La storia di Elsa Morante

La storia di Elsa Morante

La storia è il più celebre, ma anche più discusso libro di Elsa Morante esce nel 1974, suscitando da subito entusiasti consensi , ma anche feroci critiche. L’autrice critica ed affronta apertamente i guasti che la guerra lascia sul popolo inerme che la subisce, i cittadini di una Roma allo sbando, vite distrutte, persone che che non soccombono alla guerra con la vita ma con l’anima..

La guerra, la fame, la paura , l’incredulità dell’orrore che accade, i cari che non tornano più e se tornano sono l’ombra di sé stessi, il ghetto svuotato ed abbandonato, fantasmi che camminano, la guerra risparmia la vita a volte ma le tracce che lascia sono indelebili. Il dopoguerra è quasi peggio della guerra stessa, ci sono i forti che cercano di rifarsi una vita e di ricostruirsi insieme al paese che stenta a rinascere, poi ci sono i più deboli che subiscono la vita, la vivono con sopportazione e quello che è stato sarà la loro morte dell’anima, della fiducia nel futuro, della vita stessa.

E lo fa attraverso la storia di Ida Ramundo, vedova con un figlio Ninuzzo ed ebrea da parte di madre. Ida è una donna debole, lavora come maestra e così è da sostentamento alla sua famiglia, la guerra che incombe è un terremoto nella sua vita, con un figlio scapestrato che rifiuta qualsiasi regola ed un bambino Useppe nato da uno stupro di un tedesco.

Una donna mite che deve difendere dalla guerra, dalla fame il suo piccolo Useppe e lo fa nei momenti di grama quando i viveri scarseggiano, rinunciando a mangiare, per far uscire vivo il suo piccolo Useppe da questa guerra che uccide anche chi al fronte non ci va. La maternità le da la forza che non credeva di avere, addirittura assalta con altre donne un camion con un carico di farina per poterla scambiare con un pezzetto di carne per il suo piccolino. La sua casa cadrà sotto le bombe, vivrà in un casermone insieme ad altri profughi, uscirà ad elemosinare cibo ogni giorno, ma solo per il suo Useppe , che tuttavia la guerra non risparmia il bimbo soffre di una malattia forse nemmeno conosciuta all’epoca l’epilessia, ed il suo Ninuzzo dopo la vita da partigiano sogna la ricchezza e muore dopo un inseguimento con la polizia in un camion pieno di merce di contrabbando. La vita di Ida traballa ma per fortuna Useppe deve crescere, è sottopeso ha 5 anni e ne dimostra 3. La malattia lo corrode e nessuno sa il perché nemmeno il professore all’ospedale dove sua madre lo porta. Useppe cresce isolato dagli altri bambini, con una meravigliosa gioia di vivere, si interessa a tutto , ama la natura e gli animali , non dimentica le persone che anche per poco tempo hanno fatto parte della sua vita, guarda con sguardo fiducioso il mondo stesso, ma rifiuta di crescere non accetta la scuola ne la compagnia dei suoi coetanei. Sarà solo Bella una cagna pastore maremmano che lo segue e protegge quasi come una madre, la sua unica compagnia, mentre Ida lavora ma ormai la morte del suo primogenito le ha minato la mente, soffre di depressione  ed i suoi sogni somigliano ad incubi. La mente di Ida smetterà di vivere insieme al suo Useppe portato via da “Il grande Male”, vivrà ancora nove anni ma è come fosse morta insieme al suo bambino.

Tutti i personaggi che incontriamo in questo romanzo sono persone che non sono riusciti a sopravvivere alla guerra, come Davide Segre che scampato all’eccidio dei suoi genitori e sua sorella , il ragazzo è ebreo, non riesce a trovare un punto nella sua vita e si distrugge con la droga.

Come la famiglia Mazzocco che nonostante i loro difetti e la pochezza mentale la Morante li tratta con estrema indulgenza, erano i guasti della guerra che anche in questo caso aveva lasciato tracce indelebili.

Il dopoguerra lascia una scia incredibilmente lunga di persone che non riescono a ritrovare la bussola della loro vita, come se la guerra ne avesse prosciugato la capacità di sopravvivere, la povertà, i traumi subiti non lasciano scampo.

La scrittura dell’autrice è un misto tra italiano corretto ed un idioma popolaresco , della gente povera e derelitta. E’ un libro da leggere assolutamente io lo consiglio a tutti, è la nostra storia, sono anni dolorosi che ci hanno portato alla democrazia. In questi tempi cosi difficili per il nostro paese, che stenta a trovare una sua identità politica,  ricordare i danni che la dittatura Mussoliniana  e la conseguente guerra con i danni che ha lasciato per sempre addosso a  chi ha vissuto quegli anni, non può che far bene. E’ la nostra memoria storica.

Elisa Santucci

Titolo: La storia

Autore : Elsa Morante

Editore : Einaudi

Collana :  SuperET

Prezzo : € 14,50

Elsa Morante

Elsa Morante è stata una scrittrice, saggista, poetessa e traduttrice. Figlia di una maestra, Elsa Morante non frequentò la scuola elementare e imparò da sola a leggere e scrivere. Iniziò giovanissima a scrivere filastrocche, favole per bambini, poesie e racconti brevi, e a pubblicare su svariati giornaletti per ragazzi. Nel 1942 i suoi scritti per ragazzi vennero raccolti in un volume da lei stessa illustrato e pubblicati da Einaudi con il titolo Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina (poi riscritto nel 1959 con il titolo Le straordinarie avventure di Caterina). Tra il 1935 e il 1940 scrive eleganti cronache di costume per riviste culturali. Da quell’esercizio giornalistico nacque il primo volume di racconti, Il gioco segreto, che uscì nel 1941. Ma l’opera che l’ha imposta all’attenzione della critica è Menzogna e sortilegio (1948, premio Viareggio), la cui vicenda (la decadenza di una famiglia gentilizia del sud, attraverso la ricostruzione allucinata che ne fa una giovane donna sempre rinchiusa nella sua stanza) precisa la vocazione favolosa e magica della Morante nei suoi termini di angosciosa separazione dalla realtà. E, in forme più turbate e assillanti, il tema della solitudine, nutrita di miti ambigui e funesti, torna nel romanzo L’isola di Arturo (1957), storia della difficile maturazione di un ragazzo che vive come segregato nel paesaggio immobile dell’isola di Procida, all’ombra del grande penitenziario.
Dopo la raccolta di versi Alibi (1958) e i racconti dello Scialle andaluso (raccolti in volume nel 1963), il libro che ha segnato una svolta nella poetica della scrittrice è Il mondo salvato dai ragazzini (1968). Articolato in testi dalla forma prevalentemente poematica (con strutture strofiche che ricordano gli esperimenti della neoavanguardia), in realtà esso accosta organismi letterari di segno diverso, dal dramma alla satira, dal «manifesto» al documento ideologico; ma l’elemento unificante di tanta disparità espressiva è una sorta di tensione vitalistica che libera i fantasmi della sofferenza claustrale nel credo quasi gioioso dell’anarchismo e del pauperismo, nella fiducia accordata ai «ragazzetti celesti», ingenui portatori dell’unica possibile felicità, quella dell’innocenza astorica e divinamente barbarica.
Tale visione utopica è anche alla base del più discusso romanzo della Morante: quel vasto affresco intitolato La storia (1974) che racconta l’odissea bellica dell’Italia e del mondo (1941-47) riflessa nell’umile microcosmo d’una famigliola romana, composta da una donna spaurita e immatura, da un ragazzotto, da un bambino e da un paio di cani. Accusato di ripristinare anacronisticamente messaggi poetico-consolatori, il romanzo esplicita invece uno «scandaloso» rifiuto della storia, opponendo problematicamente il mondo «fanciullo» e «povero» a un mondo fittizio, generatore di morte e di scempi. Un’ulteriore prova di forte intensità è il romanzo Aracœli (1982), dove l’autrice disegna il ritratto dolente di un personaggio «diverso», disperatamente proteso a ricostruire – attraverso un viaggio che non è solo della memoria – l’amata figura materna, perduta e irraggiungibile. Anche in quest’opera, ma con tratti più angosciati e sconvolti, la prosa della Morante conferma il carattere fondamentale del suo fascino sottile: un equilibrio miracoloso tra il candore magico-evocativo (una sorta di attitudine naturale al simbolo) e la sinuosa, febbrile capacità di penetrazione psicologica.

Biografia tratta da https://www.ibs.it

La Descrizione del libro

A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita “dentro la Storia” quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da “L’isola di Arturo” a “Menzogna e sortilegio”. La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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