Francesca Scotto di Carlo si racconta in questa interessante intervista.
Francesca Scotto di Carlo, nata a Napoli nel 1993, è una studentessa laureanda in medicina e chirurgia. È stato lì, nei corridoi degli ospedali che è emerso il bisogno di stravolgere tutto.
Con una buona strategia di partenza, idee geniali, tanta passione e altrettanta determinazione. Tutto quello che ha sempre voluto è stato fare la differenza. Questo è il suo modo. Noi abbiamo letto e recensito il suo primo lavoro .
Buongiorno Francesca, potresti definirti con tre aggettivi?
Tre aggettivi son troppo pochi.
Sono malinconica e complicata, semplice nel complesso.
E poi, ancora…
Dolce e determinata. Sensibile, con molti punti di forza. Sicura di me. Sincera, ma misteriosa. Maliziosa, ma fedele.
Ancora?
Come e quando nasce il tuo amore per la scrittura?
Come i raggi di sole che ti illuminano improvvisamente la stanza, che meraviglia. Ecco. Curiosa e sensibile di tutto ciò che mi circonda, non lascio nulla al caso. Ho raccolto piccoli particolari che son diventati piccoli spunti. Ho, nel tempo, sviluppato un autentico amore per l’oggetto libro. Oggi, sono abitata da libri e da amici e non posso fare a meno di scrivere. Scrivere tutto.
“Difendi il coraggio dell’amore” è il titolo del tuo romanzo, vuoi spiegarci cosa significano per te queste parole?
Difendere è la più alta forma d’amore. Darsi la mano ed andare avanti nonostante tutto. Combattere insieme se necessario. Per fare questo ci vuole coraggio. Ed io lo sono, coraggiosa. Lo sono sempre stata, e nonostante tutte le paure del mondo non mi fermo, non mi faccio fermare. Anche se ho tutti contro, anche se nessuno mi capisce, anche se è la scelta più difficile, io, se ci credo, non mi fermo. Coraggiosa non significa non avere paura, significa averla ma buttarsi lo stesso. Enter Francesca. Io mi butto a volo d’angelo, sperando di avere l’elastico attaccato alla caviglia. A volte l’elastico c’è e va tutto bene, a volte non c’è e mi faccio davvero male. Ma non mi importa. C’è o non c’è io mi butto. Punto. La felicità va inseguita, ed io ne so qualcosa.
Per chi non avesse avuto ancora il piacere di leggere il tuo libro, vuoi chiarire il concetto di “quel posto chiamato quasi – amori?”
Quel posto che io chiamo “il posto dei quasi-amori” è un posto felice. E quando l’hai trovato hai trovato ogni cosa e senti forte il dovere di sognare. Se non me ne fossi andata, sarei ancora lì. Ma per essere felici serve anche il coraggio di cambiare. Viaggiate! Perdetevi e ritrovatevi. Andate a cercarlo, quel posto nel mondo. Poi fatemi sapere.
Per Francesca donna e Francesca scrittrice la “mancanza” cosa rappresenta?
“Ho chiesto al mio amore di chiamarmi anche se tardi. A qualsiasi ora del giorno e della notte.” Per entrambe la mancanza è nell’aria, sulla pelle, sulle labbra, tra le braccia, ovunque. Ma se si vuole, l’alba diventa giorno, lunedì diventa sabato e un minuto è esserci.
“La sua assenza faceva più rumore di una presenza”, nel tuo romanzo si respira questo amore travolgente, un amore indelebile, un amore che oltrepassa il tempo e lo spazio; allora ti chiedo, cos’è per te l’amore?
Amare è anche condividere. Far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. Queste preferenze, condivise, popolano la cittadella invisibile della nostra libertà. Siamo e ci sentiamo liberi di scegliere, e solo così faremo scelte vere e sopratutto durature nel tempo. Quando leggiamo qualcosa di bello quasi sempre, lo dobbiamo ad una persona cara. Ed è ad una persona cara che subito ne parleremo. Parlare palare parlare. Darsi.
Quali sono stati i momenti più emozionanti che il tuo libro è riuscito a regalarti?
Ora respiro la libertà e la consapevolezza di avere la possibilità di essere me stessa. Penso di aver espresso il mio pensiero con concetti semplici ed essenziali. Tutto sta tornando a posto, questo è il regalo più bello che il mio libro è riuscito a regalarmi. Si riparte, si riparte sempre.
“Difendi il coraggio dell’amore” è quasi una lettera che tutti vorremmo scrivere, ma che poi rimane tra i confini della nostra anima; cosa vuoi trasmettere al lettore con il tuo scritto?
Un piccolo consiglio personale. Fai del bene, sii presente e premuroso, fai vedere alle persone quando ci tieni a loro. Manda quel messaggio, di quello che provi, e fallo quel complimento ogni tanto. Sarai ricompensato, né sarà valsa la pena e non ti chiederai mai se hai fatto abbastanza.
Qual è il tuo rapporto con i social? Secondo te quanto sono importanti per uno scrittore?
Un rapporto normale. Bisogna avere l’occhio giusto e saper cogliere il momento. I social stanno occupando sempre di più la vita di molti giovani e relazionarsi con gli altri può essere un’area sfida di crescita personale. I social danno diritto di parola e sono molto importanti, quasi indispensabili per chi decide di venire fuori in questo modo.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Continuerò a leggermi dentro per capire cosa mi fa perdere e cosa potrò migliorare. Ho un sacco di cose da fare, ed anche tante da organizzare e dire. Ho la molla carica ed ho già chiara in testa la strada che voglio percorrere. Quindi, bando alle ciance e via.
Prima di salutarci, cara Francesca, vorresti aggiungere qualcosa all’intervista?
Grazie.
La gratitudine ti aiuta a crescere e ad espandersi. La gratitudine porta gioia e risate nella tua vita e nella vita di tutti quelli che ti circondano.
E poi, amatevi, perché l’amore fa stare meglio.