M1N3rS il fulcro oscuro di Tommaso Giachetti

M1N3rS il fulcro oscuro di Tommaso Giachetti,edito Elison Publishing

A volte nella vita succedono cose imprevedibili

Solitamente non leggo libri fantasy, infatti volevo abbandonare questo volume sin dalle prime pagine, ma poi, capitolo dopo capitolo, mi sono  ritrovata “avvolta” dalla curiosa storia e senza neppure rendermene conto sono arrivata fino in fondo, fino all’ultima parola dell’ultimo rigo dell’ultima pagina.

Mi sembra doveroso descrivervi la trama per sommi capi affinché anche voi possiate immedesimarvi nel pensiero dell’autore.
Ismael è un famoso chef di successo tanto che la sua fama e le stelle che gli hanno conferito gli permettono di aprire un locale tutto suo. Ma quando la sua carriera arriva all’apice viene stroncato da un infarto, neanche il tempo di riprendersi che subito viene a scoprire che la moglie lo tradisce, il locale va alla deriva e per sopravvivere è costretto a fare il fattorino in un locale cinese di seconda categoria.
Un giorno dopo avere annegato i propri dispiaceri nell’alcool decide di suicidarsi.
Ma sul posto dove sta compiendo il gesto mal sano si trovano tre scienziati che immediatamente lo salvano.
Per evitare che Ismael possa tentare di nuovo il suicidio decidono di trasferirlo sulla navicella spaziale denominata Drufus 439. Totalmente sradicato dal suo ambiente Ismael non è proprio a suo agio e per complicare ulteriormente la situazione non ha neanche nessuno con cui parlare se non una nanite chiamata Palletta che è programmata a stare al suo servizio. Quindi Ismael pur di sopravvivere deve tramutarsi in una razza schifosa e quasi estinta nominata Goblin.
Da qui comincia la conquista dello spazio, ove cercherà di ritrovare l’autostima perduta ma soprattutto nuovi alleati per vincere le battaglie. Quindi c’è questa tangibile voglia di riscatto, questo desiderio di riprendere la propria vita “tra le mani” e questo bisogno di condivisione che lascia aperta la porta della speranza in un mondo dove la parola “alleanza” sta perdendo il suo vero significato.

Gli parve di sognare, era felice, e si lasciò andare ad una gioia inconsapevole, inebriante, e sconosciuta: vedeva per la prima volta le stelle,vedeva i corpi celesti sfilare al suo fianco e, non era attraverso un telescopio che li vedeva, ma dal vero ed immensi!”

Però, a mio modesto avviso,la seconda parte del libro non è riuscita a catturare la giusta attenzione da parte del lettore in quanto lo scrittore ha abbondantemente esagerato con l’immaginazione.

Capisco che si tratta di un fantasy e che spesso questo genere di romanzi sono così, ma secondo me l’autore avrebbe potuto incuriosire ed entusiasmare senza per forza sfiorare concetti troppo astratti. Ovviamente il giudizio di un libro è sempre soggettivo, per questo mi piacerebbe che anche voi possiate esprimere una vostra opinione in merito.

 Sicura di avervi incuriositi e di avervi fatto pensare, inevitabilmente, a “Guerre Stellari” ci ritroveremo presto per confrontarci.

La descrizione del libro

New York, un ormai piccolo uomo tradito da una tresca tra moglie e migliore amico, ubriaco, ondeggia su di un ponte sull’Hudson e, qualcuno, lo punta!
Perché scriverne? È una storia come tante sembrerebbe ma, quel nessuno che intanto raggiungono, e derubano, e accoltellano, si lancia nel vuoto verso i gorghi del fiume invece che cercare aiuto, ancora tutto normale, straziante, ma banale, e invece no! Chi arma la mano degli assassini, lo conosce, chi guida gli eventi, sa!
Sceglie il momento preciso, attraversa il tempo, e coincide eventi diversi di disparati spazi e tempi, che condensa, in quel preciso momento: mentre cade, infatti, un’astronave lascia la transdimen-sionalità proprio nello stesso spazio e tempo che occupa lui lanciato a fiume, ma perché?
Milioni di mondi, dipendono da quella scintilla appena scaturita da un caso sapientemente indirizzato, e quella, animerà un fuoco che arderà attraverso lo spazio come un’eco. Ciò che deve accadere è stabilito. Starà a lui solo svelarsi, come svolgere il suo compito com’è scritto.  Ma come? Potrà, ora da abbandonato su di un planetoide minerario esaurito, alieno, e lontano da tutto? No! Ma, chi ha stabilito il succedersi degli eventi…