna e trova la sua percezione di donna, il marito la inserisce in ambienti dediti all’arte, alla musica e cosa più importante risveglia la donna che è in lei, Pietro è un uomo buono ma purtroppo è inetto e dedito al gioco.
L’autrice traccia un profilo perfetto della Sicilia di quegli anni, con ricerche storiche accuratissime. È una storia familiare sullo sfondo della storia.
Dall’isolamento dell’isola dopo l’unità d’Italia al fascismo con le sue leggi razziali: Giosuè suo grande amore è ebreo. Una storia d’amore, di vita, di forza, Maria rappresenta la donna siciliana che riesce a tenere in mano le redini della famiglia sia economicamente gestendo il patrimonio di famiglia affidatogli dal suocero per salvarlo dalla vita dissoluta ed ai debiti di Pietro, sia moralmente cercando di mantenere il decoro della famiglia ,anche mettendo in pratica gli insegnamenti socialisti paterni e quindi dando una vita dignitosa alle persone che vivono al suo servizio.
Un segmento di storia siciliana ed italiana, fatti privati inseriti perfettamente nel contesto storico in cui avvengono. Si sente l’amore dell’autrice per la sua terra e le tempeste che nel corso degli anni la sua amata Sicilia ha dovuto affrontare. Attraverso la vita di Maria Marra una donna volitiva l’autrice traccia il profilo delle donne dell’epoca, donne che non hanno il diritto al voto ma sono loro a tenere le redini delle famiglie sia economicamente che moralmente.Donne forti, disposte a tutto per preservare la vita dei figli, anche rinunciando alla felicità.
L’ amore è rappresentato dalla figura di Giosuè che ama di amore puro ma passionale Maria e che sarà con lei per tutta la vita e l’aiuterà nei momenti difficili.
La storia fa da sfondo ma a tratti diventa protagonista.
Chi ha vissuto da vicino quegli anni si può riconoscere in uno qualsiasi dei personaggi che popolano questa bella storia. La scrittura è colta e forbita e forse a mio avviso se l’autrice avesse limitato le spiegazioni quasi didascaliche dei fatti storici ne sarebbe uscito un libro quasi perfetto.
Io l’ho letto con piacere e mi sono appassionata alla vita di Maria Marra una donna moderna e volitiva per quell’epoca, ma so che ne esistevano tante che nel chiuso della vita domestica reggevano le sorti delle famiglie nel bene e nel male.
Titolo:Caffè amaro
Autore: Simonetta Agnello Hornby
Editore: Feltrinelli
Collana : I narratori
Vive dal 1972 a Londra, dove svolge la professione di avvocato ed è stata presidente per otto anni del Tribunale di Special Educational Needs and Disability.
Il suo studio legale nel quartiere di Brixton lavora per lo più con le comunità nera e musulmana.
Si è occupata della donna nel mondo arabo ed è autrice di testi legali dedicati all’infanzia. Il suo primo romanzo, La mennulara (la “raccoglitrice di mandorle”) del 2002 è stato un vero e proprio caso letterario, è stato a lungo ai vertici delle classifiche ed è stato tradotto in molte lingue, ricevendo nel 2003 il Premio Letterario Forte Village; nello stesso anno, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa e il Premio Alassio 100 libri – Un autore per l’Europa, ed è stato finalista del Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”.
Ha pubblicato con Feltrinelli La Mennulara (2002), La zia marchesa (2004), Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca(2010), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati, 2012), Il veleno dell’oleandro (2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni, 2013), Via XX Settembre (2013) e Caffè amaro (2016).
Ha inoltre pubblicato: Camera oscura (Skira, 2010), Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello; Slow Food, 2012), La mia Londra e Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014). I suoi romanzi sono stati tradotti in tutto il mondo e hanno vinto numerosi premi.
La trama
Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala – che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della dote – e, in maniera meno evidente, all’amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di fratello maggiore. Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i viaggi, il gioco d’azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, Maria scopre un senso più ampio dell’esistenza, una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. Attraverso l’eros, a cui Pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei la conoscenza di sé e dei propri desideri, nonché l’apertura al bello e a un personalissimo sentimento della giustizia. Durante una vacanza a Tripoli, complice il deserto, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l’ha legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d’amore che copre più di vent’anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.
Dai Fasci siciliani all’ascesa del fascismo, dalle leggi razziali alla Seconda guerra mondiale e agli spaventosi bombardamenti che sventrano Palermo, Simonetta Agnello Hornby insegue la sua protagonista, facendo della sua storia e delle sue scelte non convenzionali la storia di un segmento decisivo della Sicilia e dell’Italia.