Un libro che vuole esplorare il difficile mondo delle fabbriche in crisi, della paura degli operai di diventare personale in esubero. Sindacati che fanno accordi segreti con la dirigenza, scioperi organizzati da chi in fondo non ci crede . Fabbriche e lavoro svenduti all’estero a gente a cui non interessa minimamente la vita degli operai che alla fine sono il motore dell’azienda. Il racconto di una crisi aziendale attraverso le parole di Alessandro un ragazzo dedito al trialon, che viene assunto proprio per gestire la crisi e gli operai , dopo che il suo predecessore subodorato ciò che sarebbe avvenuto è scappato.
Luca già dalla prima giornata di lavoro ha più empatia verso i lavoratori che verso la dirigenza, cerca di ottenere almeno una buonuscita per i lavoratori che saranno licenziati. Nascono dei rapporti con le persone che rappresentano i sindacati, perde il sonno , la situazione è sempre più complicata, non sa a chi credere, ignora i gruppi creatosi all’interno della fabbrica, fino a pensare di lasciar tutto ed andare a riprendersi quella vita che ha lasciato perdere per inerzia.
La voce narrante è Luca il giovane capo del personale, ed attraverso i suoi pensieri ed i suoi sentimenti approfondiamo il mondo della fabbriche scalcinate e destinare a morire, dalla parte della dirigenza, delle decisioni difficili da prendere nonostante il cuore non vorrebbe privare nessuno della sua fonte di sostentamento. Tra scontri , incontri segreti , messaggi segreti si arriva alla soluzione, forse un po’ inaspettata.
Non è che si era ficcato in un casino più grande di lui? Sarebbero riusciti a rifornire il cliente nonostante tutta quell’agitazione?
Ma quello prima di lui se ne era scappato perché aveva fiutato il casino?
«Dotto’ qui noi ci vogliamo vedere chiaro, va bene? Mo’ l’azienda ci deve dire programmi e investimenti. Che si credono questi? Vengono qui, sfogliano la margherita, poi se ne vanno e ci lasciano con il morto sul tavolo?», Mirante adesso aveva messo il turbo.
Luca continuava ad ascoltare e non ascoltare. “Il Grosso” aveva veramente le idee chiare? O era un mero esecutore di ordini da oriente?
E chi era in Giappone aveva capito bene la situazione?
«Mo’ Dotto’ ma poi il fatto che sti cazzo di conti non quadrano, ma chi li fa sti conti? E perché paghiamo sempre noi? Ah, io non lo so, qui
vediamo gli uffici pieni di gente».
Libro scorrevole, con un ottimo sfondo sociale , visto da un’altra prospettiva, forse un po’ troppo incentrato alla cronistoria e trovo la caratterizzazione dei personaggi troppo spiccata verso stereotipi .
Ne consiglio la lettura soprattutto per lo sfondo sociale che ho molto apprezzato , ed a chi ama leggere qualcosa di diverso.
Titolo : Dottò
Autore : Luca Malusardi
Editore : Il seme bianco
Prezzo : € 12,90
L’autore
Luca Malusardi vive a Vasto, provincia di Chieti, dove è impiegato presso una multinazionale. È sposato e ha una figlia di 13 anni.
Dotto’ è il suo primo romanzo.
La descrizione
Luca era stato incaricato della gestione del personale in una fabbrica logora e consunta, consumata dagli anni e dai turni di lavoro. Aveva accettato la sfida. Non era facile e lo sapeva bene, ma secondo Luca non era un’impresa impossibile: tutto stava nel trovare un punto di equilibrio.
E invece si trovò a misurarsi con un meccanismo fragile, imprevedibile e maledettamente complicato.
Da una parte trovare un’intesa con il peggiore dei sindacalisti, un tipo rimasto agganciato alla polvere bianca, ma fanatico come lui dei testi dei Gang, dall’altra l’arrabattarsi tra riunioni, scioperi a tradimento e orari allucinanti per trovare il suo spazio da dedicare all’allenamento per il triathlon, rituale sacro per chi vuol fare un Ironman.
Il finale è come la prima onda forte nella frazione di nuoto, soverchia ogni tattica, ogni aspettativa.