Un uomo di circa quaranta anni sente il bisogno di raccontare, a se stesso prima che ai lettori, alcuni decenni della sua esistenza: anni di battaglie e di sofferenze tremende, anni vissuti nella disperazione più profonda ma anche di esaltanti rinascite, durante i quali più volte egli ha avuto la sensazione di avere esaurito completamente le proprie risorse, fisiche e mentali, per la sopravvivenza.
“Figlio delle mie stelle, di astrusa scelta, incomprensibile agli occhi altrui, così sciacalli e malati dell’ingordigia di voler sapere chi sei, avvoltolato nell’astro nascente dell’inquetudine mansueta, perché v’è spasmodica tenerezza friabile, fragilissima, nel recludersi in qualcosa d’incantato e mistico…”: le parole scelte dall’autore ci descrivono un eroe moderno, tormentato dai mali della nostra civiltà, stritolato dall’ipocrisia e dal pregiudizio, bersagliato dai falsi miti e dall’ostilità verso la diversità.
Il peccato originale del suo “vivere e sentire in maniera differente” lo renderà oggetto di una vera e propria persecuzione, attuata con tutti gli strumenti della società contemporanea, dalla violenza verbale a quella virtuale, dall’emarginazione allo stalking, senza alcuna pietà .
E, come si confà a un eroe moderno, la sua battaglia lo condurrà ad uno scontro titanico fra l’uomo e le sue paure e determinerà la progressiva e ineluttabile compromissione della psiche umana: il protagonista infatti vivrà la solitudine del disagio psichico che riuscirà solo attraverso il supporto psicologico, ad accettare e a superare, acquistando un nuovo equilibrio.
Un lungo e buio tunnel esistenziale alla fine del quale l’eroe si ritroverà segnato da terribili cicatrici, ma anche più consapevole di se stesso e più forte nei confronti della sofferenza.
Lo stile riecheggia le narrazioni epiche, ridondando di espressioni auliche e di termini ricercati e ricorrendo spesso alla rima baciata: artifizi dotti ma che, pur nella loro affascinante originalità, rendono alquanto complicata la lettura.
Leggendo “Dopo la morte” si vive dunque un’esperienza davvero molto singolare, condividendo l’itinerario epico di un uomo qualsiasi della nostra epoca: un viaggio nel quale ognuno può riconoscere sentimenti e emozioni che gli sono familiari, dolori e esaltazioni che hanno attraversato la propria esistenza, descritti con una tecnica narrativa decisamente particolare ma profondamente complessa.
Rita Scarpelli
Titolo: Dopo la morte
Autore: Stefano Falotico
Data di uscita:2018
Pagine: 158
Copertina: morbida
Editore: Youcanprint
ISBN: 9788827834879
Stefano Falotico, nato a Bologna il 13 Settembre del 1979. Poeta e romanziere, autore fra l’altro di numerosi saggi monografici su attori e registi, fra cui Martin Scorsese, la strada dei sogni, David Cronenberg, poetica indagine divorante e Robert De Niro, l’intoccabile, abbina la sua “insana”, viscerale passione per il Cinema a quella per la letteratura, prediligendo il noir, le storie che esplorano le zone oscure dell’animo umano, le loro intersecanti linee sfumate d’ombra. Cinefilo dunque, amante tout-court delle arti visive, originale menestrello, come ama definirsi lui, dello strambo mondo “ballerino” e perennemente mutevole, in cui viviamo e nel quale, ogni giorno, dobbiamo, decifrandolo nei suoi continui cambiamenti, a suo modo amarlo e districarcene.Qui, oltre ai già su citati due saggi, troverete infinite, innumerevoli sue opere, che vi lasci(am)o scoprire.Andate in Ricerca ed esplorate(lo).Narrativa, dunque, saggistica, autobiografici libri inseriti in questa biografia che si arricchirà sempre di nuove parole, forse compare anche altrove, in altri luoghi, evviva le nostre immaginazioni. Falotiche, stravaganti, come il mutar della vi(s)ta.
La descrizione
Nella spettrale nerezza d’istanti sinuosi, grottescamente morbidi come peccaminosa pelle di donna nel rifiorire vanesio del suo profumo letale… Dopo la morte dell’anima, il suo supplizio, il suo sacrificale essersi smarrita nel buio più cupo e poi ridestata di gotica rinascenza come un risveglio ancestrale, ecco la vita che furibonda riscalpita. Una vita che si spezzò, tranciata e sofferta, che or rimembra i suoi ricordi e, sanguigna, lividamente s’angoscia ancora per vivificare afflizioni della risquillante esistenza che si rannicchiò ermetica, indecifrabilmente celata, emozionalmente vissuta con la potenza estatica dei sogni più maestosi, una vita incatenatasi nel cupido tormento di sé stessa e torturata nel suo ardersi dentro come marina placidezza scossa da un viscerale terremoto, come risorgimento dell’inconscio riesploso. Una storia ai confini della follia o nelle braci brucianti dei suoi meandrici corridoi mentali, notturni, nei bagliori del tempo fermatosi e poi ritornato nella sua fulgidezza più vera e coraggiosa. Perdizione e poi salvazione, una psichiatrica storia di appannati, obnubilati lindori sommersi, di taciute rabbie e di punite ire, di vita placata e ancor poderosamente riamata. Ma anche un lungo racconto in prima persona del burlesco, fosco teatro della commedia umana, teatro di maschere false, di spettri, di bugiardi e di ombre sgargiantemente riemerse.