Le ragioni della follia di Fabio Giorgino, edizioni Mursia. Un giallo dal taglio psicologico.
Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano.
(Samuel Beckett)
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La mia collaborazione con Blog “Il mondo incantato dei libri”, nata ormai diversi anni fa, non ha mai riguardato la narrativa cosiddetta “gialla”, genere che non incontra particolarmente il mio interesse.
Ciò nonostante, la nostra Direttrice del Blog, Elisa Santucci, che ha il raro talento di conoscere tutti i suoi collaboratori forse meglio di loro stessi, mi ha invitato alla lettura di “Le ragioni della follia” di Fabio Giorgino, lanciandomi una sfida: – Vedrai che questo non è solo un giallo e il protagonista non è semplicemente un poliziotto”.
Con la sua affermazione che mi riecheggiava nella testa, mi sono accinta a leggere “Le ragioni della follia” di Fabio Giorgino e, lo devo ammettere, ancora una volta la supposizione della Santucci, è stata perfettamente centrata.
Un giallo tradizionale viene costruito attorno a un poliziotto che si muove sulla scena e, attraverso le sue azioni e soprattutto i suoi pensieri, condivide con i lettori e le lettrici le indagini fino alla conclusione, ovvero alla scoperta del o dei colpevoli.
Spiro Fusco, o meglio Spiridione (perché questo è il suo nome di battesimo) Fusco non è però il classico poliziotto, anzi, essenzialmente, è un uomo che lavora e il suo lavoro è appunto quello di fare indagini per conto della Polizia.
In sostanza, sin dall’inizio, il lettore si imbatte essenzialmente in un uomo che fa il poliziotto. Sin dalle prime pagine, quello che arriva a chi legge è, prioritariamente, la sua personalità complessa e la sua altrettanto articolata situazione familiare ed affettiva: intorno a Fusco ruota un vero e proprio gineceo, costituito dalla figlia, Vanessa, giovane donna dall’infanzia difficile, la ex moglie Angela, dallo stile di vita totalmente differente da quello di Spiro, una ex compagna, Giulia, reduce da una non facile convivenza con la figlia dell’uomo, e, infine, una vecchia amica, Isabella, oncologa pediatrica, legata a lui da un antico debito di gratitudine.
Nonostante la sua professionalità e il suo coraggio, per Fusco le donne sono il punto nevralgico e lo saranno fino alla fine.
Il romanzo si apre con la morte di un docente universitario, il primo di diversi omicidi di un presunto serial killer, ma nella narrazione degli eventi le vicende personali e professionali di Fusco si intrecciano continuamente, dando un valore aggiunto alle sue indagini, l’umanità.
La storia si svolge interamente fra due città molto particolari, Taranto, accattivante ma martoriata dal problema dell’inquinamento, le cui conseguenze vengono affrontate nel romanzo con grande rispetto, e la meravigliosa Lecce, città dai colori surreali, conducendoci in giro per la Puglia, che fa da scenografia alla ricerca della verità ma soprattutto alla spasmodica lotta del Commissario Fusco contro il tempo, con l’intento di intercettare la follia che coinvolge, nella sua corsa, sia vivi che morti.
Come già accennato non sono una fan di questo genere: quando mi capita un giallo lo leggo con grande velocità, cercando di arrivare il più presto possibile alla fine della storia, soprattutto per verificare che le supposizioni fatte sul o sui colpevoli siano fondate o meno.
Stavolta però mi è accaduto qualcosa di differente: ho avuto bisogno di procedere in questa lettura con maggiore lentezza, per poterla comprendere pienamente.
E mi è piaciuta parecchio e per vari motivi.
Ho innanzitutto apprezzato molto il protagonista principale, Spiro Fusco: non è un nevrotico, non è un sensitivo, non è un donnaiolo; è un uomo qualunque la cui vita è segnata da numerosi solchi, attraversati dal dolore.
L’articolazione della trama poi è stata a prova dei migliori autori di questo genere: nessuna fantascienza, nessun sensazionalismo narrativo, una storia di vicende umane di vita e di morte, con un potente ma realistico substrato di spunti psicopatologici che si snodano, pagina dopo pagina.
E infine la sommessa ma decisa volontà dell’autore di celebrare una città, Taranto, che ci viene presentata nelle sua intima bellezza.
“Spiro alzò lo sguardo al cielo stellato eseguendo due respiri lenti e profondi. Un leggero maestrale aveva asciugato la cappa di umidità su Taranto, facendo emergere il vivido contrasto fra la lucentezza delle stelle e il blu corposo del cielo. Attirato da un frullo d’ali, seguì il volo di una civetta perdersi nel buio, oltre la chioma maestosa di un pino. La stella più luminosa a sud brillava su una mezzaluna d’argento.”
Leggere “Le ragioni della follia” di Fabio Giorgino è stata davvero una piacevole scoperta, da numerosi punti di vista: non banale la trama, intrigante il taglio, psicologico ma anche profondamente realistico, dei personaggi e molto gradevole lo stile, asciutto ma capace di creare un’adeguata suspence narrativa.
Bravo dunque Fabio Giorgino al suo esordio letterario: ci aspettiamo che questo nuovo eroe della Polizia, Spiro Fusco, mantenga le caratteristiche peculiari della sua personalità e, come ci sembrerebbe di capire alla fine del romanzo, che prenda un po’ di fiato per i suoi irrequieti rapporti familiari.
Fabio Giorgino
LE RAGIONI DELLA FOLLIA
Taranto. Un serial killer marchia le sue vittime con un fiore di loto.
Per il commissario Spiro Fusco un’indagine tra il male di oggi e i demoni del suo passato.
«Quale messaggio nascondeva quel marchio? Era opera di un folle destinata ad avere un seguito? Quel tipo di follia omicida, non di impeto ma studiata e pianificata, sottintendeva un’arguta razionalità, seppur malata, e per questo era ancora più pericolosa.»
Su una spiaggia del litorale tarantino viene rinvenuto il cadavere di un docente universitario sulla cui spalla è stato impresso un marchio a fuoco raffigurante un fiore di loto. Il commissario Spiro Fusco si occupa del caso. Vive insieme alla figlia da quando Angela, tredici anni prima, ha abbandonato entrambi senza un’apparente ragione, facendo perdere le sue tracce. Quando Spiro comincia a indagare sull’assassinio del professore non immagina che le ricerche si intrecceranno con il proprio passato fino a sollevare il velo di mistero che avvolge da tanti anni l’abbandono di Angela.
Un thriller avvincente e ricco di suspense che si dipana tra le mosse imprevedibili di un crudele serial killer spinto solo dalle ragioni della propria follia.
Fabio Giorgino (1968) è nato e vive a Maruggio in provincia di Taranto. È impiegato nella pubblica amministrazione. Appassionato d’arte, nel tempo libero coltiva l’hobby della pittura paesaggistica e si dedica alla letteratura noir e poliziesca. Nel 2010 nasce l’idea di scrivere un thriller ambientato a Taranto con un protagonista seriale, il commissario Spiro Fusco, letteralmente uno «spirito oscuro». Le ragioni della follia è il suo romanzo d’esordio.
Pagine 280
Euro 17,00
Codice 23976J
EAN 9788842563860
Dettagli e descrizione dal sito dell’editore
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