L’uomo, per sua natura, possiede l’istinto della sopravvivenza, che ha quale scopo la continuità della vita.
Si nasce, si vive, si procrea e si muore. Il senso di tutto questo è più grande dell’Uomo, che ha cercato di darsi spiegazioni in tutti i campi del suo scibile ed egli, con la sua intelligenza, ha avviato, sin dalla sua comparsa, un sorprendente processo evolutivo diventando quello che ora è, ricercando sempre il senso dell’esistenza.
Tutto ciò dà motivazione all’umanità ad andare sempre avanti, anche di fronte alle difficoltà della vita e al mistero della morte, la fine del suo percorso biologico.
È difficile accettare la morte, come difficile è accogliere l’idea di un’esistenza ultraterrena. In campo spirituale ci sono diversi postulati riguardanti il concetto di aldilà. Infatti, le religioni, trasversalmente, non considerano la morte la fine del tutto, ma l’inizio di un nuovo giorno in cui l’anima purificata ritroverà la pace eterna. Ma c’è un principio laico, che tuttavia interpreta come possa esistere una prosecuzione dell’esistenza dopo la fine biologica. Ciò sembra in antitesi con il concetto di vita e morte, ma non lo è.
Ognuno di noi, nel corso della propria vita, lascia indelebili tracce di se stesso: procreando, il suo DNA è donato agli eredi, i quali lo demoltiplicano nelle generazioni successive, il suo modo di essere viene recepito da chi ha vissuto con lui e da chi ha saputo di lui; il suo pensiero e il suo estro viene testimoniato da ciò che ha fatto e da ciò che ci ha lasciato.
Ogni individuo ha la sua storia e il ricordo di essa è la sua riattualizzazione. Ognuno di noi quindi lascia tracce di sé, continuando a vivere con ciò che lui è stato, e tutto ciò che rimane di lui, anche il ricordo del suo sorriso, lo renderà vivo per sempre.
Tutto questo rafforza quel bisogno di proseguire il cammino della vita, perché chi resta fa rivivere chi ci ha lasciato con i suoi ideali, i suoi insegnamenti, le testimonianze di se stesso, che vengono cosi riattualizzati.
È in sostanza la vita riproposta in una dimensione nuova, che sfugge però alla percezione del tangibile. È la forza dello spirito, quell’alito di vento che alimenta la nostra anima, che ci rende sensibili a un mondo invisibile che esiste attorno a noi. E questo è un principio di fede.
La nostra intelligenza, che ci rende consapevoli del mondo in cui viviamo, non smetterà mai d’indurci a pensare sul senso della vita e della morte. Per questo, l’uomo è stato sempre capace di superare le sue crisi nella storia, animato dalla speranza, nonostante le sue paure e le sue angosce, facendo sì che la vita vincesse sempre, anche dopo la morte.