Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol

Mio fratello rincorre i dinosauri

Giacomo Mazzariol
Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sí, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l’adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era cosí sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con Mio fratello rincorre i dinosauri Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.
Insomma, è la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso piú largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: «Mi sono sposato». Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l’altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai piú di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia. Io di anni ne ho diciannove, mi chiamo Giacomo.

Introduzione

La diversità unisce e non divide perché essere diversamente abili a volte è una ricchezza e non una sciagura come invece sostiene la maggior parte della gente.

Aneddoti personali

Ho letto questo libro grazie ad un video che ho visto su Youtube nel 2015. In quel periodo era virale, visto che un ragazzo riprendeva le gesta del proprio fratello speciale facendo commuovere ma al contempo ridere milioni d’italiani.

Recensione

In occasione dell’uscita del film, mio fratello rincorre i dinosauri in tutte le sale cinematografiche ho voluto rileggere questo libro che qualche anno fa ha avuto grande successo, visto che racconta una storia davvero commovente ed esilarante.
Il libro consta di centocinquanta pagine e si legge in poche ore visto che la scrittura
è leggera e divertente ma che allo stesso tempo fa molto riflettere su un tema molto caro a tante gente dato che parla di disabilità e in particolare della sindrome di Down.
Il romanzo è autobiografico, infatti, lo scrittore narra della sua vita dal momento un cui scopre della futura nascita in famiglia di un bimbo con delle particolarità fino al momento in cui il bambino con un cromosoma in più cresce e deve affrontare insieme alla sua famiglia tutti i pericoli che la vita gli pone. Giacomo, il protagonista del romanzo, passa da un entusiasmo iniziale ad un sentimento sottile di “vergogna” che gli farà nascondere la presenza del fratellino a tutti i compagni delle medie. Con l’adolescenza però tornerà ad essere entusiasta del fratellino ma soprattutto capirà che non sempre la diversità divide poiché come dice : ALBERT EINSTEIN “ognuno è un genio perché se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi uno stupido”.
Questa romanzo mi ha fatto tanto riflettere non solo per le varie problematiche che le famiglie hanno con questi soggetti diversamente abili ma soprattutto per quanto poco viene trattato il punto dei vista dei fratelli delle persone con disabilità. Spesso ci si concentra sugli aspetti “tecnici” o sul rapporto genitori-figli ma mai sulle problematiche che affrontano i fratelli di questi soggetti.
Grazie a Giacomo questo problema è stato affrontato e finalmente
qualcuno ci ha fatto capire cosa vuol dire crescere con un parente che ha la sindrome di Down.
Concludo questa mia recensione dicendo che è un romanzo che dovrebbero leggere tutti non solo perché è di qualità e fa ridere e commuove allo stesso tempo ma soprattutto perché pochi romanzi hanno un anima capace di far riflettere e far tesoro per l’esperienza raccontata.

Conclusioni

Che dire assolutamente consigliato e buona lettura

Voto

5/5

Citazioni

«Ma niente, più cercavo di insegnargli, più imponevo la mia visione, più lui sbagliava. Era come insegnare a un diplodoco a ballare in punta di piedi. E l’unica cosa che pensavo era che io avevo ragione e lui no. Io sapevo fare le cose e lui no. Io miglioravo e imparavo e lui no. Io provavo a fargli fare i compiti, lui giocava con la matita, rideva e io mi innervosivo, e a quel punto di innervosiva pure lui e finiva tutto in un vaffanculo generale. Giovanni era una danza. Giovanni è una danza. Il problema è sentire la sua stessa musica.»

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