Omicidio a piazza bologna – Morte a Via Veneto di Armando Palmegiani e Fabio Sanvitale.

OMICIDIO A PIAZZA BOLOGNA – MORTE A VIA VENETO DI ARMANDO PALMEGIANI E FABIO SANVITALE. Armando editore.

11 settembre 1958, Roma. Maria Martirano, moglie dell’imprenditore Giovanni Fenaroli, viene trovata strangolata nel suo appartamento di Via Monaci. Dapprima gli inquirenti pensano ad una rapina finita male, ma poi puntano l’attenzione su Fenaroli quando scoprono l’esistenza di una polizza vita sulla vittima, il cui rilevante premio avrebbe dato un grande aiuto alle dissestate finanze dell’imprenditore sull’orlo del fallimento. Ma Fenaroli al momento della morte della moglie è a Milano e gli inquirenti pensano ad un assassinio su commissione. L’esecutore dell’omicidio viene individuato in un giovane elettrotecnico milanese, Raoul Ghiani.
2 maggio 1963, Roma. Christa Wanninger, bellissima tedesca di ventitré anni, viene accoltellata sul pianerottolo di uno stabile di via Emilia a pochi passi da Via Veneto. Nell’accorrere per dare soccorso alla vittima, la portinaia si imbatte in un uomo che le dice che al piano di sopra c’è una donna che grida. Si scoprirà poi che è l’assassino che scende le scale con assoluta tranquillità.
20 gennaio 1964, Roma. Farouk Chourbagi, ricchissimo imprenditore egiziano di ventisette anni, viene rinvenuto cadavere e con il volto sfigurato dal vetriolo nel suo ufficio di via Lazio, una traversa di via Veneto. Vengono subito individuati come autori dell’assassinio Claire Bebawi, bellissima amante della vittima e il marito Joussef. I due coniugi, però, si accusano a vicenda e i processi che seguiranno non riusciranno a fare chiarezza sulla dinamica dei fatti.
L’Italia intera è scossa da questi assassini avvenuti negli ambienti più eleganti e facoltosi della capitale. Il lusso e i lustrini sfoggiati dalle grandi star del cinema internazionale protagonisti della dolce vita romana fanno sognare gli italiani appena usciti da anni di guerra e sofferenza, ma si rivela un sogno effimero in cui il danaro, l’interesse e il vizio la fanno da padrone.
I giornali non parlano d’altro che di questi omicidi, l’opinione pubblica è in subbuglio e sia gli investigatori che i magistrati sono sotto pressione. I processi sono seguiti da migliaia di persone che affollano le aule giudiziarie e sostano per ore davanti al tribunale in spasmodica attesa del verdetto.
Il caso Fenaroli, in particolare, si rivela un rompicapo che ancora oggi non è stato risolto; si parla addirittura di un delitto ordinato dai servizi segreti e i sospetti lambiscono anche alcune delle più alte cariche dello Stato.
Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani sono rispettivamente un giornalista investigativo e un criminologo. Hanno scritto a quattro mani questi due libri che sono dei saggi investigativi su tre casi clamorosi di omicidi avvenuti durante gli anni della Dolce Vita romana che fecero grande scalpore all’epoca e la cui eco è arrivata fino ai giorni nostri.
Il metodo applicato dai due scrittori è quello di consultare attentamente tutti gli incartamenti dei processi che si sono succeduti negli anni e di consultare i fascicoli conservati negli archivi della polizia, riuscendo a ricostruire minuziosamente i fatti, gli orari e le azioni dei protagonisti delle vicende.
Ne viene fuori uno spaccato inquietante e sorprendente di una giustizia non sempre all’altezza del proprio compito. Evidenti appaiono le tante omissioni e i tanti errori sia investigativi che procedurali commessi dagli inquirenti e dai magistrati dell’epoca, basti pensare che, nel caso Wanninger, fu lo stesso assassino a farsi trovare, i coniugi Bebawi fuggirono all’estero e nel caso Fenaroli molto probabilmente Raoul Ghiani, ritenuto l’esecutore dell’omicidio, era innocente (Il Presidente Pertini gli concederà la grazia nel 1984).
Anche se a volte si fa fatica a stare dietro alla minuziosa ricostruzione che fanno i due autori, bisogna riconoscere che il lavoro è svolto egregiamente e i libri risultano molto interessanti, riuscendo a coinvolgere anche chi, come me, non è particolarmente amante del genere.

Omicidio a Piazza Bologna

Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti

11 settembre 1958. Una donna, Maria Martirano, viene trovata strangolata nel suo
elegante appartamento di via Monaci, a Roma, dietro piazza Bologna. Sembra un
omicidio per rapina: è solo l’inizio del più straordinario giallo del dopoguerra.
Giorno dopo giorno entrano in scena, sempre tallonati da cronisti in cerca di notizie,
polizze milionarie, un marito imprenditore in difficoltà economiche, un sicario
con la faccia da bravo ragazzo, un commissario che è un mastino. E poi un medico
che ha rifiutato di uccidere, un viaggiatore dalla memoria di ferro, una domestica
che ha visto tutto, un operaio che non ha impronte digitali, un ragioniere che sapeva
da mesi, due uomini che camminano al contrario. La morte della Martirano
sembra il risultato di un piano incredibile, giocato sul filo dei minuti di una combinazione
di aerei e treni che corrono nella notte; un piano mosso dal desiderio di
arricchirsi e da quello di sbarazzarsi di una donna non amata. Spuntano fuori
strane prove dopo un anno e mezzo e testimoni che, più che chiarire, confondono
la vicenda. Per la polizia i responsabili possono essere incastrati, è tutto chiaro.
Ma sarà vero? Ci saranno processi e sentenze, c’è un enorme errore giudiziario,
c’è l’ipotesi del coinvolgimento dei servizi segreti.
Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani, dopo aver investigato sul caso Girolimoni,
su quello Bebawi, sul caso Wanninger, tornano con una nuova indagine, la più completa
mai tentata sul più straordinario delitto del Novecento italiano: il caso Fenaroli.

Morte a via Veneto
Storie di assassini, tradimenti e Dolce Vita

Via Veneto, la Dolce Vita. E tutto il loro corredo di immaginario collettivo. Ma quel
ruggente periodo è stato anche altro. È stato, ad esempio, anche cronaca nera. In
quegli stessi anni in cui un Sogno Italiano prendeva forma e diventava leggenda,
proprio in quella strada avvenivano due delitti destinati ad entrare nella Storia Nera
del Novecento Italiano. Uno è il caso Wanninger, l’altro il caso Bebawi. Curioso: in
entrambi, le vittime sono straniere. Come a voler provare, dimostrare quasi, lo
spessore internazionale che via Veneto aveva assunto in quegli anni.
Wanninger è un delitto che sembra uscito dalla penna di uno scrittore. 1963. Un grido
scuote un palazzo di via Emilia. La portinaia che sale a vedere incontra per le scale
l’assassino e ci parla. Sul pianerottolo trova una giovane tedesca, Christa Wanninger,
venuta a Roma a cercare una fortuna non ancora trovata e finita in un lago di sangue.
Bebawi è un delitto che fa epoca. 1964. Un facoltoso industriale egiziano, giovane
e affascinante, Farouk Chourbagi, viene trovato assassinato e sfigurato nel suo ufficio
di via Lazio. La polizia sospetta l’amante della vittima e suo marito. Due delitti
successi a trenta metri l’uno dall’altro, entrambi casi limite della Giustizia italiana:
Wanninger risolto venticinque anni dopo, Bebawi protagonista di un clamoroso
verdetto con annessa fuga degli imputati all’estero… Un libro e un’indagine basati
sull’esame dei fascicoli originali delle due inchieste e dei processi che ne seguirono,
che nessun altro aveva potuto consultare prima di oggi.

Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani sono rispettivamente un giornalista investigativo e un criminologo. Hanno scritto a quattro mani questi due libri che sono dei saggi investigativi su tre casi clamorosi di omicidi avvenuti durante gli anni della Dolce Vita romana che fecero grande scalpore all’epoca e la cui eco è arrivata fino ai giorni nostri.

ANNO DI EDIZIONE
2021

AREA TEMATICA
INCHIESTE

AUTORE
Armando Palmegiani, Fabio Sanvitale

COLLANA
INCHIESTE

NUMERO DI PAGINE
208

SOTTOTITOLO
Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti

ANNO DI EDIZIONE
2021

AREA TEMATICA
INCHIESTE

NUMERO DI PAGINE
224

AUTORE
Armando Palmegiani, Fabio Sanvitale

SOTTOTITOLO
Storie di assassini, tradimenti e Dolce Vita

COLLANA
INCHIESTE