La felicità al principio, Tiziano Ferro

La felicità al principio, Tiziano Ferro. Mondadori

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“Accetta te stesso, ama te stesso e continua ad andare avanti. Se vuoi volare, devi rinunciare a ciò che ti appesantisce.”

Roy T. Bennet

La vita: un miracolo d’amore, un dono straordinario, un soffio magico, una fortuna immensa e sconfinata. Ma, allo stesso tempo, è un percorso irto di ostacoli, di delusioni, di amarezze, di sofferenze, di incomprensioni che possono sfociare in malesseri che bruciano l’anima, fino a sgretolarla, con conseguenze devastanti che sono in grado di modificare quello che sarebbe stato il normale processo biologico se solo alcuni eventi non fossero accaduti. Proprio quello che succede al nostro protagonista, Angelo Galassi, classe 1977, con un’esistenza tribolata, le cui cicatrici sono evidenti anche da adulto. Da ragazzino è stato vittima di bullismo e i suoi chili di troppo lo hanno indirizzato verso l’anoressia. Sensibile ogni oltre ragionevole misura, si è sentito poco amato anche dalla famiglia d’origine…

“…si raccontò una verità della quale ancora adesso si sentiva forte: non siamo obbligati ad amare i nostri genitori, è mestiere loro insegnarci ad amare, ad amarli. E se non riusciamo è semplicemente perché siamo allievi di qualcuno che ha fallito. Eredi di un insegnamento pessimo. Angelo ci aveva provato da autodidatta. A danzare in punta di piedi intorno al malessere nero della mamma, senza mai fare troppo rumore, senza svegliare il mostro. Rifiutandosi di apprendere la lezione che sua madre aveva voluto insegnargli, che anche a odiare non si sbaglia mai. Ma la missione dell’amore era andata male in casa Galassi, dai nonni in giù (…). Pensava lui, che a quarantaquattro anni non aveva ancora capito come si ama. Anche se più di qualcuno gli aveva spiegato che si parte da se stessi…”

Nonostante tutto, Angelo corona il suo più grande sogno, costatogli sacrifici e porte sbattute in faccia: riesce ad affermarsi in campo musicale, diventando un cantautore famoso in Italia e all’estero, acclamato dalla folla gioiosa, scalando classifiche e raggiungendo una popolarità inaspettata. Ma nel 2011 capita un evento tanto inaspettato quanto strano: un errore burocratico dichiara Galassi ufficialmente morto, e sia le autorità italiane sia quelle statunitensi si limitano a prenderne atto. Intorno alle cause del decesso aleggia una fitta nebbia, e il cantautore approfitta della circostanza lasciandosi volutamente cadere nell’oblio.

“Le cause misteriose erano legate, stando ai pettegolezzi sulla sua mai dichiarata omosessualità, all’AIDS; ma la famiglia non confermava, anche perché la famiglia non sapeva.”

L’anima di Angelo, delicata e ferita, non smette di dimenarsi nemmeno durante la decennale fase di anonimato.

“Il rapporto tra Angelo Galassi e le sue emozioni era, in effetti, pura schiavitù. Il suo cuore, carceriere sadico e incorruttibile, lo incatenava e nascondeva la chiave.”

Nel suo percorso introspettivo, questo bimbo ormai cresciuto riconosce, in modo più o meno consapevole, le cause che hanno scatenato il suo malessere, le stesse che lo hanno cambiato e che a distanza di anni, e ufficialmente deceduto, gli raschiano ancora quel cuore tenero e sensibile, che non smette di trovare conforto nell’alcol e nello stordimento dei sensi.

“E la lezione base poteva essere riassunta così: perché esprimere sentimenti e dispiaceri, risolvere rancori e problemi, quando hai l’opportunità di reprimere e coltivare tutta quella rabbia per anni e anni? Perché mai perdere il privilegio di star male a vita? Vuoi mettere, potersi lamentare per un’intera esistenza e quindi trovare il momento peggiore per rinfacciare tutto quel rancore represso, scaricandolo con violenza contro chi ti ama di più? Rinunciare all’opportunità di vivere un’esistenza dedita al risentimento a favore di cosa? Sciogliere i nodi dolorosi della vita, risolvere i problemi più gravi ed eventualmente crollare nella condizione più indegna dell’universo di mamma italica: essere felice? Non sia mai! Il dolore nobilitava l’uomo, secondo quella generazione di donne figlie di guerra e povertà. E la sofferenza le avvicinava a Dio. Proprio come la gioia di vivere, la soddisfazione personale e la felicità le avrebbero portato a sentirsi madri degenerate (…). C’era però qualcosa di contorto nella sua mente. A Galassi in fondo piaceva, quel luogo dell’inconscio. Nell’anfratto più segreto del suo cuore, il dolore. Nonostante fosse una terra arida e brulla, era tutto ciò che conosceva e con cui aveva familiarità: gli sembrava quasi di starci bene. Un luogo che disprezzava ma che sapeva navigare a occhi chiusi e senza dover affrontare la paura di spingersi altrove. Era angusto e buio, ma ormai lo considerava casa.”

Eppure, la vita, bizzarra e stravagante, non smette mai di stupire, e improvvisamente, quell’uomo solo e solitario, si ritrova di fronte una donna con cui aveva trascorso una notte di sesso anni prima. Lei era rimasta incinta di una bimba, Sophia, e dopo cinque anni reclama la sua libertà, lasciando quella piccola creatura alle cure di un padre che non ha mai nemmeno sospettato di essere tale. Sophia però non parla, il suo dolore, causato da una persona adulta, grida in silenzio. Diagnosi semplice: mutismo selettivo. Angelo è invaso da una mescolanza disparata di sentimenti e sensazioni: paura, sconcerto, sorpresa, senso di responsabilità e protezione, gioia, voglia di condivisione, dolcezza, vivacità. Un terremoto emotivo scatenato da un piccolo corpicino silenzioso e mite.

“Strascichi del senso di colpa che invadeva la sua mente di bimbo ultraquararantenne. Di certo il fatto che, ripeteva a se stesso, fossi nato in Norvegia, non sarei cresciuto in un ambiente che relega la sessualità in un angolo oscuro, trattandola da comparsa senza dignità nella vita degli esseri umani. Ma ad Angelo dava veramente fastidio che si nominasse l’amore solo e soltanto quando ci si riferiva a un uomo e una donna; altrimenti si passava subito al piano sessuale. Trovava assurda l’idea di una gerarchia degli aspetti dell’esperienza umana, in cui la sessualità-come meno “pura” era sempre al fondo. Ogni cosa aveva un nome, e quello che lui voleva era che si parlasse d’amore. Sempre. Amore vero, assoluto. Bello e doloroso, nobile o sudicio di sesso. Puro di sesso? Anche. Ma Angelo Galassi era un sapiosessuale: amava la mente. Per lui l’amore passava necessariamente dal cuore, dal cervello, poi lo stomaco, infine le mani. Non era una questione di dignità, non c’era bisogno di rispondere a una morale. Lui era così.”

Ma adesso Angelo non può limitarsi a pensare solo a se stesso: ha altre responsabilità, altre priorità, ed un evento improvviso gli fa ben sperare che quella piccola e indifesa bambina può tornare a parlare, a manifestare chiaramente le sue intenzioni e i suoi stati d’animo. Non ci pensa due volte: intuisce che a questo punto deve uscire allo scoperto, stanarsi dall’anonimato che per anni lo aveva protetto, schermandolo dagli eventi, tutti, della vita vera. E torna, dove tutto ha avuto inizio…

Se l’amore è il motore della vita, Tiziano Ferro è stato un abile maestro nella descrizione di un sentimento che ha infinite sfaccettature e innumerevoli sfumature. Pagina dopo pagina, il lettore si immerge in una caleidoscopica alternanza di umori, di sensazioni, di emozioni che passano attraverso quello che può essere considerato un denominatore comune un po’ per tutti: il dolore. Nessuno può considerarsi immune dalla sofferenza e dai dispiaceri, elementi, ahimè, imprescindibili dell’esistenza di qualsiasi individuo, ma, in qualche modo, per caso o per scelta, si può venirne fuori, trovando un compromesso con se stessi, perdonando e perdonandosi.

Una lettura forte come un pugno allo stomaco, di rara intensità, che vuole celebrare la straordinarietà della vita, nonostante tutto…

“…nel privato di un papà che era andato in guerra per la sua piccola. Nell’orgoglio di un uomo che aveva compiuto il più grande gesto d’amore verso sua figlia: prendersi cura di sé.”

La bambina lo guardava e stava zitta.
“Non parla.” “Come ‘non parla’? E perché?” chiese Galassi.
“E che sono, un medico? I medici costano, e se fossi un medico non starei qua. Non parla. Capisce tutto, in due lingue, reagisce, ci sta con la testa… Però non parla. Se la vuoi, è tua!” Angelo Galassi aveva approfittato al volo di un errore burocratico che lo dichiarava deceduto, facendo perdere le sue tracce così bene che ormai tutti lo consideravano morto: i suoi genitori, il suo agente, il suo pubblico adorante. Il grande cantautore, l’idolo delle folle, era in realtà un uomo tormentato e depresso, che aveva sperato di riuscire a sfuggire a sé stesso e ai suoi problemi nascondendosi tra i grattacieli di New York.
<(p> Ma la vita è più forte, e dal nulla appare Sophia, una figlia che Angelo non sapeva di avere, cinque anni, muta per scelta.Tiziano Ferro racconta la storia di una “disfatta salvifica”. Di una lunga discesa agli inferi, iniziata con un’adolescenza di abusi e ossessioni e culminata in una clamorosa rinuncia. La felicità al principio è un libro sorprendente, rabbioso come un urlo ma pieno di tenerezza.

Tiziano Ferro, nato a Latina il 21 febbraio 1980, è un cantautore, paroliere e produttore discografico italiano.

Salito alla ribalta grazie al singolo di debutto Xdono nel 2002, è ritenuto uno dei più influenti e innovativi cantautori italiani contemporanei. L’alta popolarità del suo repertorio lo ha reso tra gli artisti italiani più apprezzati e famosi in Italia e nel mondo, nonché un punto di riferimento della musica internazionale. Nel corso della sua carriera ha venduto oltre 20 milioni di dischi e ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti tra i più importanti a livello nazionale e mondiale. Ha pubblicato con Feltrinelli Trent’anni e una chiacchierata con papà e L’amore è una cosa semplice.

La felicità al principio è il suo primo romanzo

Genere: Narrativa Contemporanea

ISBN: 9788804748700

208 pagine

Prezzo: € 19,00

Cartaceo

In vendita dal 3 ottobre 2023

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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