Viola di Notte
Mattia ha una vita perfetta, ma la morte improvvisa di Matteo, il fratello gemello, apre una voragine all’interno del suo maniacale controllo su ogni cosa. È in una notte tra tante che salendo sulla ruota panoramica di un luna park trova il diario di una certa “Viola di notte”. Leggendolo, Mattia inizierà il suo primo viaggio dentro se stesso.
Viola di notte è un percorso dentro le debolezze e le paure che viviamo almeno una volta nella vita. È un viaggio all’interno di un amore diverso dagli altri, un amore che non si dimentica, un amore in cui essere quello che si è diventa l’unica regola da seguire per non sbagliare mai.
Ilaria Bianchi, classe 1980, vive tra la Toscana e la Liguria. È cresciuta in un piccolo borgo sul mare, ha studiato Scenografia teatrale all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Scrive da dodici anni. Viola di notte è il suo romanzo d’esordio.
Introduzione
Introduzione:Caro amico/a, signore/a, bambino/a, Viola di notte è uno dei volumi più segnati della mia libreria, ho sentito la necessità di sottolineare (con una matita 3H, molto chiara) tantissime, profonde, toccanti, frasi, iniziando dalla dedica. La scrittura di Ilaria è poetica, un linguaggio lirico che emoziona il lettore, lo spinge a riflettere ed interrogarsi. “Sa che è una follia affidare al caso i suoi pensieri, sa che tutte quelle pagine scritte con tanto sentimento potrebbero restare in balia del vento, della pioggia.” Lascia spazio alla fantasia, spesso la struttura dell’opera ci fa intuire cosa potrebbe accadere senza rivelarlo davvero, parlando direttamente al cuore del lettore, è un libro più teorico che pratico, con più pensieri che azioni.
“Cambia le regole. Apri gli occhi. Cerca le emozioni dove puoi trovarle davvero, cerca la tua strada, tu neanche lo immagini cosa significhi vivere nel buio”.
Aneddoti personali
“Non sapeva come fosse arrivato al luna park ormai chiuso in fondo alla città, un teatro a luci spente in balia delle stelle proprio lì davanti al suo sguardo, inquietante e spaventoso quanto quella strana emozione che nasceva lentamente dentro di lui”.Questo libro è capitato nelle mie mani per caso, l’ho vinto ad un concorso ideato dal profilo instagram omonimo che ringrazio e l’ho letto con il Gruppo di Lettura organizzato da Paola Marengo, alla quale sono grata per avermi inclusa.
La trama è originale, nessun tipo di plagio, certo a volte mi ha ricordato qualcosa del film Elizabethtown, una frase mi ha fatto pensare a Invictus, i versi di William Ernest usati da Nelson Mandela, simbolo della fine dell’Apartheid (Viola di notte: Non sapeva che alla fin fine ognuno di noi è capitano di se stesso/ Invictus: sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima) o, ancora, l’elenco di pagina 237 ( bugiardi entrambi./Deboli e insicuri./ Soli come tutti./Innamorati come pochi./Se stessi e basta […]) mi ha rimembrato Cet Amour di Prévert ma in realtà non si tratta di una copia, è solo un profumo, una eco lontana, un ingrediente comune. A mio parere Viola di Notte è un libro molto nostalgico, intriso di uno strano senso di tristezza. “Nessuno può dirgli quanta bellezza c’è nella tristezza di quello che sente, nessuno può dirgli che è perfetto anche chi le emozioni riesce a mostrarle senza avere paura”.
La narrazione è lenta, il ritmo non cambia mai, è un libro che definirei, usando un neologismo, “monoemotivo”, l’impressione è quella di ascoltare la storia restando dentro una bolla, a distanza di sicurezza, come se ci trovassimo sott’acqua, ogni parola ci giunge smorzata dal liquido. Abituata a ritmi più veloci, ho fatto fatica a terminarlo, ma sono felice di averlo letto perchè è un volume che, se si ha pazienza, regala tanti spunti di riflessione e diversi colpi di scena, soprattutto nel finale.
Recensione
Mattia si perde in un diario trovato su una ruota panoramica, ma quel diario non lo trova solo lui, lo trova anche il lettore e, come Mattia, il lettore può ispirarsi ai consigli di Viola, può ascoltare la musica elencata nell’introduzione e, quindi, Viola di notte si trasforma in un volume interattivo.La scrittura è pulita, lineare, scorrevole, senza nessun tipo di sbavatura. Inizialmente questo lirismo conquista, specialmente perchè parliamo di un libro d’esordio e raramente ci si trova di fronte ad esordienti così bravi. Lo stile di Ilaria mi ricorda un altro volume d’esordio, sempre pubblicato dalla bookabook: Goodbye Jude, con il quale condivide diversi aspetti come, ad esempio, il ritmo tranquillo che ci accompagna dall’inizio alla fine.
Dal punto di vista grammaticale e sintattico è inappuntabile ma… perchè c’è un ma, non rispetta alcune regole base del romanzo.
I personaggi secondari sono appena abbozzati, appaiono e scompaiono a piacimento, qualcuno senza ragione (non dico quale per non spoilerare), i dialoghi sono quasi assenti e ciò è un problema, il grande Stephen King ci insegna che si entra in contatto con i personaggi solo grazie ai dialoghi, sono la porta d’ingresso per la personalità del protagonista, porta che resta semichiusa in questo caso. Le riflessioni molto interessanti all’inizio, si ripetono identiche fin quasi alla fine, l’autrice prende spunto sempre dagli stessi stati d’animo, non varia mai il registro ma ci mostra la sua bravura usando nuove metafore, similitudini e sinonimi, questo potrebbe annoiare il lettore e sminuire il libro, anche se si ripete con parole sempre nuove, il succo resta quello. Nell’insieme più che un romanzo è un libro ideologico che, appunto, raccoglie le idee dell’autrice cucite insieme in una trama promettente, una trama che poteva dare ancora di più con determinate accortezze ma che comunque non da’ poco. Fosse stato un racconto, non avrei notato queste défaillance ma siccome è un romanzo di circa 300 pagine, non possono essere ignorate, esattamente come non possono essere ignorati i pregi.
Conclusioni
“Lo sai che certe volte abbiamole risposte sotto i nostri occhi, le cerchiamo senza sosta, con ostinazione e non ci accorgiamo di averle ignorate inconsapevolmente?”È un libro perfetto per chi è abituato a leggere esordienti, anzi, si posiziona ben più in alto rispetto a tanti altri, ha qualche buco nello stile ma solo perchè acerbo, nulla che non possa essere corretto con la giusta esperienza. L’autrice si sarà sicuramente ispirata al flusso di coscienza, uno stile narrativo non per tutti, anche nella trama qualche buchino c’è ma tutto sommato Ilaria è molto brava e sono certa che in futuro la sua penna maturerà e ne leggeremo delle belle!